DanMachi : la recensione della seconda stagione su Amazon Prime Video

La seconda stagione di DanMachi apporta dei sostanziali cambiamenti al racconto, che diventa più maturo ed introspettivo: vediamo quali sono.

DanMachi : la recensione della seconda stagione su Amazon Prime Video
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Quello che ci ha colpito particolarmente della prima stagione di DanMachi (qui potete recuperare la nostra recensione di DanMachi) è stata l'ambientazione: un mondo fantasy con elementi GDR, popolato da diverse creature, in cui le divinità di varie culture e tradizioni sono discese perché stanche della loro vita, in cerca di nuovi stimoli.

Gli dèi, rinunciando alla possibilità di usare i poteri, hanno formato delle Famiglie con avventurieri prediletti e donato loro la Grazia, che permette di affrontare i mostri che infestano i dungeon. Dopo una prima stagione introduttiva, DanMachi 2 mostra un notevole cambio di rotta che innalza la serie a livelli superiori.

Giochi di guerra

Sebbene non abbia una trama lineare, la prima stagione di DanMachi riserva comunque alcuni colpi di scena, l'ultimo dei quali proprio nell'episodio finale. Dopo aver assistito alla sconfitta di un Golia diverso dal solito, che ha invaso il pacifico piano 18 del dungeon, Hermes rivela che Bell è nipote di Zeus. Questo ci fa capire che Bell Cranel è un eroe prescelto, discendente da una delle Famiglie più celebri di Orario, e ha appena iniziato a tessere le trame del suo mito. La seconda stagione si apre mostrandoci Bell, Welf e Lili festeggiare la recente salita di livello del fabbro. I tre vengono accusati dai membri della Famiglia Apollo di essere riusciti a salire di livello solo scappando davanti ai mostri, ma quando viene offesa Estia scoppia una rissa che si conclude solo con l'intervento di Giacinto, noto come Phoebus Apollo, che mette K.O. sia Welf, che Bell. Nonostante gli screzi, Apollo decide comunque di invitare Estia al Banchetto degli Dèi che ha organizzato. Alla festa sono presenti molte Famiglie tra cui quella di Loki, con Aiz Wallenstein, l'avventuriera di cui è innamorato l'eroe principale.

Il banchetto procede normalmente, tra buffet e balli, finché Apollo non accusa la Famiglia Estia di aver ferito i suoi "figli" e siccome la dea non ammette le sue colpe, la sfida ad un War Game: una vera e propria guerra tra Famiglie, con regole prestabilite, il cui vincitore può ottenere qualunque cosa dal perdente.

Estia rifiuta di partecipare perché sarebbe una battaglia impari, avendo solo il suo pupillo: Welf e Lili fanno parte rispettivamente della Famiglia Efesto e Soma. Il dio del Sole non vuole certo lasciarsi sfuggire un avventuriero promettente come Bell, ed è disposto persino a rapirlo con la forza, schierando i suoi figli e mettendo a soqquadro la città di Orario.

La dea, vedendo il suo unico protetto in pericolo per colpa dell'avarizia di Apollo, si sente costretta a partecipare al War Game. Nel corso dell'evento, Bell dovrà assediare un castello ben difeso e sconfiggere Giacinto. Come se il Nostro non fosse già in difficoltà, Lili viene costretta a fare ritorno alla sua Famiglia e dovrà essere liberata; d'altro canto, però, non è affatto solo, perché troverà fedeli alleati nella cameriera Lion, in Welf e in Mikoto, i quali hanno abbandonato le loro Famiglie per aiutarlo.

Non vogliamo rivelarvi fin nei minimi particolari cosa accade durante il War Game, ma vi basti sapere che, sebbene risulti essere un po' frettoloso e in alcuni frangenti abbastanza prevedibile, riesce comunque a lasciare pienamente soddisfatti. Inoltre, questo costituisce solo il primo di tre archi adattati nella seconda stagione, che risentono, però, di una lunghezza troppo esigua per essere apprezzati appieno, ma ciò non intacca la qualità generale. I ritmi narrativi della seconda tornata di episodi non si distaccano molto da quelli della prima, che tuttavia, per le scelte apportate dagli autori e per i temi affrontati, risulta essere migliore.

Il mito di Argonauta

La prima stagione di DanMachi introduce i personaggi principali ed il contesto, approfondendo in maniera abbastanza dettagliata il mondo, così da non farci sentire del tutto disorientati. La seconda stagione mette da parte un'ulteriore analisi, anche se in alcune puntate vengono comunque fornite alcune informazioni, per introdurre dei cambiamenti che dimostrano come DanMachi abbia ben altro da offrire oltre alle avventure in un dungeon, benché continui a non avere una trama lineare in grado di coinvolgere lo spettatore. Inoltre, la seconda tornata di episodi è caratterizzata da ritmi sempre più incalzanti. Un primo cambiamento lo si nota nella scelta di spostare il setting principale: non più il dungeon, bensì l'intera Orario. Questo espediente permette di conoscere diversi aspetti della città e dà varietà alla produzione, che altrimenti avrebbe risentito di una sgradevole ripetitività. Persino i toni del racconto sono diversi, essendo più cupi e maturi, caratterizzati da una violenza maggiore. Questo fattore salta all'occhio quando vengono introdotti i nuovi nemici: altri avventurieri, più pericolosi dei comuni mostri, in grado di mettere in difficoltà la Famiglia Estia. Nell'arco del War Game le atmosfere cupe e mature sono caratterizzate soprattutto da una maggiore violenza, ma diventano più evidenti con le tematiche introdotte nella seconda parte, quando gli eroi devono liberare Haruhime dalle grinfie della dea Ishtar.

La sceneggiatura si sofferma su concetti delicati come il traffico di esseri umani e la prostituzione, ma nonostante i risvolti narrativi, l'anime affronta le tematiche con estrema semplicità, senza focalizzarsi sulle questioni etiche e morali che avrebbero potuto coinvolgere emotivamente lo spettatore.

Questo è dovuto ad una narrazione in generale troppo sbrigativa, in alcuni punti persino scontata, tanto che 12 episodi si sono rivelati pochi per riuscire ad analizzare a dovere i vari argomenti trattati. Ciò, però, non rovina la qualità complessiva dell'opera, perché in poche battute gli autori sono riusciti a caratterizzare bene i vari interpreti e a creare situazioni travolgenti.

Inevitabilmente, il problema di una storia troppo concisa si riflette anche sulla costruzione dei vari personaggi, anche se abbiamo apprezzato l'impegno degli autori nel riuscire a gestire equamente tanto i ruoli ricorrenti, quanto i nuovi.

Una durata maggiore, ad esempio, avrebbe permesso di scavare più a fondo nel passato di Lili nella Famiglia Soma, così da capire come la Supporto venisse sfruttata al punto da costringerla ad allontanarsi, ricollegandosi in questo modo a ciò che viene detto nella prima stagione; oppure di soffermarsi di più sul legame tra Haruhime e Mikoto. Nonostante la brevità dell'opera, i nuovi interpreti risultano essere comunque ben caratterizzati, riuscendo ad inserirsi senza troppe difficoltà nel racconto. Malgrado siano situazioni sommarie e non ben sviluppate, portano comunque ad un'evoluzione di Bell. Se nelle prime puntate la crescita dell'eroe è meno evidente, essendo soprattutto fisica a seguito di un duro allenamento per affrontare nemici e circostanze fuori dalla sua portata, nella altre è più incisiva: si assiste ad una vera maturazione del protagonista, che prende piena consapevolezza di sé. Quando incontra Haruhime, Bell si sente particolarmente legato a lei, perché condividono la stessa passione per i racconti di eroi, e rimane colpito dalla sua storia: ripudiata dalla famiglia e poi venduta, Haruhime vorrebbe essere salvata da un prode avventuriero come nei racconti, ma sa che non accadrà mai perché il suo corpo non è più puro.

Questo sprona il Nostro ad aiutarla, perché vuole essere come un prode delle leggende. Tuttavia, quando ne ha l'occasione, Bell dubita delle sue capacità, perché si rende conto che in fondo non sarebbe disposto a sacrificare tutto per salvarla; ma in seguito capisce che vuole dimostrare ad Haruhime qual è il suo ideale di eroe, ovvero una persona che non abbandona nessuno.

Anche in questo caso, però, si notano i problemi legati ad un racconto troppo sbrigativo: per quanto il cambiamento emotivo di Bell sia apprezzabile, avviene in poche battute. Infine, vorremmo concludere la nostra disamina sulla trama di DanMachi parlando del terzo arco.

Questo risulta essere forse il meno riuscito di tutti, essendo più scanzonato e a livello narrativo più debole, ma in compenso è ricco di informazioni sul rapporto tra divinità e "figli" e sul folklore generale del mondo, che potrebbero essere alla base delle future iterazioni. Quanto detto viene dimostrato anche dal cliffhanger finale che ci introduce agli eventi della terza stagione.

Un'altra storia

Su Prime Video è disponibile anche l'OVA È Sbagliato cercare erbe medicinali su un'isola deserta?, in cui Bell e gli altri sono stati incaricati dal dio Miach di raggiungere l'Isola dell'Amicizia per recuperare alcune erbe medicamentose, tra cui il Crisantemo Ognicosa: un'erba adatta per ogni cosa, dal guarire i malanni, al trovare ricchezze e amore.

Siccome la divinità ha raddoppiato la paga, i membri della Famiglia Estia approfittano dell'occasione per prendersi una vacanza; poiché il giovane avventuriero non ha portato il costume da bagno, dovrebbe restare sotto l'ombrellone con qualcuno. Estia, allora, organizza una gara di costumi per decidere chi debba trascorrere la giornata con Bell.

Al termine della competizione appare Aiz, ma è diversa dal solito. Con un'atmosfera più spensierata ed incentrata soprattutto sulla comicità e sull'ecchi soft, lo special si colloca dopo la conclusione della stagione, ma non è collegato in alcun modo alla serie principale, essendo una storia del tutto originale; in compenso, offre una discreta avventura, con un finale che non disprezza qualche interessante colpo di scena.

Scontri roboanti

Lo stile artistico della seconda stagione di DanMachi non è molto diverso da quello utilizzato nella prima. Il disegno è ben curato, al netto di alcuni cali qualitativi nelle riprese più ampie che riprendono più personaggi. Diversamente, si nota una cura maggiore per la resa dell'ambientazione, che è caratterizzata da uno stile nettamente più certosino e che in alcune situazioni offre suggestivi scorci paesaggistici.

Il tutto è messo in risalto da una buona fotografia che riesce a dare spessore sia alle sequenze più luminose, che a quelle più scure. Il disegno manuale a volte viene affiancato dalla CGI, che è circoscritta però solo ad alcuni elementi dello sfondo, passando del tutto in secondo piano. Quando Bell sfodera i suoi pugnali per affrontare i nemici, si notano animazioni fluide, che rendono i combattimenti adrenalinici ed imponenti, che riescono a travolgere fino alla fine.

DanMachi - Is It Wrong to Pick Up Girls in a Dungeon? Stagione 2 La seconda stagione di DanMachi presenta tonalità più cupe e temi maturi, anche se in linea generale soffre di una narrazione troppo spedita che non permette di apprezzare i vari risvolti ed i nuovi personaggi. Questi sono caratterizzati in modo da inserirsi senza troppe difficoltà nel cast, ma risultano essere poco approfonditi. L’impianto artistico non è molto diverso da quello sfoggiato nella prima stagione. Nonostante i problemi di ritmi narrativi, possiamo dire che il mito di Bell Cranel è in grado di sorprenderci.

7.3