Sin dalla conclusione di Fairy Tail, il cui sessantatreesimo e ultimo volume è stato pubblicato nel Bel Paese nel mese di maggio 2019, Edizioni Star Comics ha cercato di proporre ai propri lettori i vari spin-off realizzati dal geniale Hiro Mashima e dai suoi molteplici collaboratori, come ad esempio quello incentrato sui potenti Dragon Slayer di Fairy Tail e Sabertooth. Scritto dal mangaka tuttofare e disegnato dall'artista Boku, Fairy Girls è invece una miniserie in quattro volumi incentrata sulle maghe di punta della gilda Fairy Tail, ossia Lucy Heartfilia, Erza Scarlet, Juvia Lockser e la piccola Wendy Marvel, che per l'occasione dovranno svolgere una serie di missioni senza la compagnia dei chiassosi e violenti maschietti appartenenti al Team Natsu. Riusciranno le irresistibili eroine a brillare di luce propria?
La nascita del team Fairy Girls


Mentre le Side Stories illustrate da Kyouta Shibano ponevano sotto una nuova luce dei personaggi secondari come i Draghi Gemelli di Sabertooth, nonché eroi solitari come Laxus Dreyar e Gajeel Redfox, approfondendone la caratterizzazione in maniera efficace e convincente, la scelta di assegnare il ruolo di protagoniste di Fairy Girls alle quattro fanciulle appartenenti al nucleo principale della gilda non ci aveva convinti particolarmente. Poiché queste hanno appunto giocato un ruolo sempre centrale - per non dire determinante - nelle vicende di Fairy Tail, lo spin-off rischiava dunque di risultare barboso ed esclusivamente votato al fanservice. Coinvolgendo le giovani maghe in casi di natura assai diversa da quelli generalmente proposti dal sensei Mashima, il duo di artisti è invece riuscito a imbastire una storiella leggera e divertente, basata non tanto sui combattimenti spettacolari e pirotecnici che caratterizzano il mondo di Fairy Tail, quanto sul fortissimo legame instauratosi fra le sue interpreti principali. Anziché riprendere i toni spesso tragici dell'opera principale, con Fairy Girls si è inoltre scelto di puntare ed esplorare con assoluta naturalezza la routine quotidiana di Lucy e compagne, nonché la funzione stessa delle gilde magiche: organizzazioni che ogni giorno assumono dozzine di incarichi su commissione, indipendentemente dalla natura delle varie missioni. Come risultato, il fumetto risulta abbastanza comprensibile anche senza particolari conoscenze pregresse inerenti al "Mashimaverse", ma date le tematiche tutto sommato ingenue e spesso ripetitive, è abbastanza improbabile che questo possa essere apprezzato appieno da coloro che non siano già fan sfegatati delle succinte eroine coinvolte.
Un tripudio di fanservice
Nonostante il comparto narrativo di Fairy Girl sia tutt'altro che insipido o fiacco, il vero punto di forza del prodotto è rappresentato da un fanservice smodato e onnipresente. Esaltando a dismisura la vena "ecchi" che contraddistingue i manga del sensei Mashima, l'autore ha costantemente ritratto le maghe di Fairy Tail (e non solo) in situazioni assurde e piccanti, allo scopo di metterne in mostra le rotondità da capogiro.


Volendo soffermarci sull'edizione italiana, sottolineiamo la straordinaria cura che Star Comics ha riposto nell'interpretazione dei testi: sebbene alcuni nomi non siano stati traslitterati correttamente (com'era già avvenuto nell'opera principale da cui è tratto lo spin-off), la traduzione dei colpi e dei dialoghi appare molto precisa e scorrevole. I quattro volumi sono infine impreziositi dalla presenza delle alette, com'era già avvenuto lo scorso anno per Fairy Tail S - Short Stories e, più di recente, per Fairy Tail: Side Stories.