Demon Slayer 3x08 Recensione: l'anime è ancora al top?

A un passo dallo scontro vero e proprio, Demon Slayer 3 torna su Crunchyroll con una nuova puntata pronta svelare il misterioso passato di Tokito Muichiro.

Demon Slayer 3x08 Recensione: l'anime è ancora al top?
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Ormai ad un passo da quelli che saranno i frenetici scontri tra spadaccini e demoni, Demon Slayer 3 continua ad essere bersaglio di critiche, questa volta rivolte in particolar modo alla narrazione della serie. Molti infatti si chiedono se non sarebbe stato più appropriato adattare Demon Slayer 3 con un film, al posto di rallentare tanto il flusso di trama che comprende questo arco narrativo ambientato nel villaggio dei forgiatori di katana. In questa recensione approfondiremo anche questi argomenti caldi, intanto però Ufotable ci catapulta verso nuove rivelazioni, dissipando la nebbia intorno al passato del Pilastro della Nebbia, Tokito Muichiro.

"Il "mu" di Muichiro"

Con un inizio netto, senza particolari preamboli che si collegano alla puntata precedente (lasciamo qui la nostra recensione di Demon Slayer 3x07), scopriamo che anche per l'Hashira della Nebbia la vita non è stata affatto facile: orfano a dieci anni, ha perso i genitori per colpa di sfortunate vicissitudini di vita, costretto poi a sopravvivere insieme a suo fratello gemello, Yuichiro.

Purtroppo, come ogni tragedia familiare, la morte prematura del padre e della madre portano pesantezza e scontento tra i due tanto da spingerli a non parlarsi più dopo l'ennesima, gravosa litigata, alimentata soprattutto dall'arrivo di Amane Ubuyashiki. Ella, mandata dal capofamiglia, bussava spesso alla loro porta per reclutarli come papabili futuri ammazzademoni. Purtroppo, l'entusiasmo non viene condiviso da entrambi i fratelli e Yuichiro, ricolmo di rabbia, impedisce al piccolo Muichiro di accettare tale folle richiesta. Condizionato dalla morte del padre, dipartito per aiutare a tutti i costi sua moglie, la frase che più colpisce l'orgoglio è quella che afferma che "aiutare gli altri non porta a nulla di buono". Come ogni triste passato umano nel mondo di Demon Slayer, tutti i personaggi conosciuti fino ad ora hanno avuto brutte esperienze legate ai demoni in passato, incontri sfortunati che gli hanno portato via ogni cosa.

Questo è anche il caso dell'attuale Pilastro della Nebbia, privato dell'unico parente rimastogli, un gemello che, con le sue ultime forze, la volontà di proteggere il suo piccolo ed amato fratellino.

Con un ultimo flashback, l'Hashira torna sul campo di battaglia mostrando per la prima volta una voglia a forma di nuvola. Lo scontro riprende frenetico. Tokito esperisce uno strabiliante risveglio che gli permette di star dietro alla velocità del suo opponente tanto da colpirlo senza fatica all'altezza del collo. Ha finalmente inizio il vero scontro tra il Pilastro della Nebbia e la quinta Luna Crescente.

Ritrovare se stessi

L'intero episodio verte interamente sul passato di Tokito Muichiro, dileguando la nebbia che ricopriva con insistenza un personaggio dal carattere fin troppo distaccato e piatto. Fortunatamente nulla viene lasciato al caso e, con puntualità seguendo lo schema ideato da Gotoge, si svelano le motivazioni (o meglio vicissitudini) che portarono Muichiro a intraprendere la strada dell'ammazzademone.

Partendo dal principio, una delle caratteristiche che ricorre più spesso all'interno di questo ottavo episodio di Demon Slayer 3 è il concetto di inutilità, accostato alla più semplice nozione di specialità di un individuo. Solo i prescelti sono in grado di aiutare gli altri seguendo le orme di un destino più grande. Un'argomentazione contorta quella esclamata da Yuichiro, ma che nasconde in sé molto più di ciò che viene esperito a parole. Il senso di protezione, unito alla reale volontà di pretendere il meglio dalla vita per il proprio fratello, accompagnano la narrazione degli ultimi istanti di questi flashback ad esaltare la tragicità di un evento dalle note atroci. Un'idea ben congeniata quella del mangaka, che continua a mettere in luce (anche se a tratti in maniera più nascosta) la centralità di Tanjiro in tutte le vicissitudini che coinvolgono secondarie personalità con cui entra in contatto. Caso specifico da menzionare in quanto primo ad essersi manifestato su altri personaggi oltre al protagonista, è il "risveglio".

Quest'ultimo, nel caso di Tokito quantomeno, non riguarda solo il vero potenziale combattivo di un individuo, ma anche una rinnovata consapevolezza della propria identità. Ciò a cui assistiamo, e che Koyoharu Gotoge ha saputo ben inserire tra le righe, è un vero e proprio riallineamento cosciente ai sentimenti che hanno guidato Muichiro fino a questo momento. Un riacquisire se stesso, ritrovando espressività, motivazione e presa in carico di volontà, dissipando l'indifferenza di un'identità da tempo perduta.

Ogni pretesto è buono

Come ogni serie di successo che si rispetti, Demon Slayer 3 non è esente da critiche da parte della community. Come menzionato nell'introduzione, molti si sono domandati se non fosse stato meglio racchiudere l'arco narrativo ambientato nel villaggio dei forgiatori di katana in un'unica pellicola, al posto di suddividerlo in episodi in cui la narrazione viene rallentata a causa del numero ristretto di capitoli dell'opera originale.

Un pensiero forse precipitoso vista la propensione di Ufotable a riciclare alcune vicende per allungare il brodo. Con l'esperienza del Treno Mugen, la probabile quanto infelice ripetizione delle stesse vicende prima come film e successivamente suddivise in puntate avrebbe portato solo ulteriore scontento. Per il resto, l'adattamento dello studio di animazione risulta preciso e pulito mentre segue di pari passo le pagine del manga. Purtroppo, avendo quest'ultimo pochi capitoli complessivi, è normale constatare un rallentamento generale della storia che si prende il suo tempo per mostrare con maggior dettaglio gli avvenimenti narrati. Malauguratamente, un punto a sfavore proveniente proprio dalla mente del sensei Gotoge, ovvero il periodico riproporsi dello stesso schema: nuova ambientazione, nuovo Pilastro da conoscere, nuova Luna Crescente da sconfiggere, rivelazione dei vissuti di ambo le fazioni, conclusione (spesso tragica) in una o entrambe le parti prese in carico. Una decisione elementare che, a lungo andare, potrebbe effettivamente risultare noiosa da gestire.

Giunti a oltre metà del percorso, gli appassionati hanno avuto modo di assistere a varie sperimentazioni di casa Ufotable, concordando sull'esagerazione portata dallo studio per quanto riguarda la sovrapposizione di tecniche cinematografiche che non si sposano bene tra loro. Visto che la messa in onda viene attuata quando ormai il prodotto è concluso senza possibilità di modificarlo di pari passo all'uscita degli episodi, è ormai palese come l'utilizzo della 3DCG sia altresì altalenante durante l'intero minutaggio.

In questa puntata spiccano soprattutto gli effetti visivi dell'acqua che, da momenti di disdicevole deformazione, passava ad amalgamarsi con precisione al contesto. Il tutto viene accompagnato da OST sempre più malinconiche, esaltazione di uno splatter suggestivo e violento, e a sua volta rappresentazione di un approfondimento sempre più dettagliato delle tavole del manga.

Demon Slayer 3 Sebbene le sperimentazioni di casa Ufotable continuino ad essere altalenanti, passando per momenti di totale incongruenza a frammenti di impeccabile unificazione, Demon Slayer 3 continua a stupire, portando su schermo un adattamento certosino ed approfondito della storia originale di Koyoharu Gotoge. Anche se non esente dalle ennesime critiche che bersagliano le scelte stilistiche sia del manga che dello studio di animazione, nel complesso questo ottavo episodio è stato all’altezza delle aspettative, mostrandoci con malinconia e tristezza il misterioso passato del Pilastro della Nebbia, Tokito Muichiro.