Kakegurui XX: la recensione della stagione 2 dell'anime Netflix

Dopo un primo, fugace, assaggio, abbiamo visto tutta la seconda stagione di Kakegurui. Ecco il nostro giudizio definitivo!

Kakegurui XX: la recensione della stagione 2 dell'anime Netflix
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Dopo un primo sguardo alle nuove avventure di Yumeko Jabami e di tutti gli altri folli protagonisti di Kakegurui XX, seconda stagione anime della serie, ci siamo prontamente barricati in casa, pronti a buttar giù tutto d'un fiato i restanti episodi. La voglia di scoprire che piega avrebbero preso le vicende legate all'Accademia Privata Hyakkaou ci ha letteralmente pervasi, grazie anche al solito - inconfondibile - stile esagerato dello show, tratto caratteristico di un'opera il cui apprezzamento cresce esponenzialmente sia in patria sia nel nostro Paese. Ci eravamo lasciati, subito dopo il primo episodio, con l'inizio di quello che si rivela essere un nuovo corso per tutta la scolaresca, l'avvento di una vera e propria rivoluzione, che rende praticamente obbligatorio quello che ogni buon giocatore d'azzardo vorrebbe sempre sentire: alzare la posta in gioco. Sempre. Il responso finale di questa seconda stagione, però non eguaglia pienamente l'impatto che ebbe su di noi la Season 1. Scopriamo perché.

Lotta continua

 La prima stagione di Kakeguri, come già anticipato, si è conclusa con la dichiarazione di Kirari Momobami - presidentessa del consiglio studentesco - di mettere in gioco la propria carica, aprendo così la serie ad un innumerevoli esiti possibili per il proseguo. Questi nuovi episodi - salvo una brevissima parentesi iniziale - ripartono proprio da questo assunto: una lotta cruenta e senza esclusione di colpi per il controllo dell'Accademia stessa.

Al folle gioco, però, si uniscono diversi nuovi pretendenti, tutti appartenenti al colosso del Paese: il clan Momobami. Che siano provenienti da famiglie "minori", o da quelle più in vista, i vari esponenti si rivelano sin da subito molto agguerriti e disposti praticamente a tutto pur di strappare il controllo dello Hyakkaou alla glaciale presidentessa in carica.

Ognuno di essi - splendidamente "illustrato" da un character desing di primissimo livello - possiede abilità e caratteristiche molto diverse, che danno vita, di conseguenza, ad un proprio "modus operandi" molto variegato, cosa che rende la loro presenza una vera e propria mina vagante pronta ad esplodere in qualunque momento. Tra tutti, comunque, spicca in particolare Rei Batsubami, una figura enigmatica nella sua devozione ai membri più illustri delle varie famiglie.

Di quest'ultimo, comunque, è l'arduo compito di aprire le danze, a dare il là a ciò che sarà l'argomento  principale della stagione: le elezioni per la presidenza del consiglio studentesco. Le forze in gioco, quindi, metteranno in campo tutte le energie disponibili, con l'obiettivo finale di detronizzare la leader del clan Momobami. Come? A colpi di scommesse, ovviamente!

Letale, brutale... Kakegurui!

 Così come nella prima stagione, ma adesso ancor di più, a rubare la scena, durante i dodici episodi di questa seconda fatica dello studio MAPPA sono le scommesse. Il ritmo della narrazione, seppur in realtà più lento e meno conciso rispetto al passato, viene scandito attraverso la messa in scena di numerose sfide ancor più fuori di testa e sopra le righe. Del resto, Kakegurui ha proprio nel suo DNA quella volontà irrefrenabile di portare a superare continuamente i limiti dei suoi personaggi. Ed è proprio qui che questa seconda stagione mette in mostra la sua doppia faccia, caratterizzata proprio da una disparità forse eccessiva della rappresentazione del cast.

Tralasciando la sempre perfetta e quasi diabolica Jabami, mossa ancora di più dalla voglia compulsiva di mettersi continuamente in gioco, senza alcune mire nascoste, gli altri protagonisti dello show appaiono ancora una volta eccessivamente passivi e, soprattutto, troppo legati a quella quasi fastidiosa voglia di voler continuamente vivere all'ombra del prossimo, senza mai veramente badare al proprio interesse personale o avere ambizioni proprie. Ciò non toglie, comunque, la buona evoluzione di personaggi come Mary Saotome e il mite Suzui. In particolare la bella bionda appare in questa seconda stagione molto più sfacciata e sicura di sé, nettamente più decisiva e centrale nell'economia generale dello show. 

Lealtà, alleanze, tradimenti

Che cosa sarebbe una bella scommessa senza un'altrettanto corposa posta in gioco? Seppur l'argomento centrale rimangano le elezioni accademiche, Kakegurui XX non perde mai la possibilità di portare su schermo le immancabili "sfide nelle sfide", in cui i vari protagonisti mettono a nudo, quasi sempre, la loro vera personalità. Non è soltanto il caso di Jabami, che in questa nuova tornata di episodi vede anche approfondito il proprio background,ma anche di tutti gli altri, continuamente spinti sull'orlo del fallimento e costretti a tirar fuori ogni tipo di asso dalle loro maniche. In queste fameliche battaglie non mancano alleanze improbabili, doppiogiochisti e - soprattutto - il solito colpo di scena su chi non racconta la verità sulle proprie origini.

A onor del vero, però, tutti gli intrighi si manifestano in modo a volte eccessivamente scontato, non rappresentando quasi mai una vera e propria sorpresa. Tutto ciò si racchiude in un finale frettoloso e poco esplicativo, che tenta - senza riuscirci - di gettare nella mischia un nuovo antagonista, celato per tutto il tempo sotto gli occhi di tutti. Ciò contribuisce a rendere ancora più caotico l'epilogo, che già di per sé risulta fin troppo banale e, in verità, poco interessante, riducendosi - a poco a poco - alla classica storia di vendetta nei confronti del nemico potente di turno, impersonato, stavolta, dall'autoritaria figura del clan Momobami. Lentamente, quindi, la lotta per il controllo dell'Accademia sembra quasi venir accantonata. Che sia  stata un monito per le vicende di un'eventuale terza stagione? 

Leggiadria Sensoriale

Come già anticipato nelle nostre prime impressioni sulla serie, ad uscirne vincitore a pieni voti è il comparto visivo, superlativo e quasi senza sbavature durante tutta la traversata. L'adattamento animato, curato dallo studio MAPPA, sotto la direzione di Yuichiro Hayashi alla regia e Yasuko Kobayashi alla sceneggiatura, riesce a replicare splendidamente gli ottimi risultati della controparte cartacea, portando sullo schermo un prodotto qualitativamente sopra gli standard. Rispetto alla precedente stagione, Kakegurui XX, come già avevamo avuto modo di appurare, è contraddistinto da uno stile grafico più deciso, con una scelta cromatica decisamente più aggressiva ed esplosiva capace di dar vita ad un'epifania cromatica continua e, per usare un termine più consono, irrefrenabile.

Vi avevamo accennato anche di una certa legnosità nelle animazioni. Ebbene, per fortuna, continuando con gli episodi, questo fenomeno ci è apparso meno incisivo del previsto, risultando tutto sommato del tutto accettabile e quasi mai in grado di inficiare la qualità complessiva della serie. Di pari passo con lo stile grafico, anche quello sonoro mostra buoni risultati, in particolare se si analizzano elementi come il doppiaggio originale e le due sigle. L'opening, di cui vi abbiamo già anticipato il nostro positivo giudizio, è accompagnata da una molto piacevole ending, curata dalla band nipponica "D-selections" dal titolo "AlegriA". Entrambe risultano sicuramente di ottimo livello, così come ottima è l'interpretazione - ancora una volta - del cast di doppiatori - tutti confermati dalla prima stagione - originali chiamati a prestare le loro corde vocali ai numerosi "volti" in campo. Ciò che proprio ci ha deluso, e molto, è il doppiaggio nostrano, decisamente dimenticabile e a tratti quasi offensivo nella pronuncia di alcuni elementi tipici della terminologia nipponica.

Kakegurui XX La seconda stagione di Kakegurui, un po' come il ricorrente lancio della moneta, è caratterizzata da una doppia faccia. Seppur sorretta da una partenza a razzo e dalla capacità di mantenere intatto lo stile strampalato e fuori di testa che caratterizza la serie, la resa finale paga un incedere eccessivamente lento della storia. Soddisfacente, d'altro canto, la resa dei nuovi personaggi. Plauso finale per la realizzazione tecnica: lo studio MAPPA ha saputo portare su schermo un vero e proprio mosaico di colori, coadiuvati da un tratto e una direzione artistica impeccabile.

7.5