Demon Slayer 3x02 Recensione: una puntata di transizione

Altra domenica, nuovo episodio: torna su Crunchyroll un nuovo episodio di Demon Slayer 3, il secondo dell'arco del villaggio dei forgiatori.

Demon Slayer 3x02 Recensione: una puntata di transizione
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Con un primo episodio sorprendente di Demon Slayer 3 che ha suscitato grande entusiasmo dei fan della serie, torniamo nel villaggio dei forgiatori di katana con una seconda puntata approdata puntuale su Crunchyroll. Esattamente come ci si potrebbe aspettare, in questi 24 minuti verremo catapultati in momenti di transizione in cui i fulcri principali saranno i vari indizi sulle tante personalità che andremo a conoscere all'interno di questo breve ma intenso arco narrativo.

Da Genya Shinazugawa a Kanroji Mitsuri, da Tokito Muichiro a Hantengu, aggiungeremo al roster totale tutti quei comprimari più o meno importanti (senza dimenticarci del forgiatore Haganezuka), portandoci a sperare in un cour ricco di approfondimenti e nuovi, impellenti sviluppi.

"Yoriichi modello zero"

Addentratosi nel villaggio dei forgiatori di katana, sono diversi gli incontri per Tanjiro: abbiamo già assistito a quello con un suo coetaneo ammazzademoni, Genya Shinazugawa, personaggio sfuggente e spesso fin troppo rabbioso che non abbiamo avuto modo di vedere dalla primissima stagione. Il Pilastro dell'amore, Kanroji Mitsuri che ci ha incantato con la sua beltà e dolcezza e, ultimo ma non per importanza, Tokito Muichiro, l'eccentrico quanto incompreso Pilastro della Nebbia.

Nell'ultimo episodio ci siamo lasciati proprio con lui, intento a parlare con uno dei residenti del villaggio con un modo di fare tutt'altro che piacevole. È proprio da questo primo approccio che si evince subito quanto sia particolare il suo carattere: sprezzante, scontroso e incurante dei bisogni altrui, un genio incompreso tra gli hashira, ma ben consapevole di quello che vuole. Caratteristiche ben evidenti che lo colloca inevitabilmente (almeno su queste prime battute) nel posto più basso del podio dell'affabilità.

D'altronde si sa, l'allenamento di un Pilastro non può essere lo stesso di qualsiasi altro ammazzademoni, e quale modo migliore di mettere in pratica le proprie abilità se non con una vecchia bambola meccanica raffigurante uno degli spadaccini più potenti mai esistiti dall'era Sengoku? Sei braccia di legno, movenze impressionanti e un volto noto che Tanjiro riconosce subito a primo sguardo: quello del fiammante spadaccino apparso nei suoi sogni.
Un avversario provvidenziale quella bambola, che diviene il nuovo manichino di allenamento di un Tanjiro pronto a sbloccare nuove tecniche, conoscenze e un passo più vicino alla sua meta finale.

Sbloccata l'abilità di prevedere le mosse dell'avversario meccanico (sempre affidata al suo strabiliante senso dell'olfatto), Tanjiro riesce a superarne le difese colpendola alla testa. Arrivato ormai al suo limite, il fantoccio si spacca in due rivelando al suo interno una katana sopravvissuta per oltre 300 anni.

Introduzione all'arco narrativo

Come è solito vedere nelle primissime puntate di un nuovo cour, non è raro imbattersi in avvenimenti che hanno il palese quanto ingrato compito di fungere da tramite tra gli esordi di un nuovo arco narrativo e le sanguinose battaglie, epilogo delle vicende.

Questo è il suo ruolo: una puntata di passaggio che serve a introdurci non solo ai nuovi personaggi, ma anche ai futuri sviluppi fisici e mentali dei nostri protagonisti. Parlando proprio del nostro Tanjiro, è lampante quanto spicchi ancora la sua immancabile bontà, caratteristica primaria dai tratti assai marcati che lo porta, molto spesso, a sopportare angherie da parte di chiunque. Il piccolo Kotetsu ne è la prova: bambino astuto, a tratti presuntuoso, dall'animo gentile ma ignorante quando si tratta di conoscenze basilari del comportamento umano. È per via di questa sua immaturità che Tanjiro si ritrova senza cibo e acqua per diversi giorni. Esagerazione dovuta certamente al voler aggiungere comicità e leggerezza a un momento ripetitivo come l'ennesimo allenamento per diventare più forti, ma base fertile dalla quale diventa lecito domandarsi se davvero sia il caso di farsi mettere i piedi in testa dal primo bambino sconosciuto incontrato per strada.

Ma se si parla di bambini, è molto probabile che quello che si avvicina di più a tale definizione sia proprio il pilastro della nebbia, Tokito Muichiro. Non perché si comporti nel concreto con immaturità e impertinenza, quanto per la sua innata capacità di parlare senza filtri, esclamando incurante dei sentimenti altrui la più spudorata verità dei fatti. Tratto indubbiamente utile ma che lo fa stare in bilico tra un sentimento di labile apprensione e il fastidio più totale.

Una buona trasposizione

Sembrerà inutile sottolineare ancora una volta l'incredibile lavoro che ufotable è riuscito a realizzare in questa terza stagione dell'anime, eppure, sembra che non abbia intenzione di smettere di stupirci con altrettanti piccoli dettagli. Anche se in quest'ultima puntata non spicca il fiero comparto tecnico del primissimo episodio (qui lascio la recensione di Demon Slayer 3x01), tanti sono i particolari degni di nota.

Primo tra tutti è certamente la trasposizione dei combattimenti: un lavoro certosino benché trasposto sfruttando un po' troppo un rallenty che non aiuta affatto con la fluidità della narrazione, ma che migliora nettamente i disegni del manga largamente inconcludenti e tutt'altro che puliti nella loro illustrazione. Ottimo l'utilizzo di sfocature e filtri scuri per rendere visivamente forte un concetto astratto come quello della concentrazione. Piacevole, quanto positivamente visibile a un occhio attento, la resa meccanica degli ingranaggi della bambola (realizzati con una buona cgi) e l'effetto della pioggia, favolosamente sfumata nella sua profondità.

Menzione d'onore va, senza alcun dubbio, all'ending della stagione "Koi Kogare" dei MAN WITH A MISSION x Milet, stessi autori della bellissima opening, e accostata dagli immancabilisiparietti finali tipici della serie di Demon Slayer.

Demon Slayer 3 Demon Slayer 3 va avanti con una nuova puntata che ci introduce con maggior interesse e approfondimento le nuove eccentriche personalità con cui avremmo a che fare durante l’arco narrativo. Esse sono protagoniste di un comparto tecnico che, sebbene non possa essere paragonato in toto a quello visto durante la prima puntata per via delle vicende narrate dai toni più compassati, non manca di deliziarci con tanti piccoli dettagli degni di una serie di questo calibro.