Gigi la Trottola: recensione della storica serie su Amazon Prime Video

Gigi la Trottola è disponibile in streaming su Amazon Prime Video: serie degli anni ‘80, parodia degli spokon.

Gigi la Trottola: recensione della storica serie su Amazon Prime Video
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In un periodo in cui in Giappone andavano di moda gli spokon (manga e anime a tema sportivo), nel 1979 ne venne pubblicato uno che si distaccava dagli altri per la comicità esuberante: Dash Kappei, di Noboru Rokuda. Questa è stata la formula vincente che è riuscita a conquistare milioni di lettori, tanto che lo studio d'animazione Tatsunoko nel 1981 ha realizzato una trasposizione animata, mentre il manga era ancora in corso, motivo per il quale sono presenti delle differenze con la versione cartacea. L

'anime di Dash Kappei divenne comunque uno dei più apprezzati dell'epoca. In Italia, la trasposizione di Dash Kappei arrivò nel 1983, subendo un pesante cambiamento nei nomi e in alcuni segmenti, così il titolo è diventato Gigi la Trottola. Recentemente, Gigi la Trottola ha arricchito il catalogo di Amazon Prime Video, unicamente con doppiaggio italiano.

Una storia di sport e di amore

Gigi Sullivan (questo il nome italiano di Kappei Sakamoto) ha una strana ed incurabile passione per la biancheria intima femminile: non perde occasione di alzare le gonne alle studentesse del liceo Seirin per vedere se hanno slip bianchi, il suo metro di giudizio per trovare la donna ideale. Inoltre, lo studente è la causa di numerosi disordini sia dentro che fuori la scuola, ed è un egocentrico di prima categoria, convinto di essere il migliore in tutto e di non sbagliare mai nulla. Nonostante il suo carattere ed il suo aspetto non molto affascinante, essendo basso e non molto attraente, le ragazze iniziano ad apprezzarlo poco alla volta. Gigi la Trottola, però, non è una commedia romantica, bensì uno spokon dalle evidenti tonalità comiche: infatti, Gigi è un inusuale ed inaspettato asso del basket e anche di tutti gli altri sport. Un giorno, mentre fugge da un insegnante che lo ha scoperto a sbirciare nel bagno delle donne, il Nostro si è ritrovato nel campo di basket della scuola, dove si sta svolgendo una partita di allenamento: Gigi riesce a rubare con un'azione inaspettata la palla al capitano della squadra. Questi decide di averlo in squadra, perché colpito dalla sua capacità di eludere gli avversari.

Anche se è un talento naturale del basket, Gigi non prende troppo sul serio lo sport e non ne conosce i fondamenti, e, come se non bastasse, vorrebbe giocare da titolare, anche senza avere il giusto allenamento. In realtà, è difficile dire esattamente se quello di Gigi sia un talento naturale, una combinazione di minuziosi calcoli matematici, o semplicemente un'immensa dose di fortuna, ma i suoi tiri infrangono le leggi della fisica e centrano sempre il canestro.

Siccome l'allenatrice Gloria (Kaori, in originale) vuole che inizi come riserva, Gigi rifiuta di unirsi alla squadra, ma cambia idea quando incontra la bella, dolce e gentile Anna (Akane), di cui si innamora a prima vista: decide di diventare il più grande giocatore di basket, così da conquistare il cuore di Anna. Tuttavia, ad ostacolarlo c'è Salomone (Seiichiro), il cane parlante della ragazza che desidera tanto sposarla e per evitare che Gigi si intrometta nei suoi piani, cerca di metterlo in difficoltà quando ne ha l'occasione.

Mentre è evidente che tutti i personaggi notino che Salomone si comporti quasi come un umano, non è ben chiaro se riescano a sentirlo parlare o se sia in grado di farlo solo Gigi, perché sono poche le situazioni in cui sembra che reagiscano alle sue parole. Benché Gigi la Trottola non presenti una struttura propriamente lineare, con episodi prevalentemente autoconclusivi o solo alcuni collegati tra loro, vi è comunque una continuità tra gli eventi: siccome Gigi vive da solo in un appartamento non molto accogliente, Anna accetta di ospitarlo a casa sua, con Salomone, che lo tiene costantemente sotto controllo. Grazie ad un costante allenamento, il protagonista diventa un giocatore formidabile ed imbattibile, al punto da essere, stranamente, il migliore del team.

L'asso del basket e non solo

Gigi la Trottola vuole semplicemente far divertire con situazioni surreali e allo stesso tempo contrapporsi ai vari spokon diffusi all'epoca, che erano caratterizzati da tonalità cupe e serie. Se alcuni titoli trattavano lo sport in maniera rispettosa, Dash Kappei cerca di focalizzarsi sul lato più comico: ad esempio, mentre l'immaginario comune vuole che i giocatori di basket siano tutti alti, Gigi è basso e difficilmente si penserebbe che giochi a pallacanestro. Già dai primi minuti si assistono a momenti goliardici e nonsense, come la prova di ammissione alla squadra: Gigi viene deriso da un giocatore per la sua altezza e per vendicarsi lo colpisce con il pallone, che in seguito entra nel canestro. È abbastanza evidente dunque che la serie voglia essere una commedia leggera e che non si vuole (e non si deve) prendere troppo sul serio, perché cerca solo di strappare un sorriso e di far trascorrere il tempo in totale spensieratezza. Proprio per via del suo voler essere una caricatura degli sport, è del tutto assente il senso di sfida soverchiante e di crescita che potrebbe tenere incollati allo schermo, che ci si aspetterebbe da uno spokon: Gigi riesce sempre a trovare un modo per vincere tutte le partite, anche quelle più impegnative, utilizzando la sua astuzia, persino in maniera non molto sportiva.

A rendere la visione ancora più piacevole sono le innumerevoli citazioni sparse negli episodi: alcune meno riconoscibili poiché riferimenti all'intrattenimento giapponese, come personaggi televisivi; altre sono autocitazioni, come i rimandi a Kyashan - il ragazzo androide, uno dei titoli più noti dello studio Tatsunoko; altre ancora più palesi, tra cui i richiami a Star Wars.

A fronte di ciò, è abbastanza palese come l'anime non abbia un vero filo conduttore che unisca le varie puntate, ma piuttosto è caratterizzato da brevi archi narrativi; questo preclude uno sviluppo della storia d'amore con Anna, che è estremamente semplice.

Una volta arrivati verso metà stagione, vi è un cambio di rotta: non vediamo più Gigi dedicarsi unicamente al basket, ma anche ad altri sport, dal golf, al ping-pong, alla scherma, riuscendo a sconfiggere tutti gli atleti come solo lui sa fare e dimostrando così di essere il miglior in circolazione. Poiché non ha una struttura propriamente lineare, avremmo preferito che Dash Kappei mostrasse uno sport differente nelle diverse puntate, oppure che fosse suddiviso in brevi archi, ognuno dei quali dedicati a diverse attività sportive, così da rendere la visione più variegata.

Questo avrebbe potuto giustificare anche l'assenza di una maturazione del protagonista, che continua a non comprendere l'importanza del gioco di squadra e a non seguire i consigli dell'allenatrice e degli altri compagni.

A tal proposito vorremmo spendere qualche parola sui personaggi, che non risultano essere tutti ben delineati, esclusi i tre principali: Gigi è un ragazzo alquanto turbolento che non perde occasione di guardare sotto le sottane delle donne e che agisce sempre indipendentemente sul campo. Quando il giovane parla del suo passato, i racconti sono eccessivamente sopra le righe, per farci capire che non sono veri. Questo è dovuto soprattutto al suo atteggiamento egocentrico e supponente, che lo rende poco sportivo e disinteressato al basket, ma non risulta essere affatto antipatico, perché in fondo Gigi riesce comunque a stimolare la squadra e a portarla sempre alla vittoria. Anna, invece, è dolce e gentile, ed è abbastanza evidente che è attratta dal protagonista, anche se ha delle incertezze e non riesce ad ammetterlo a se stessa, ma è gelosa quando lo vede corteggiare altre donne.

Salomone è l'acerrimo rivale del protagonista e cerca di tenerlo il più lontano possibile dalla sua amata, anche se è ben consapevole di essere un cane e di non avere molte possibilità di conquistare il suo cuore. Il rapporto tra Gigi e Salomone è caratterizzato da continui scherzi, ma in diverse situazioni dimostrano di tenere l'uno all'altro.

Quando non cerca di sbarazzarsi del suo rivale, Salomone è al centro di siparietti in cui cerca di spiegare alcune regole sportive, ma viene costantemente interrotto da un altro cane. I restanti interpreti, invece, sono carismatici ma non caratterizzati a sufficienza.

Concludiamo dicendo che Gigi la Trottola, al netto dei difetti, riesce nell'intento di intrattenere grazie alla sua comicità, dietro la quale non è difficile scrutare una riflessione che ci ricorda che lo sport non è solo competizione agguerrita, ma anche divertimento.

Uno stile non più giovane

Se il racconto di Gigi la Trottola è una piacevole parodia degli spokon, non convince del tutto sul lato artistico. Ben consapevoli che l'anime è del 1981, al netto di animazioni ben realizzate e fluide che rendono piacevoli i match nonostante gli anni, i disegni non sono molto curati, eccezion fatta per la resa del protagonista, in cui si nota una cura maggiore. Il tratto utilizzato per Gigi è prevalentemente tondeggiante ed è volutamente deformato ed eccessivo, per essere il più caricaturale possibile e in varie situazioni mostra anche altre alterazioni più marcate.

Invece, nelle occasioni in cui lo studente diventa serio, il disegno è lievemente squadrato e più dettagliato, tanto da renderlo un ragazzo completamente diverso. Da contraltare, gli altri personaggi hanno uno stile poco attento e che mostra il fianco ad un character design non molto ispirato e che si ripete, con solo qualche variante nelle colorazioni, benché diventi deformato nelle situazioni più ilari.

Gigi la Trottola - Dasshu Kappei Gigi la Trottola si pone come una parodia degli spokon e ci riesce magistralmente, mostrando il lato divertente degli sport. Tra tiri che infrangono le leggi della fisica, situazioni sempre assurde, e numerose citazioni, l’anime riesce a rallegrare in maniera abbastanza leggera, facendo chiudere un occhio sull’assenza di una trama. Tuttavia, non vi è una buona costruzione degli interpreti: se si nota un’attenzione maggiore per Gigi, Salomone e Anna, che risultano essere ben delineati, non si può dire lo stesso per gli altri, dai vari membri della squadra ai numerosi rivali. Allo stesso modo, il comparto artistico è poco d’impatto e si nota subito una cura particolare solo per la resa di Gigi. In compenso, anche l’impianto artistico riesce a mettere in evidenza il lato più caricaturale e spiritoso di Gigi la Trottola.

6.9