Dragon Ball Super: la recensione del Torneo tra i due Universi su Italia 1

Si è conclusa la saga del Torneo tra gli Universi 6 e 7 di Dragon Ball Super, in onda su Italia 1. Analizziamo l'arco narrativo proposto.

Dragon Ball Super: la recensione del Torneo tra i due Universi su Italia 1
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Con l'episodio 42 termina ufficialmente la saga del Torneo tra gli Universi 6 e 7 di Dragon Ball Super: il nuovo arco narrativo ha aperto la nuova tornata di puntate acquistate da Mediaset per la messa in onda su Italia 1. C'eravamo fermati al numero 27, in quel di gennaio 2017, e dallo scorso 6 settembre Italia 1 è ripartita dall'episodio 28 con la trasmissione pomeridiana dell'anime. Tiriamo le somme di una saga che, con i suoi alti e i suoi bassi, getta importantissime premesse narrative per gli episodi successivi.

Gli altri universi

I nuovi episodi di Dragon Ball Super sono ripartiti, più o meno, da dove ci eravamo fermati: sconfitto Freezer, Goku e Vegeta tornano ad allenarsi sul pianeta di Beerus forti della loro nuova trasformazione in Super Saiyan Blue, mentre sulla Terra i Guerrieri Z riprendono a vivere in pace - ma senza trascurare gli allenamenti: da qui in poi assisteremo a una graduale "rinascita" del personaggi di Gohan, il quale ha capito che deve tornare alla forma smagliante di un tempo per proteggere i suoi cari in caso di minacce. In questo contesto facciamo subito la conoscenza di un nuovo dio della distruzione: Champa! Si tratta del fratello gemello di Beerus, identico alla divinità che abbiamo già conosciuto se non fosse per il fatto che è grasso e indossa abiti di colore rosso. Champa è accompagnato da Vados, sorella maggiore dell'angelo Whis, e i due dei della distruzione decidono di mitigare vecchi dissapori indicendo un torneo di arti marziali tra i cinque guerrieri più forti delle rispettive realtà. È in questa occasione che Dragon Ball Super ci mette di fronte un'ulteriore, sconvolgente teoria narrativa: Goku e gli altri vivono soltanto uno dei molti universi - il Settimo, per la precisione - presenti nel cosmo e ogni universo ha una sua controparte gemella (nel caso del Settimo, governato da Beerus, è il Sesto, governato dal fratello Champa). Una prospettiva che apre all'arrivo di una marea di nuovi personaggi, che espanderanno tantissimo la lore del franchise creato da Akira Toriyama e soprattutto rappresenteranno nuove sfide per i protagonisti.

Il torneo

La saga del torneo tra gli Universi 6 e 7 si mantiene in linea con le precedenti in termini quantitativi: in meno di 20 episodi racconta la nascita, l'organizzazione, lo svolgimento e la conclusione di un intero arco narrativo, portandoci sin da subito nel vivo dell'azione e degli incontri, ma sacrificando a volte l'eccessivo dilungarsi di eventi e dialoghi al fine di concentrare la narrazione esclusivamente sui duelli proposti. Ecco che, spesso e volentieri, ci siamo ritrovati ad assistere a due (certe volte anche tre) scontri nello stesso episodio, il tutto votato al convergere del racconto negli episodi finali, fino all'epica battaglia tra quelli che, di fatto, sono i due finalisti: Goku e Hit. Una scelta, questa, che avrà fatto storcere il naso ai fan più tradizionalisti di Dragon Ball, quelli che per aspettare una tecnica finale o una trasformazione trascorrevano gli interi pomeriggi davanti alla TV, ma dall'altro riesce a fidelizzare ottimamente una fetta di pubblico più giovane e meno paziente sull'argomento, satura com'è di un panorama Shonen che negli anni si è largamente evoluto, in termini sia tecnici che contenutistici.

Nuovi e vecchi guerrieri

La prima tornata dei nuovi episodi di Dragon Ball Super riveste una certa importanza soprattutto perché si tratta del primo arco narrativo davvero "originale" dell'anime, visto che le prime due saghe sono state dei ‘remake' dei due lungometraggi usciti tra il 2013 e il 2015 (Dragon Ball Z: La battaglia degli dei e Dragon Ball Z: La Resurrezione di F). Non siamo di fronte al miglior Dragon Ball in termini narrativi, per i motivi già citati finora: in generale Dragon Ball Super ha enormemente diviso il fandom del franchise, tra chi proprio non riesce a mandare giù i nuovi (e a volte incoerenti con l'opera originale) risvolti e chi invece sta amando le trame inedite imbastite da Akira Toiryama.

Un grande merito la saga del torneo appena conclusasi ce l'ha, quello cioè di dare una ventata d'aria fresca alla lore di Dragon Ball. Ma l'arrivo di Beerus, il ritorno di Freezer e le nuove trasformazioni per Goku e Vegeta non sono bastate, forse, a dare all'anime quella spinta in più per affermarsi al livello delle vecchie, gloriose serie. Si badi bene, siamo su un livello completamente diverso e probabilmente inferiore al grande Dragon Ball Z, complice anche la nuova e stravolgente struttura narrativa, ma ci troviamo sicuramente di fronte l'arco narrativo finora più interessante di Super. I nuovi guerrieri come il Saiyan Cabba, l'alieno Frost e soprattutto il micidiale Hit sono personaggi che, tutt'ora, rimangono nel cuore dei fan e al centro delle vicende del Torneo del Potere (al momento in corso in Giappone e che in Italia vedremo solo tra molto tempo). Bisogna poi fare un grande plauso ai doppiatori, che in questi quattordici episodi ha svolto un grandissimo lavoro per fornire ai protagonisti le voci più consone: su tutti hanno spiccato enormemente Claudio Moneta e Gianluca Iacono, rispettivamente voci di Goku e Vegeta.

Il doppiatore del protagonista, con il tempo, è riuscito a fornire una versione tutta sua di uno dei personaggi più amati di sempre e, soprattutto, orfano della voce del grande e compianto Paolo Torrisi: bellissime, peraltro, scene come la trasformazione di Goku in Super Saiyan Blue Kaioken, nella quale l'incredibile grido di Moneta ci ha ricordato (non senza una punta di romantica nostalgia) l'indimenticabile voce di Torrisi. Gianluca Iacono è semplicemente fenomenale: guida il suo Vegeta, ormai maturo, con il pilota automatico e in questi primi 42 episodi di Dragon Ball Super ha fornito alcune delle interpretazioni migliori mai viste in tutta la serie in versione italiana. Ottimo, finora, anche l'adattamento italiano in termini di traduzioni (per quanto riguarda titoli, nomi e spiegazioni), nella speranza che tali standard si mantengano su questi livelli anche nei prossimi episodi

Dragon Ball Super (Anime) Possiamo definirci soddisfatti di una saga che, anche se con alti e bassi, regala una ventata d’aria fresca a Dragon Ball Super e un paio di momenti emozionanti, pur rimanendo distante dalla qualità cui ci aveva abituato Dragon Ball Z, tutt'oggi massima espressione del brand di Toriyama. La struttura narrativa di Dragon Ball Super di certo farà storcere il naso ai fan più puristi del franchise, ma ha il merito di avvicinare in maniera molto più fluida e diretta i nuovi appassionati - in particolare le nuove generazioni.