Josée, la Tigre e i Pesci Recensione: il manga J-Pop supera l'anime

I disegni di Nao Emoto hanno tutte le carte in regola per superare il film di Kotaro Tamura. Vediamo insieme i motivi.

Josée, la Tigre e i Pesci Recensione: il manga J-Pop supera l'anime
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L'opera di Josée, la Tigre e i Pesci era già nota in Giappone nel 2020 ed è stata distribuita in Italia nel 2021. Dal 27 al 29 Settembre l'anime, il nuovo prodotto di Studio BONES e di Anime Factory tratto dal romanzo di Seiko Tanabe, ha riempito di spettatori le sale cinematografiche. Dal 29, inoltre, grazie alla partnership con J-Pop per Josée, la Tigre e i Pesci, la versione manga ha raggiunto tutte le fumetterie italiane. Si tratta di un cofanetto da collezione composto da due volumi, riconoscibile sugli scaffali dalla sua cover dai colori soavi, con un dolcissimo primo piano della protagonista Josée: uno stile molto legato al film di Kotaro Tamura.

Nella nostra recensione di Josée, la Tigre e i Pesci, abbiamo apprezzato la maturità del lavoro di Studio BONES che qui, con i disegni di Nao Emoto, acquista una diversa sfumatura, pur mantenendo intatti alcuni elementi. Il confronto con la versione animata è inevitabile, ed è interessante vedere come, nonostante alcuni piccoli limiti, essa possa essere altrettanto piacevole e addirittura avere un impatto maggiore su chi si affeziona a questa nuova dolce avventura.

Una storia piena di delicatezza

Sappiamo già che i protagonisti di questa particolare storia d'amore sono Kumiko e Tsuneo: una ragazza di 24 anni che si fa chiamare Josée, disabile fin dalla nascita, con la passione per il disegno, e uno studente universitario di 21 anni che, tra lavoro e immersioni subacquee, sogna di studiare in Messico. Le loro storie si intrecciano per caso, con tante difficoltà, ma incontrando anche momenti davvero speciali.

È un racconto di sogni che sembrano irraggiungibili, e vuole insegnarci quanto sia complicato tendere la mano verso un punto più alto. La vita mette i nostri due protagonisti a dura prova, ma la determinazione è più forte di qualsiasi apparente sconfitta e l'incoraggiamento reciproco spinge i due innamorati a non abbandonare i propri progetti e i propri obiettivi.

La sceneggiatura, la fotografia e i colori sono gli elementi fondamentali che conferiscono all'anime di Josée, la Tigre e i Pesci quel carattere dolce e sognante. Anche il manga riesce pienamente in questo intento, nonostante non possa servirsi di alcuni elementi. Da un lato i disegni in bianco e nero perdono, chiaramente, quel forte impatto visivo che l'animazione a colori riesce a dare alle immagini. I pesci sgargianti che circondano Tsuneo e Josée nelle immersioni e nella fantasia qui perdono po' della loro magia. Questo, d'altro canto, può essere un primo punto di forza in quanto la leggerezza del tratto, puro e senza colori, riesce a trasmettere quella delicatezza che permea ogni scena dell'anime così come ogni tavola del manga. I primi piani della dolce Kumiko ne sono un chiaro esempio: poche linee le contornano il viso candido, con un'attenzione speciale per lo sguardo, carico di emozioni.

Contrasti

Il tratto delicato caratterizza tutte le pagine dei due volumi, anche quando alla quasi totale assenza di colore si sostituisce la forte presenza del nero. Quest'opera grafica offre al lettore una miriade di contrasti che riescono a convivere armoniosamente, lasciando intatto lo stile evocativo di Emoto.

A pagine perlopiù bianche con piccoli disegni che alludono alla natura si accostano altre ricche di chiaroscuro, con pochissimi accenni di luminosità. È interessante vedere come, ad esempio, l'acqua possa essere realizzata in modi completamente differenti se la si guarda dall'esterno o dall'interno. L'opposizione netta del bianco e del nero non è l'unico contrasto evidente. A gabbie pressoché vuote si alternano pagine in cui il foglio è pieno di immagini, in special modo quando si pone l'attenzione sui dettagli di un particolare ambiente. Addirittura, alcuni elementi grafici rompono le barriere di ogni vignetta, riempiendo ogni spazio bianco possibile e svolgendo perlopiù una funzione decorativa. Questo è un aspetto che viene esasperato in alcune tavole prive di qualsiasi parola, a cui si oppone, talvolta, l'assenza di illustrazioni e la presenza di un'unica parola che sovrasta l'intera pagina priva di qualsiasi altro elemento.

Un ritmo incalzante

Il ritmo della narrazione è incredibilmente veloce. Le diverse vignette giustapposte, ambientate in luoghi o addirittura in tempi diversi, sono collegate sapientemente tra loro attraverso dialoghi che possono coesistere nel tempo e nello spazio, eliminando scene di congiunzione che rischierebbero di generare ripetizioni. Spesso la risposta a una domanda - quest'ultima espressa verbalmente - non è altro che la vignetta successiva che riesce a parlare col solo potere delle immagini.

I dialoghi selezionati riescono ad essere identici a quelli dell'anime. Qualunque sia l'ordine di approccio alle due versioni di Josée, la Tigre e i Pesci, la fedeltà con cui le parole sono riportate è incredibile. Qui il gusto personale svolge una funzione importantissima: chi tende a considerare l'opera una grande ripetizione di se stessa si trova in disaccordo con chi, invece, riesce ad apprezzare il duro lavoro di traduzione e trasposizione e ad osservare come le piccole accortezze di smussamento dello script possano rendere l'opera più piacevole e scorrevole. Un aspetto assai curioso è, inoltre, il frequente uso di onomatopee, le quali riescono a dare un piccolo assaggio di azione.

Josée, la Tigre e i Pesci Il manga di Josée, la Tigre e i Pesci sembra essere in grado di superare il film di Kotaro Tamura attraverso gli stessi mezzi di cui l’arte grafica dispone. Con un sapiente gioco di chiaroscuro, i disegni di Nao Emoto conservano l’atmosfera dolce e sognante che l’opera vuole trasmettere a chi la guarda. Una lettura piacevole e scorrevole che avvolge il cuore di chi riesce a lasciarsi affascinare da immagini estremamente evocative.

8.3