Di Digimon Adventure avevamo solo fugaci ricordi della digievoluzione di Patamon in Angemon, della sigla italiana e dei termini occidentalizzati; ma di tutto il resto solo labili reminiscenze di alcuni nemici e di scene senza alcun contesto. Per questo motivo quando di recente Crunchyroll ha aggiunto la serie del 1999 di Digimon Adventure in lingua originale e con i sottotitoli in italiano, per cavalcare l'onda del successo del remake/reboot Digimon Adventure 2020 (a proposito, Digimon Adventure 2020 è quasi giunto a conclusione!), ne abbiamo approfittato per rivederlo a distanza di 21 anni: in Italia, infatti, è arrivato soltanto nel 2000.
La serie è stata prodotta da Toei Animation, che ha curato anche le successive iterazioni del franchise, a cui ha anche lavorato come regista di alcuni episodi un giovane Mamoru Hosoda. Nel visionare con un punto di vista diverso e più maturo Digimon Adventure, abbiamo ritrovato vecchi amici che credevamo ormai dimenticati ed abbiamo rivissuto un'avventura che ancora oggi riesce ad incantare ed emozionare.
L'inizio di un'avventura memorabile
Il primo giorno di campeggio estivo a cui hanno preso parte gli studenti delle elementari Taichi, Yamato, Mimi, Sora, Koshiro, Joe e Takeru è iniziato in maniera abbastanza tranquilla, ma non sapevano che da lì a poco avrebbero vissuto un'esperienza unica. Tutto comincia con un'inspiegabile bufera di neve in piena estate: un evento inconsueto, ma solo una delle tante anomalie atmosferiche che si stanno verificando nel mondo. Al termine della tempesta, i giovani vedono precipitare dal cielo degli strani dispositivi elettronici simili ad orologi digitali. A seguito di ciò ha luogo un'avventura che non dimenticheranno mai e che li porterà ad incontrare nuovi amici: improvvisamente, i bambini vengono catapultati su un'isola in un altro mondo, dove trovano ad accoglierli strane creature parlanti, i Digimon. Per comodità li identificheremo con il nome della loro prima evoluzione, nonché la forma con cui si mostrano più frequentemente: Agumon, Piyomon, Tentomon, Gabumon, Patamon, Gomamon, e Palmon. Dopo uno spaesamento iniziale, i bambini ed i loro nuovi amici esplorano l'isola per scoprire cosa sta accadendo e per trovare un modo per tornare a casa. I giovani si rendono subito conto che nonostante sembri un luogo tranquillo, in realtà è popolato da mostri digitali che vogliono eliminarli per dominare con il terrore su tutto il mondo: ben presto, infatti, scopriamo che Taichi, Yamato, Mimi, Sora, Koshiro, Joe e Takeru sono i Bambini Prescelti che devono liberare il Mondo dei Digimon dalle forze del male con l'aiuto di nuovi ed inaspettati amici.
Dunque, i prescelti ed i loro compagni intraprendono un viaggio costellato da pericoli e nemici sempre più agguerriti, ma troveranno anche fedeli alleati. Non mancheranno ovviamente le entusiasmanti evoluzioni, che aiuteranno gli eroi a combattere il male che minaccia il mondo.
La scelta di avere come protagonisti i Bambini Prescelti potrebbe essere un deterrente per molti a vedere Digimon Adventure, perché convinti che sia una produzione unicamente per un pubblico di bambini, ma in realtà cela un'essenza più matura, che lo rende pienamente godibile anche agli adulti.
Coloro che nel 2000 avevano più o meno la stessa età dei Prescelti e lo hanno visto per la prima volta apprezzandone l'idea di fondo, immedesimandosi negli eroi, ora potrebbero cogliere le tinte di un racconto di formazione. A caratterizzare ulteriormente la serie sono le varie domande che stimolano la curiosità e la costruzione dei personaggi. Digimon Adventure è a conti fatti una produzione adatta ad ogni fascia di età.
Amici digitali
Digimon Adventure è riuscito a coinvolgerci pienamente nell'avventura, al punto da farci sentire parte del gruppo e a tenere sempre vivo l'interesse di scoprire il Mondo dei Digimon. Quando Taichi e gli altri muovono i primi passi nel mondo, abbiamo provato il loro stesso senso di disorientamento, perché hanno iniziato ad accavallarsi le prime domande su cosa stesse accadendo e sul motivo per cui i protagonisti si trovino in un nuovo mondo. Allo stesso modo, ci siamo sentiti emozionati nell'assistere alle prime evoluzioni dei Digimon, e sebbene a volte il titolo degli episodi riveli cosa vedremo, si vive comunque la solennità di eventi clou come la prima evoluzione di Patamon in Angemon. Dopo l'arco iniziale, quello di Devimon e dell'Isola di File, il racconto si fa più avvincente: gli eroi raggiungono il Continente di Server per trovare i Medaglioni e gli Stemmi con i quali i compagni possono eseguire un'ulteriore evoluzione; in questa circostanza ci vengono forniti i primi dettagli per conoscere il Mondo dei Digimon e le creature digitali, seppure molto sia ancora avvolto nel mistero. Le informazioni vengono date con il contagocce nel corso delle saghe, ma una volta arrivati ai titoli di coda ci si sente pienamente soddisfatti perché viene risolto ogni quesito. È innegabile, dunque, come gli autori siano riusciti ad imbastire una trama orizzontale semplice, ma in grado di tenere sempre viva l'attenzione.
Il racconto non è di certo perfetto, perché risente di alcuni problemi che comunque non gravano eccessivamente sull'opera: allungamenti, spiegazioni troppo sbrigative, o stilemi narrativi ripetuti; se da un lato questo mette in evidenza una mancanza di idee che potessero osare di più, dall'altro, abbiamo apprezzato come vengano rimescolate e contestualizzate all'occorrenza per dare comunque un senso di varietà.

A rinvigorire la sceneggiatura sono i numerosi colpi di scena che rendono la narrazione sempre più incalzante, il primo dei quali stravolge completamente la trama e getta le solide basi per le fasi successive: la storyline cambia drasticamente e assume tonalità più introspettive pur essendo una produzione per bambini quando Taichi e i suoi si ritrovano ad affrontare situazioni del tutto inaspettate.
Sicuramente una trama costantemente travolgente ed esaltante, ricca di plot-twist e segreti da svelare poco alla volta, rende Digimon Adventure un'opera memorabile, ma la vera peculiarità è la buona scrittura del cast di attori.
Dietro ad un'intelaiatura narrativa apparentemente bambinesca, si cela una tematica apprezzabile da ogni tipo di pubblico: l'importanza dell'amicizia. Mentre i bambini potrebbero interessarsi solo al rapporto tra i Digimon e gli eroi, i più grandi potrebbero riuscire a gradire come l'amicizia sia una fase importante del percorso di formazione dei Prescelti. Anche se al giorno d'oggi gli eroi risulterebbero stereotipati, sono comunque ben delineati: poco alla volta impariamo a conoscere il loro carattere ed il rapporto con le famiglie, con qualche scorcio del loro passato, così da avere ben chiaro quali siano le principali insicurezze. A discapito della natura corale, Taichi ha uno sviluppo più approfondito: infatti, alcune parti della storia lo vedono come unico mattatore o ruotano attorno al suo sviluppo. Nel corso delle vicende, gli eroi affrontano eventi che li portano ad una crescita emotiva, tanto che al termine sono ben diversi da quando sono approdati per la prima volta nel nuovo mondo: se all'inizio avevano paura e volevano solo tornare a casa, con il tempo capiscono di non voler abbandonare i loro nuovi compagni e quel luogo dove hanno vissuto tante peripezie.
Sono proprio i Digimon a far raggiungere ai bambini la maturazione: un ruolo importante in questo lo ricopre la loro capacità di parlare e di ragionare, e di conseguenza di esporre le emozioni, così da avvicinarsi di più ai loro padroni. Questo li rende alla stregua di amici a cui Taichi, Sora, Mimi, Joe, Yamato, Takeru e Koshiro possono confidare paure e turbamenti, e che li aiuteranno a trovare se stessi per raggiungere uno sviluppo psicologico.

Il legame tra i mostri digitali e gli eroi viene rafforzato nel corso dei 54 episodi, estendendosi in maniera indiretta anche verso il pubblico: arrivati alle battute conclusive abbiamo provato un senso di vuoto, come se avessimo detto addio ad amici da cui non avremmo mai voluto separarci.
Evoluzioni e super-evoluzioni
Parlando del lato artistico, Digimon Adventure non è certo invecchiato benissimo. Benché i disegni siano ben realizzati, con alcuni perdonabili inciampi stilistici dovuti agli anni che la serie porta sulle spalle, non risulta molto ricercato e mostra il fianco a proporzioni fuori scala. Salta subito all'occhio una discreta CGI, utilizzata solo per le sequenze di alcune specifiche evoluzioni. Queste ultime sono visivamente affascinanti con un buon gioco di luci ed effetti e con una soundtrack frenetica che fa crescere la tensione della scena; nonostante siano un piacere alla vista, le sequenze delle evoluzioni sono riproposte ad ogni occasione e vengono facilmente a noia, anche se nelle fasi più avanzate si velocizzano. Al netto di uno stile artistico gradevole, le animazioni non sono molto convincenti, tanto da non rendere apprezzabili gli scontri tra mostri digitali, soprattutto se si pensa che all'epoca Toei Animation avesse già all'attivo Dragon Ball. Il cuore pulsante della produzione è il character design sia degli umani, ma soprattutto dei mostriciattoli: quello dei bambini è riconoscibile grazie ad alcune particolari visivi che li rendono unici, come gli occhiali sopra la testa di Taichi o il cappello da cowgirl di Mimi, ma nel complesso è abbastanza semplice. Il vero fiore all'occhiello sono i Digimon: sono molti, ed ognuno ha uno stile variegato ed elaborato, soprattutto quello delle evoluzioni.

Non tutte le trasformazioni seguono una logica: ad esempio, laddove Tentomon (un insetto) si evolve in Kabuterimon (una sorta di scarabeo volante), Patamon passa dall'essere una creatura carina ad Angemon, un vero e proprio angelo; se non altro, in questo caso specifico la forma angelica va intesa come la personificazione della purezza e dell'innocenza.
Ciononostante, il design è stilisticamente meraviglioso ed ancora oggi rimaniamo incantati nel vedere le varie forme e le incredibili evoluzioni dei Digimon.