Recensione Domu - Sogni di bambini

Ritorna Otomo con i suoi sogni di bambini

Recensione Domu - Sogni di bambini
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Domu - Sogni di bambini

Domu, tradotto come sogni di bambini, è uno dei primi manga di Katsuhiro Otomo, famigerato autore di Akira, Memories, Legend of Mother Sarah e il più recente Steamboy. Questo fumetto, scritto tra il 1980 e il 1983, è un volume di 256 pagine in cui Otomo si allontana dalle atmosfere post-apocalittiche di Akira e in cui però tratta temi riguardanti il contrastante rapporto tra adulti e bambini. Da menzionare che con quest'opera ha vinto lo Science Fiction Gran Prix Award.

Trama

In un enorme caseggiato di una metropoli contemporanea una serie di tragici eventi si sta susseguendo in una maniera inquietante: persone si buttano dall'altissimo terrazzo, suicidandosi. La polizia brancola nel buio, non sa che pesci prendere, anche se effettivamente il commissario Yamagawa è convinto di poter dare una spiegazione razionale a questi eventi. L'incipit è quello tipico di un romanzo giallo, ma l'autore non si limita a questi elementi e aggiunge anche elementi soprannaturali come poteri ESP. Spiegazioni scientifiche di come queste persone possano avere tali poteri non ci sono, ma praticamente la seconda parte è basata sullo scontro di due "persone" che li possiedono.
Tra altre morti misteriose, interrogatori di persone che abitano in questo immenso, quanto ristretto caseggiato, prosegue il fumetto. L'atmosfera che permea l'intera storia è inquietante, tipica di un romanzo thriller, proprio per via degli elementi soprannaturali che sono stati inseriti. Da evidenziare anche la matrice action-splatter che rende più interessanti i combattimenti. Ammetto che in questo paragrafo di trama c'è poco, ma essendo un volume autoconclusivo vorrei evitare di anticiparvi troppo.

Lo stile di Otomo

Quest'opera di K. Otomo è molto particolare: si basa su una storia fantastica che mette a confronto la spensieratezza dei bambini con la tristezza e la solitudine degli adulti. Probabilmente punto forte di questa è il disegno: sempre molto verosimile e con alcune tavole veramente molto belle (su tutte colpisce sicuramente quella del caseggiato). Comunque il tratto molto verosimile ci immerge in questo volume molto coinvolgente: si gioca molto sui silenzi e sull'azione più che sui dialoghi stessi. Otomo infatti ci presenta i personaggi non tramite i loro pensieri, ma tramite ciò che fanno. E fin qui sarebbe tutto bello se non fosse che se ci si ferma a pensare l'impressione che si ha è quella di mancanza di sostanza. Cosa ci rimane dopo questa lettura? L'idea è che l'autore per concentrare questa storia in queste pagine abbia dovuto lasciare tanti spunti, tante accezioni rispetto a quel che avrebbe voluto e non sia riuscito ad ampliare molti temi.
Lo stile di Otomo, comunque, si fa sentire nelle piccole cose, ma complice una fine molto ambigua rimangono diversi dubbi. Chi era veramente il vecchio Cho? Cosa lo spingeva a commettere tali azioni? Sia chiaro che non è il determinismo che si cerca, semplicemente più sostanza. La libera interpretazione va bene, ma è sempre buono cercare risposte diverse da quelle che voleva comunicare l'autore?

Domu - Sogni di bambini Intrattenimento di classe: ecco come mi sento di definire questa storia. Il disegno e lo stile di Otomo permeano tutto il racconto, però oltre la storia bisogna lasciare la libera interpretazione. Nel panorama moderno, dove molto o è lasciato al caso o è esplicitato, questo fumetto fa senz'altro bene e quindi è consigliato a chi vuole vivere una bella storia e magari spremerci le meningi... ovviamente anche agli Otomo's fans. Però non cercate risposte nella storia, non ne troverete.