La storia di Ken il Guerriero ha sempre posto al proprio centro due importanti temi: l'amore e la famiglia. Più in particolare, nel caso del secondo valore citato, il legame fraterno. Non serve scavare troppo a fondo nelle varie saghe di Hokuto no Ken per trovarci, alla base, la rivalità tra i tre fratelli della divina Scuola di Hokuto. La benevolenza di Toki, la compassione di Kenshiro, la superbia di Raul. E non è un caso che la prima serie anime di Ken il Guerriero culmini con il destino che si compie per i due ultimi fratelli rimasti in vita: il duello risolutivo tra Ken e Raoh, uno scontro di volontà incrollabili nel segno di un sentimento specifico, l'amore.
L'amore per Julia: ricerca, speranza e volontà per il protagonista; rabbia, invidia e possessione per il suo furioso fratello maggiore. Il drammatico finale della prima serie TV tratta dal capolavoro di Buronson e Tetsuo Hara non poteva non essere trasposto in uno dei cinque film che compongono la pentalogia realizzata tra il 2006 e il 2008, in celebrazione del 35° anniversario del franchise. L'anno scorso Koch Media e Anime Factory portarono al cinema il primo (qui la nostra Recensione di Ken il Guerriero La Leggenda di Hokuto), per poi pubblicare in edizione home video - sia DVD che Blu-Ray - le versioni rimasterizzate delle restanti quattro pellicole. Poco tempo fa abbiamo parlato del secondo episodio, di cui potete leggere il giudizio nella Recensione di Ken il Guerriero La Leggenda di Julia; quest'oggi procediamo ad analizzare il terzo capitolo, intitolato La Leggenda di Raoul.
La volontà di due fratelli
Il mondo sta vivendo un tumulto che non conosce fine: le gesta del coraggioso Kenshiro fanno il giro del globo, mentre il potere esercitato dal Re del Pugno Raoul non conosce confini. Sappiamo bene che la trama principale di Ken il Guerriero costruisce una serie di sottotesti cruciali che conducono alla battaglia finale che prende vita in questo film: La Leggenda di Raoul narra gli eventi successivi sia a La Leggenda di Hokuto sia a La Leggenda di Julia (essendo quest'ultimo un prequel-midquel del primo capitolo), mostrandoci le conseguenze delle azioni del protagonista e della verità che si fa strada nel cuore di Ken e Raul. Julia, la donna che entrambi hanno amato perdutamente in gioventù, non è morta per mano del perfido Shin, che finse di averla uccisa dopo aver incontrato i Cinque Astri di Nanto e appreso le vere origini della donna. Julia è, come si è scoperto in precedenza, l'ultimo guerriero di Nanto, il leader nelle cui azioni sono riposte le speranze del mondo intero, la figura che avrebbe potuto unirsi alla casata di Hokuto per la costruzione di un futuro più luminoso in un mondo migliore, lontano dal sangue e dalla violenza perpetrati da Raul.
Il possente re di Hokuto procede ad affrontare i cinque guerrieri preposti alla protezione della guida di Nanto fino al confronto risolutivo con Julia stessa; un incontro che, come i fan della serie canonica degli anni Ottanta ben ricorderanno, termina con l'apparente tragedia che porterà la furia di Kenshiro a sfidare suo fratello maggiore in un duello che deciderà le sorti dell'umanità.
La Leggenda di Raul porta a compimento l'epico racconto di formazione che lega due famiglie, quella di Hokuto e quella di Nanto, a un destino che determinerà il futuro del mondo stesso. A differenza del secondo capitolo, e piuttosto sulla scia del primo, La Leggenda di Raul si prende qualche libertà narrativa rispetto alla serie anime classica.
Il film adatta l'arco narrativo finale della prima serie TV, come già detto, corrispondente agli episodi 98-109 della produzione tratta dal manga di Buronson e Tetsuo Hara. In questa pellicola, tuttavia, le variazioni e le aggiunte di trama non raggiungono, a parer nostro, la stessa profondità degli spunti inediti mostrati nei primi due lungometraggi.
Tra serie e film
Se ne La Leggenda di Hokuto avevamo incontrato un personaggio del tutto nuovo, la bella Reina, una donna legata a doppio filo al destino di Raul, il ruolo rivestito da colei che ama profondamente il Re del Pugno è qui più marginale e, anzi, quasi del tutto ininfluente rispetto alle premesse iniziali. Il film anime si caratterizza, tuttavia, per una buona messinscena e una direzione artistica gradevole: abbiamo più volte sottolineato come il character design della pentalogia sia da apprezzare per la sua capacità di replicare il tratto originale del sensei Buronson, ma al tempo stesso ammodernandone l'estetica e abbandonando il tocco "vintage" offerto dalla serie classica degli anni Ottanta. È pur vero che la regia di Toshiki Hirano è priva di particolari guizzi sul versante visivo, così come le animazioni messe a punto dallo studio di animazione non brillano particolarmente né per fluidità né per coreografie.
Il comparto tecnico del lungometraggio viaggia così su un sottile limbo, in bilico tra un effetto retrò che omaggia piacevolmente le animazioni "vecchia scuola" targate Toei Animation e una tecnica un po' indietro rispetto ai tempi di produzione. Insomma, La Leggenda di Raoul (che dovrebbe essere per certi versi il film più spettacolare della saga) concede la giusta dose di pathos visivo senza tuttavia consacrarsi davvero, ben consci che il disegno adoperato nell'anime è - soprattutto per quanto riguarda le immagini statiche - davvero superbo. Menzion d'onore alle musiche di Satoru Oyama e Yuki Kajiura, che regalano la giusta dose di atmosfera all'epico scontro tra Kenshiro e Raoul.
La Leggenda di Raoul mette in scena uno dei momenti più solenni, epici e drammatici dell'opera magna di Buronson e Tetsuo Hara. La pellicola, però, pur restituendo una grande magnificenza visiva nelle sequenze statiche, fa un po' fatica sul versante delle animazioni, che tuttavia potrebbero ricordarvi un piacevole effetto retrò nei confronti della gloriosa serie anime classica. Le vere perplessità sono sul versante narrativo, poiché gli spunti inediti risultano del tutto superflui rispetto all'opera originale. Il ritmo del film è sicuramente migliore rispetto a La Leggenda di Julia, nonostante duri quasi mezz'ora in più, ma la sceneggiatura compie un deciso passo indietro.