Hanma Baki: Son of Ogre Recensione: la saga continua su Netflix e convince

Dopo un anno dalla fine della serie Baki, la piattaforma streaming californiana torna con un nuovo anime tratto dal celebre manga di Keisuke Itagari

Hanma Baki: Son of Ogre Recensione: la saga continua su Netflix e convince
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La serie di Baki è ormai famosa per tutti gli appassionati del genere. Il manga, scritto da Keisuke Itagari, è stato pubblicato dal 1991 al 1999 ed ha visto ben tre sequel: New Grappler Baki (iniziato nel ‘99 e finito nel 2005), Baki: Son of Ogre (dal 2005 al 2012), e Baki Dou (dal 2014 e ancora in corso). Il manga parla di come il protagonista Baki Hanma cerca di battere il padre Yujiro, ritenuto "la creatura più forte del mondo", allenandosi e combattendo con avversari via via sempre più forti e pericolosi.

Dal manga finora sono stati tratti due anime: il primo nel 2001, comprendente 48 episodi e ancora inedito in Italia, il secondo a partire dal 2018 fino al 2020, di 39 episodi totali, distribuito da Netflix. Ora, invece, è uscita la terza serie anime di Baki, sempre grazie alla piattaforma streaming californiana. Intitolata Hanma Baki: Son of Ogre, al momento conta 12 episodi.

Lotte tra detenuti

La serie riprende dall'ultima stagione dell'anime del 2018 (al seguente link trovate la nostra recensione di Baki). Il protagonista, dopo aver detto al padre Yujiro di volerlo sfidare, deve allenarsi per essere pronto al combattimento decisivo. Tornato a casa, il pensiero che gli balena in mente è quello di andare a trovare Biscuit Oliva, denominato "Unchained", il senza catene, perché libero di poter andare dove gli pare essendo il secondo uomo più forte del mondo. Quest'ultimo si trova nella prigione federale dell'Arizona, e per infiltrarsi al suo interno al nostro eroe non resta che commettere un reato federale.

Sotto sua stessa richiesta, Baki viene trasferito nella prigione di Oliva. Qui incontra un nuovo personaggio il cui nome è Jun Guevaru. Anche lui si trova lì per poter combattere contro Biscuit, e fin da subito Baki vede in lui un avversario temibile, visto che le guardie della prigione lasciano fare a Guevaru quello che gli pare, proprio come a Oliva, e per questo viene denominato da tutti i detenuti "Secondo".

Con il proseguire degli episodi, l'anime si incentra soprattutto sui personaggi di Jun Guevaru e Biscuit Oliva, chiari nomi ispirati da persone reali (Che Guevara e Sergio Oliva), e viene mostrato il perché del loro carattere grazie ad alcune sequenze incentrate sul loro passato, fino ad arrivare al combattimento tra i due. Baki invece, pur essendo il protagonista, osserva tutto da spettatore per la maggior parte degli episodi. Mentre nella prigione avviene tutto ciò, Yujiro arriva negli USA, incuriosito dalle voci che girano su Guevaru e Oliva.

Non mancano i combattimenti, resi benissimo dalle animazioni e sempre esagerati com'è tipico della serie, e gli approfondimenti della voce esterna, che spiega alcune delle tecniche più strane usate dai personaggi ed enfatizza le lotte. In alcuni momenti però quest'ultima risulta di troppo poiché, ritagliandosi qualche minuto in mezzo alle botte, rischia di far scemare l'impeto che lo spettatore prova in quel momento.

Amore, amore e ancora amore

Come sempre il tema principale è l'amore, anche se parliamo comunque di un battle shonen molto cruento. I vari personaggi sono diventati quel che sono per aver declinato a proprio modo diverse sfumature di questo sentimento: Jun per amore e libertà della sua isola, resa schiava dalla superpotenza statunitense; Biscuit Oliva per quello di una donna, anche lei all'interno della prigione, in una suite opposta a quella di Unchained.

I nuovi personaggi risultano quindi ben caratterizzati, mettendo a nudo le proprie emozioni con un'espressività marcata che torna ad essere una delle cifre stilistiche della produzione. Ci è però dispiaciuto vedere che la trama mette da parte l'evoluzione di Baki, che come dicevamo in questo primo blocco di episodi è stato ridimensionato a semplice spettatore.

In ultima istanza, i disegni si mantengono in linea con la serie precedente, tra combattenti esageratamente muscolosi e che sfoggiano mosse singolari durante le lotte. Tuttavia il finale, lasciato aperto per spianare la strada alla prossima stagione, è fin troppo veloce e frettoloso, quasi a voler chiudere la season velocemente per far posto alle prossime avventure del guerriero.

Baki Hanma Baki: Son of Ogre è un’opera godibile e rispecchia i canoni estetici della serie precedente. Seppur mettendo il protagonista in secondo piano, il resto dei personaggi sono ben caratterizzati. Lo stile dei disegni è soddisfacente, come anche le animazioni. La scrittura però tende ad essere tediosa e non riesce a fornire al nostro eroe l'evoluzione che ci aspettavamo.

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