Grizzly Shark: la Recensione del fumetto di Ryan Ottley

Se quello che cercate da un fumetto è un insieme di sangue, black humor, squali famelici e ancora sangue, SaldaPress ha quello che fa per voi.

Grizzly Shark: la Recensione del fumetto di Ryan Ottley
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Alle volte, determinate idee vengono alla luce quasi per gioco, senza quindi passare da un lungo iter creativo che prevede lunghe sessioni di brainstorming, riscritture e/o ripensamenti vari. Grizzly Shark, il folle quanto divertente fumetto creato da Ryan Ottley (disegnatore di Invincible, celebre fumetto di Robert Kirkman, ma anche nuovo deus ex machina dell'attuale ciclo narrativo di Amazing Spider-Man insieme a Nick Spencer) è venuto fuori proprio così: puntando tutto su un'idea tanto semplice quanto funzionale, sfruttando un concept (non completato) creato in occasione di un 24 Hours Comic Day, evento a tema fumettistico in cui vari autori, come esplicitato dal titolo, devono creare un fumetto in un solo giorno.

Lo squalo dei boschi

Grizzly Shark, miniserie di tre numeri creata da Ryan Ottley e pubblicata in America dalla Image Comics (riproposta in volume unico da Saldapress per il mercato italiano), ci trasporta in un mondo dove gli squali riescono a vivere fuori dall'acqua, cercando di mietere sempre nuove vittime sfruttando le chiome degli alberi (o l'erba alta) per tendere pericolosissimi agguati.
L'intreccio narrativo, quasi del tutto assente, porta il lettore a fare la conoscenza di alcuni poveri malcapitati che si ritrovano, per loro sfortuna, a dover confrontarsi con alcuni degli squali più spietati di sempre.
L'autore ha voluto impostare l'intero fumetto più come una raccolta di mini e micro gag piuttosto che su una struttura narrativa autoconclusiva e stratificata, divertendosi molto nel disegnare squali famelici che azzannano qualunque cosa gli capiti a tiro senza soluzione di continuità.
Per quanto nel fumetto siano presenti molte scene dalla forte impronta splatter (visto anche l'alto tasso di sangue mostrato in moltissime tavole), la violenza in realtà non risulta mai difficile da digerire o particolarmente disturbante, dato che l'intera opera è ammantata da un black humor che in alcuni punti si avvicina anche allo stile iconoclasta di Garth Ennis, pur senza arrivare alle vette politicamente scorrette dello scrittore britannico. Ottley, comunque, tra una mattanza e l'altra, è riuscito anche a inserire all'interno dell'opera un po' di satira sociale, mostrando al lettore tutta una serie di personaggi, appartenenti alle più disparate classi sociali, sempre con la testa fra le nuvole e totalmente incuranti dei pericoli che si trovano di fronte, quasi come a denunciare il grande livello di desensibilizzazione alla violenza di cui ormai un po' tutti soffriamo da tempo. Gli stessi protagonisti delle vicende, un ragazzino di nome Donnie a cui manca la parte inferiore del corpo (persa in seguito all'attacco di uno squalo) e JonBob, un energumeno non molto sveglio, affrontano gli squali in modo scanzonato e irriverente, riuscendo a passare sopra anche alle disgrazie più gravi, così da rendere tutte le sequenze presenti nell'albo realmente spassose e mai pesanti.

L'orso dei mari

La seconda parte dell'opera fa entrare in scena quello che può essere considerato come il villain principale, cioè un orso che vive nell'acqua, anche se il confronto tra i due animali/mostri, per quanto ben congegnato, in realtà non riesce a restituire quel senso di ilarità generale, punto focale di tutta la prima parte del fumetto.

Lo scontro tra lo squalo e l'orso a parti invertite (situazione alla base dell'idea originale da cui è partito tutto, che ha coinvolto anche l'illustratore Jason Howard, amico di Ottley), risulta quasi come un semplice extra atto a rimarcare, ancora una volta, la furia distruttiva che anima le azioni dello squalo, incapace di mostrare pietà non solo per la razza umana ma anche per il mondo animale. Dal punto di vista tecnico, il fumetto presenta una costruzione delle tavole in grado di valorizzare al meglio la presenza scenica dello squalo, mostrato sempre con un'espressione furiosa capace di incentivare ancora di più la sua natura di super predatore, in grado di richiamare senza problemi una pletora di film, appartenenti al filone dei B-Movie o del trash, dello studio cinematografico The Asylum, specializzato nella produzione di film a basso costo dalle trame il più delle volte senza senso.

Le vignette, disegnate con i bordi irregolari, riescono a donare al lettore una sensazione di instabilità abbastanza marcata, in grado di incentivare ancora di più la situazione di pericolo in cui sono immersi tutti i personaggi, che si ritrovano in balia degli eventi ritrovandosi spesso a morire divorati dagli squali senza neanche rendersene conto. Il tratto di Ryan Ottley, dalla forte impronta cartoonesca, riesce a dare il meglio nelle sequenze maggiormente violente; ben realizzato infatti il sangue, così come i vari organi interni (sia degli animali che degli umani) mostrati in maniera dettagliata durante i numerosi smembramenti presenti nell'albo.
Soddisfacenti anche i colori di Ivan Plascencia, brillanti e molto vicini alle tonalità calde, capaci di dare anche maggiore risalto a tutte le sequenze dalla forte impronta gore.

Grizzly Shark Grizzly Shark è un fumetto scanzonato, nato per caso dopo una serata pazza tra amici, che non pretende di essere preso sul serio da nessuno; seppur l'albo non presenti una struttura narrativa solida, l'opera risulta comunque godibile e molto divertente, sicuramente adatta per staccare la spina dopo una giornata faticosa o per prendersi una pausa da letture più impegnate.

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