Holly e Benji Due Fuoriclasse Recensione: la prima serie di Capitan Tsubasa

Realizzata dalla Tsuchida Production, il primo adattamento animato del manga di Yoichi Takahashi approdò in Italia nel 1986 col nome di Holly e Benji.

Holly e Benji Due Fuoriclasse Recensione: la prima serie di Capitan Tsubasa
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È difficile quantificare il valore mediatico e culturale che la serie di Holly e Benji ha avuto sul pubblico italiano e sull'audience nel nostro Paese. Sarà per i suoi temi, sarà che il calcio è vissuto in Italia come un vero e proprio culto, sarà infine l'anima avveniristica di un prodotto del genere, che andava a unire i crismi dello shonen con il genere sportivo. Con Captain Tsubasa, titolo giapponese del manga di Yoichi Takahashi che ispirò svariate serie anime - tradotte al di fuori del Giappone con "Holly e Benji" (Italia) o anche "Oliver et Tom" (Francia) - andava plasmandosi uno degli esempi più fulgidi di una categoria chiamata spokon: l'incontro, cioè, tra storie concepite per ragazzi e il mondo sportivo, ovviamente ponendo come protagonisti degli atleti che quasi sempre possiedono capacità fuori del comune. Holly e Benji: Due Fuoriclasse è il titolo nostrano della prima serie animata dedicata all'opera cult di Takahashi: diffusa in Giappone col semplice titolo di Captain Tsubasa, fu prodotta dalla Tsuchida Production e trasmessa nel 1983 in patria, salvo poi giungere nel 1986 sulle reti televisive nel nostro Paese. Recuperare la serie è oggi piuttosto facile grazie al recente lavoro svolto da Yamato Video (su distribuzione di Koch Media) su due cofanetti DVD dedicati allo storico anime: dopo aver visionato i prodotti, riscoprendone la trama completa, siamo pronti finalmente a parlare della prima epopea animata dei due campioni del calcio giapponese. E non potrebbe essere momento migliore, visto il successo che il più recente remake a cura di David Production sta riscuotendo in patria.

Per il calcio sono pazzi

Tsubasa Oozora è un bambino delle elementari che sogna di diventare un calciatore professionista. I puristi dell'adattamento italiano magari lo conosceranno con il nome di Oliver Hutton, ovvero il protagonista della storia. Holly si è da poco trasferito con sua madre a Nankatsu City, una piccola cittadina situata ai piedi del monte Fuji. I due vivono da soli, in quanto il padre del nostro è un capitano di porto costantemente in viaggio su navi da crociera che attraversano il mondo. A insaputa di Holly, però, è proprio questo elemento che determinerà il suo futuro. Oliver è un patito del calcio, legato indissolubilmente a un pallone che in tenera età gli salvò la vita permettendogli di non essere investito da un camion. Ed è proprio percorrendo le strade della sua nuova residenza, calciando costantemente la sfera ignaro e incurante del mondo che lo circonda, che fa una serie di incontri destinati a cambiargli la vita. Già dal suo primo giorno in giro per Nankatsu City, infatti, il protagonista fa la conoscenza dei membri della squadra calcistica della scuola elementare Nankatsu (New Team della scuola Newppy, per il pubblico italiano). Guidati dal giovane Bruce Harper (che in lingua giapponese si chiama Ryo Ishizaki), i piccoli aspiranti calciatori vivono da anni una delusione dopo l'altra, passate all'ombra dei portentosi atleti della St. Francis (Shuitetsu), scuola elementare privata che da sempre è rivale dell'istituto pubblico Newppy. Sin da subito, per Holly, nasce una profonda rivalità con il capitano della squadra avversaria, Genzo Wakabayashi (che altri non è che Benjamin "Benji" Price), il portiere numero uno della propria scuola destinato - come tutti sappiamo - a diventare insieme a Tsubasa il più grande fuoriclasse del calcio giapponese, andando a costituire una coppia attaccante/portiere in grado di far tremare qualunque compagine a livello mondiale. Il cammino del nostro eroe inizia quando Roberto Hongo (Sedinho secondo l'adattamento Mediaset, che si occupò del doppiaggio e della trasmissione della serie e ne detiene tutt'oggi i diritti per la TV), un giocatore professionista brasiliano di origini giapponesi la cui carriera volge al termine, giunge in città e si accorge dell'enorme talento insito in Holly.

Roberto è stato mandato in realtà proprio dal padre di Oliver che, conscio della grande abilità del campione, ha chiesto al suo vecchio amico di allenare suo figlio e traghettarlo nell'Olimpo del calcio. Dopo le iniziali rivalità, trascorse tra sfide personali e partite di allenamento, Holly e Benji si ritrovano da avversari durante il torneo delle elementari: obiettivo del protagonista è vincere la competizione per acquisire l'esperienza necessaria a partire con Sedinho per il Brasile, terra notoriamente fertile per il mondo del pallone e fucina di alcuni dei più grandi campioni che la storia ricordi. Quello delle elementari costituisce, di fatto, il primo arco narrativo dell'opera, volto a permetterci di conoscere quasi tutti i personaggi principali: ragazzi come Taro Misaki/Tom Baker, Hikaru Matsuyama/Joseph Callaghan e Jun Misugi/Julian Ross sono destinati a popolare i tantissimi episodi di cui si compone l'anime (128 in tutto), che si districa nella seconda parte con la seconda saga: il Torneo delle Medie, che a sua volta ci permette di fare la conoscenza di ulteriori rivalità, drammi personali e sfide sempre più accese.

Il pallone è tuo amico

Holly e Benji: Due Fuoriclasse è forse la serie anime ispirata al manga di Takahashi più conosciuta e popolare. Va detto che l'opera non traspone pienamente l'intera trama, ma sceglie di adattare le vicende contenute nei primi 25 tankobon del fumetto originale. È questo uno dei principali elementi di perplessità del franchise animato, che ha eccessivamente frammentato l'iter narrativo della saga in una pletora di adattamenti televisivi che non sono stati in grado di amalgamarsi tra loro, creando confusioni produttive in cui spesso si è preferito ripartire da capo piuttosto che proseguire i lavori svolti in precedenza.

Due Fuoriclasse, dunque, ci racconta la genesi della formidabile coppia calcistica, portandoci a esplorarne sia l'infanzia che la prima adolescenza. In tal senso, i 128 episodi di cui si compone la serie non sono propriamente scorrevoli o facilmente assimilabili, complice l'elevato minutaggio riservato alla sceneggiatura. È alquanto risaputo, per non dire leggendario, quanto i ritmi narrativi di Holly e Benji siano estremamente dilatati e fin troppo verbosi, esasperando al limite dell'impossibile la scrittura del maestro Takakashi nel manga originale e finendo (in alcuni frangenti) col rendere la produzione un'eccessiva parodia di se stessa, con una sceneggiatura che cade fin troppo spesso vittima di elementi ripetitivi e già visti nel plot di base. Tra campi di calcio dalle superfici interminabili e tempistiche conseguentemente allungate all'inverosimile, Holly e Benji non tradisce la sua anima vagamente shonen presentandoci situazioni in cui il gioco del calcio si trasforma in una vera e propria battaglia.

Ed è forse questo l'elemento che ha permesso all'opera di elevarsi e rendersi così popolare di fronte al pubblico; non di meno, le vicende di Capitan Tsubasa uniscono sapientemente il mondo sportivo (e tutte le sue esagerazioni) con gli archetipi più blasonati del battle shonen (si veda il triangolo di rivalità tra Holly, Benji e l'iconico Mark Lenders), inframmezzando il tutto con ragionati momenti di slice of life, in cui le turbe giovanili dei protagonisti si amalgamano con le loro imprese sportive. L'epopea di Holly e Benji: Due Fuoriclasse, pur spingendo al massimo l'acceleratore sulla spettacolarizzazione inverosimile del calcio - palloni che sfondano reti e muri, rovesciate eseguite in combo e messaggi mandati calciando la sfera da un angolo all'altro del quartiere - cerca anche di seguire l'iter professionistico e morale di un campione calcistico attraverso la parabola del suo formidabile protagonista: i sogni e le speranze, il rapporto con gli allenatori e i compagni di squadra, la superbia di essere un prodigio, le prime sconfitte, gli infortuni che rischiano di rovinare una carriera. Pur con tutte le sue assurdità, Holly e Benji fa ancora oggi breccia nel cuore di tutti gli appassionati, che ritrovano nelle capacità sovrumane dei protagonisti una rappresentazione dei propri sogni sportivi.

Un portiere e un attaccante

L'edizione home videoI due box DVD di Holly e Benji: Due Fuoriclasse (divisi, per l'appunto, tra Torneo delle Elementari e Torneo delle Medie) cercano di accontentare tutte le tipologie di fan, proponendo come al solito un comparto sonoro diviso tra voci e sigle italiane interscambiabili con quelle originali in lingua giapponese. A completare il tutto, poi, giunge il solito booklet contenente curiosità e dettagli sulla serie, inclusi i titoli e le sinossi di ciascun episodi incluso all'interno dei dischi. Particolarità di questi libretti da collezione è la loro estetica, che ricrea l'aspetto di colore rosato tipico dello storico quotidiano italiano, la Gazzetta dello Sport.

Va asserito, tuttavia, che sul versante visivo l'anime non è invecchiato benissimo. Se il character design dell'opera conserva piuttosto bene il tratto originale dell'autore, dal punto di vista tecnico Holly e Benji: Due Fuoriclasse non ha mai brillato a differenza di altri esponenti ad esso contemporanei. Una quantità notevole di frame ripetuti pedissequamente per dare un senso di continuità all'azione, prassi di cui il settore ha spesso abusato ma che qui si presenta con molta più frequenza, così come la scelta di rappresentare alcune delle fasi più concitate con immagini "splash" piuttosto statiche, ben mascherano un'animazione un po' indietro con gli anni, i cui unici guizzi emergono tutti nelle fasi d'azione più roboanti in cui gli atleti fanno sfoggio di tutta la propria agilità e forza fisica per compiere prodigi sportivi fuori dall'ordinario. La serie oggi è visionabile unicamente con una risoluzione schermo in 4:3 e, purtroppo, la qualità visiva rimane sporcata dall'avanzare dei decenni. Al momento, infatti, non esiste (perlomeno in Italia) materiale in alta definizione di Capitan Tsubasa, la cui licenza originale rimane di proprietà Mediaset, motivo per cui il lavoro di editing svolto sul prodotto originale risulta ostacolato da un assetto visivo di partenza piuttosto problematico, che non rovina più di tanto la visione ma fa comunque sentire il peso dei suoi anni.

Holly e Benji: Due Fuoriclasse Pur rientrando tra gli echi della leggenda per il valore artistico e culturale che ha rappresentato per milioni di appassionati, Holly e Benji: Due Fuoriclasse porta con sé alcuni difetti tipici del lavoro di adattamento di un'opera così mastodontica: eccessive dilatazioni narrative si accompagnano a un racconto a tratti ripetitivo e verboso, che nelle sue dinamiche di spettacolarizzazione finisce alle volte per diventare parodia di se stesso. L'epopea sportiva degli atleti creati da Yoichi Takahashi nel manga originale resta comunque un delizioso e importante racconto di formazione, che attraverso la parabola del campione dipinge i sogni sportivi di un ragazzino di ogni tempo, rimanendo indelebile attraverso i decenni.

7.5