Devil Lady: Recensione dell'anime tratto dal manga di Go Nagai

Il Devilman al femminile di Go Nagai cerca di proporre temi ben più maturi rispetto all'anime classico, ma il risultato è altalenante.

Devil Lady: Recensione dell'anime tratto dal manga di Go Nagai
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Quello di Devilman è un franchise che non ha bisogno di presentazioni. Dopo aver infiammato i cuori degli appassionati tra gli anni Settanta e Ottanta con manga, spin-off, serie anime e OVA, la saga è recentemente tornata in auge grazie all'adattamento di Netflix (Devilman: Crybaby). Ma, diciamo la verità, una creatura del genere non ha mai sopito l'amore che la sua fanbase ha provato nel corso degli ultimi decenni, qualunque fosse l'incarnazione del pittoresco brand, che ha avuto una moltitudine di vesti e trasposizioni differenti. Lo sa bene Go Nagai, leggendario creatore di Devilman così come di tanti altri capolavori del fumetto e dell'animazione giapponese. Nel 1997, infatti, l'autore dava vita a una nuova opera che facesse da nuovo spin-off a uno dei suoi lavori più celebri: Devil Lady.

Intitolata originariamente Devilman Lady, la serie è a tutti gli effetti una versione al femminile del più popolare Devilman e, nel 1998, ricevette un adattamento anime a cura di TMS Entertainment. Composta di 26 episodi, la produzione televisiva si discostò in parte dagli eventi narrati all'interno dell'opera cartacea e fu trasmessa in TV fino alla primavera del 1999. Dopo essere sbarcata in televisione grazie a Man-Ga, Devil Lady è disponibile anche in versione DVD in un box da collezione edito Yamato Video e pubblicato da Koch Media.

Il Diavolo veste Prada

La storia di Devil Lady narra la parabola di Jun Fudo, una modella dalla bellezza mozzafiato in grado di ammaliare chiunque incontri. Jun è una vera professionista nel suo lavoro ed è apprezzata da chiunque scelga di fotografarla: si dice, a tal proposito, che tutto il suo fascino sia insito all'interno del suo sguardo, che sembra celare un potere misterioso in grado di attrarre chiunque.

All'inizio di questa avventura Jun Fudo conduce la sua vita uno shooting alla volta e in totale spensieratezza, ma tra uno scatto e l'altro si fa largo un oscuro presagio, una sensazione di morte che la pervade quando crede di vedere delle mostruosità laddove l'occhio umano non è in grado di riconoscerle.

La donna ignora che la sua vita sta per essere sconvolta da una serie di eventi tragici: tutto inizia quando Asuka Ran, una misteriosa e spietata agente governativa a capo di un'associazione para-militare segreta, entra nella sua vita. Scopo del gruppo è trovare delle creature chiamate Devil Beast, che si nascondono tra gli umani prendendo sembianze antropomorfe: in realtà le creature, che rappresentano il prossimo stadio evolutivo della razza umana, progettano di sterminare i terrestri e per questo Asuka lotta quotidianamente contro le mostruosità che si celano nell'ombra.

Jun Fudo è una pedina davvero importante in questa guerra santa contro i demoni: ella stessa è un particolare esemplare di Devil Beast. È infatti in grado di trasformarsi in Devil Lady, una creatura dal corpo demoniaco che tuttavia ha conservato il cuore di un essere umano.

Mossa, quindi, da sentimenti di compassione e umanità nei confronti del prossimo, la protagonista sarà tuttavia divisa tra il suo lato amorevole e quello bestiale, cercando di lottare costantemente tra gli istinti primordiali che le impongono di versare il sangue altrui e invece i propri sentimenti, divisi tra amicizie e amori impossibili.

L'impronta di base, o perlomeno il background di fondo a livello concettuale, sono chiaramente ispirati al Devilman originale, anti-eroe e uomo compassionevole intrappolato nel corpo di un mostro che brama carne e sangue. La sceneggiatura prende però sin da subito le distanze dall'opera madre, riversando in piccoli riferimenti, easter egg e caratterizzazione di alcuni protagonisti alcuni non troppo velati riferimenti all'immaginario principale. Quella imbastita dall'anime di Devil Lady, in realtà, non è una scrittura particolarmente brillante, fin troppo rintanata all'interno di una serie di cliché narrativi e di una struttura fin troppo ciclica che si ripete nel corso degli episodi. I personaggi, inoltre, presentano una scrittura fin troppo raffazzonata e, laddove le dinamiche tra alcuni dei protagonisti potrebbero risultare interessanti, la trama cade in una serie di cliché e di risvolti confusionari che non permettono di godere appieno dell'originale affresco narrativo.

Uomini, donne e diavoli

Risulta senza dubbio interessante, però, l'introspezione sulla protagonista. Jun Fudo assume tutte le sfumature di un'anti-eroina tormentata, divisa tra il desiderio della carne e l'innocenza di una donna vittima degli eventi di cui si ritrova protagonista. Devil Lady cerca inoltre di essere un prodotto estremamente maturo, ma anche nell'affrontare certi temi non incontra una messa in scena particolarmente memorabile.

Anche nella serie di TMS Entertinment, così come nella storia madre con protagonista Akira Fudo, c'è spazio per una forte dose di sacralità ed erotismo, ma laddove la componente sessuale in Devilman assume i connotati di una danza folle e demoniaca, in nome delle pulsioni più sfrenate e delle deformità più brutali, la sensazione è che un tema del genere in Devil Lady sia più che altro fine a se stesso.

Tra nudi più o meno integrali e alcune scene dalla forte carica erotica, la produzione scade fin troppo spesso in un fanservice gratuito e alle volte persino grottesco. In ciò non viene aiutato dal comparto tecnico, che agli occhi di un mercato che in quegli anni si avviava verso un'importante rivoluzione visiva appare decisamente anacronistico e poco dettagliato.

La qualità dei disegni non è, purtroppo, sempre all'altezza delle aspettative nei confronti di un prodotto associato a Devilman: va detto, però, che le sequenze dedicate alle trasformazioni demoniache, o alla messa in scena dei mostri che popolano l'immaginario creato da Go Nagai, può definirsi sicuramente soddisfacente e forte del solito, sontuoso character design dai tratti decisamente peculiari. È però nei momenti lontani dall'azione e dalle bestie, e non sono pochi, che il comparto estetico di Devil Lady raggiunge a fatica la sufficienza e non è per nulla supportato da un accompagnamento sonoro fin troppo blando e ripetitivo, accompagnato da una messa in scena fin troppo lenta e pedante. Ciò, in ultima analisi, da un lato permette di gravare sull'elemento horror, che in alcuni frangenti raggiunge alcuni colpi visivi niente male, ma dall'altro rende l'intera rappresentazione un andirivieni di momenti già visti e fin troppo riciclati.

Abbiamo potuto guardare Devil Lady grazie all'edizione home video distribuita da Koch Media ed edita da Yamato. Il box DVD, unico formato disponibile sul mercato, si pone in continuità con i precedenti cofanetti da collezione: il packaging prevede l'involucro di cartone ad avvolgere la confezione, che si compone di 7 dischi, corredata dal solito booklet da 32 pagine che include al suo interno le sinossi delle puntate e bozze preparatorie dei personaggi più iconici dell'anime.

Sul versante visivo Devil Lady non offre grandi spunti: il formato in 4:3 non salva totalmente una scarsa pulizia visiva, dovuta principalmente alla mancanza del materiale originale in alta definizione. Per quanto riguarda il comparto sonoro, infine, il box offre una traccia audio che tiene conto del doppiaggio italiano e una dedicata alla versione originale in giapponese, opportunamente sottotitolata nella nostra lingua.

Devil Lady Il Devilman al femminile di Go Nagai in versione animata presenta buoni spunti ma non li sviluppa a dovere. Devil Lady cerca di proporre temi e narrazioni più maturi rispetto all'anime classico tratto dal manga cult di Go Nagai, che all'epoca fu variato sensibilmente per rivolgersi a un pubblico più giovane; ciononostante, laddove l'elemento horror è presente in maniera forte, la messa in scena tradisce le buone intenzioni degli autori, mentre la carica sacrale ed erotica finisce vittima di sequenze al limite del grottesco a causa di un character design e di animazioni non eccelse. Tutto sommato, la serie di TMS Entertainmente si lascia guardare senza troppe pretese, complice l'ottima introspezione sulla protagonista, ma è ben lontana dalla maestosità del miglior Devilman.

6.5