Kokkoku - Moment by moment: Recensione dell'anime su Amazon Prime Video

La serie thriller-fantasy, trasmessa settimanalmente su Amazon Prime Video, si è conclusa da poco. Che ne è stato dei nostri eroi smarriti nella Stasi?

Kokkoku - Moment by moment: Recensione dell'anime su Amazon Prime Video
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Come dice la scrittrice Silvia Tripodi in un prezioso articolo intitolato "Il loro, il nostro Giappone. Postmoderno, Transmoderno (transeunte, persistente)", la modernità ibrida giapponese nata a ridosso del periodo Meiji, cioè a partire dalla fine dell'Isolazionismo - quando il Paese finalmente si aprì al resto del mondo - si è espressa almeno agli inizi "trapiantando" o traducendo le correnti culturali americane ed europee in giapponese. La stabilità geografica e culturale del Paese, dice la scrittrice romana, ne ha favorito la salvaguardia delle radici culturali ma anche una significativa e costante comunicazione con le tendenze artistiche occidentali, sincretismo culturale generatosi anche grazie ai nuovi media. Non sorprende quindi la grande varietà di prodotti d'intrattenimento ibridi, figli di questa feconda contaminazione fra generi diversi, fra cultura "alta" e "bassa", fra modernità e tradizione. Kokkoku rientra a pieno titolo nei prodotti di difficoltosa catalogazione. Nato dalla penna di Seita Horio e serializzato su Morning Two dal 2009 al 2013, ne è stato tratto un adattamento anime realizzato dallo studio Geno (nato nel 2015) per la regia di Yoshimitsu Ohashi (director e key animator coinvolto in molte produzioni anime fra cui Code Geass - Lelouch of the rebellion R2, Full Metal Alchemist: Brotherhood, Nadia - Il segreto della pietra azzurra e il lungometraggio capolavoro di Satoshi Kon, Millennium Actress). Il manga, nominato ai Taisho Awards nel 2011, è tuttora inedito in Italia. La serie anime seinen in dodici episodi intitolata Kokkoku: Moment by moment, rilasciata a cadenza settimanale sottotitolata su Amazon Video a partire dal gennaio di quest'anno, si è appena conclusa. Proviamo a tirarne le somme.

Un thriller atipico

Juri Yukawa è una giovane donna grintosa e volenterosa, che vive insieme al nonno pensionato, cui è molto affezionata, al fratello (Tsubasa) e al padre (Takafumi), entrambi disoccupati e che trascinano le proprie esistenze senza arrischiarsi ad uscire di casa. In famiglia ci sono anche una sorella maggiore e il figlio di lei, il piccolo Makoto, un ragazzino molto sveglio di indole spensierata e ottimista. Un giorno il piccolo e lo zio Tsubasa, che era andato a prenderlo all'uscita da scuola, vengono rapiti da un gruppo di balordi, i quali telefonano a casa Yukawa per chiedere un riscatto in cambio della loro liberazione. Per impedire a sua nipote di fare irruzione nel luogo dell'appuntamento armata di coltello (e di fare, probabilmente, una gran brutta fine) il nonno decide di utilizzare un oggetto, una strana pietra arancione in grado, se utilizzata nel modo giusto, di fermare il tempo indefinitamente. Il piano di liberazione dei due, messo in pratica dal gruppetto composto dal pensionato, s'infrange contro l'amara realtà: mentre tutto il mondo appare congelato in una Stasi magica, anche i rapitori, in qualche modo, hanno mantenuto la capacità di muoversi. Si scopre quindi ciò che si intuiva sin dall'inizio, e cioè che il movente dietro il rapimento di Makoto non era affatto il riscatto. Questi eventi drammatici fanno invece parte di un piano ordito e messo in pratica dal capo della Setta del Vero Amore, Junji Sagawa, con la preziosa assistenza di un manipolo di mercenari e della bella Shoko Majima, il cui passato e le cui motivazioni sono state recentemente esplorate in un episodio dedicato interamente a lei. Braccati dai membri della Setta, Juri e il nonno si ritroveranno a vagare per le lande desolate della Stasi, abitato unicamente da umani immobili, spiriti luminescenti e gli immani "Messaggeri", creature grottesche il cui compito è difendere l'incolumità dei cosiddetti "bloccati" dalle mire degli individui in grado di muoversi liberamente nel mondo della Stasi, come appunto gli Yukawa o i loro assalitori.
Come potete intuire, Kokkoku è un prodotto estremamente particolare. Da un lato ha un andamento tipico di un thriller (ma poco thrilling, in quanto caratterizzato da pochi momenti di tensione davvero elevata) o un survival horror, dall'altro ci porta a esplorare un mondo che possiamo a pieno titolo definire "fantasy", con i suoi abitanti, le sue regole, i suoi pericoli mortali.

Stasi e ibridazione

Parlavamo all'inizio di contaminazione fra generi diversi, prassi nella quale i giapponesi sono veri e propri maestri, e dicevamo di Kokkoku che si tratta di un prodotto che unisce diverse anime. Lo spunto fantascientifico del "viaggio nel tempo fermo" e l'evento drammatico del rapimento del bambino, che rimanda a un immaginario noir, si uniscono felicemente alla componente esoterica e a una spruzzata di terrore, con questi mostri dalle orribili sembianze che fungono in realtà da protettori per coloro che non possono difendersi, ovvero gli individui "bloccati" che nulla sanno della Stasi e che non possono immaginare cosa stia avvenendo proprio di fronte ai loro occhi. Giunti al finale possiamo dire che questa serie riesce ad essere originale persino nel ritmo, sviluppandosi su un andamento piuttosto lento, con picchi di tensione assoluta che si esprimono soprattutto quando i protagonisti si trovano in una situazione di pericolo mortale e che poi sfuma nell'angoscia e nell'inquietudine un attimo prima del finale, (ovviamente) circolare e al tempo stesso assolutamente imprevedibile.

L'impressione su questa serie così diversa dal solito è sicuramente positiva. Kokkoku tiene desta l'attenzione dello spettatore anche nei suoi momenti più interlocutori, grazie a una ottima regia coadiuvata da buone animazioni e un adeguato accompagnamento musicale. Kokkoku: Moment by moment è un piatto intrigante i cui ingredienti principali sono senza dubbio l'ambientazione e i personaggi. La Stasi è un mondo affascinante che porta con sé numerose domande, come ad esempio: che cos'è il tempo? Cosa faresti se potessi in qualche modo dominarlo? Come ti comporteresti se nessuno potesse vederti o fermarti? Per ciò che riguarda i personaggi, in chiusura di serie Juri si conferma personaggio solido e fuori dagli schemi. Il nonno, vero coprotagonista dell'anime, ci appare uomo d'altri tempi dotato di un suo codice morale e di una fortissima devozione nei confronti della propria famiglia (che ritroviamo anche in molti atteggiamenti di Juri). L'evento più drammatico mostratoci nella serie è avvenuto solo a causa di un suo errore, dovuto al suo desiderio di consolare sua nipote e più volte, nel corso degli episodi, è giunto a mettere a repentaglio la propria vita per salvare i propri parenti. E qualche sorpresa ci è giunta anche da Sagawa e i suoi aiutanti, il cui sviluppo ha permesso alla serie di avventurarsi in territori narrativi completamente fuori dal consueto. In conclusione possiamo dire che Kokkoku è un prodotto da vedere, specie se non si temono le serie diverse dal solito e con un andamento ritmico discontinuo. La mancanza di uno schema narrativo chiaro renderà forse difficile apprezzarla per chi sia abituato a prodotti più convenzionali. Tutti gli altri non avranno difficoltà ad apprezzare quest'opera dello studio GENO.

Kokkoku Giunti ormai all'episodio finale possiamo dire che la serie recentemente conclusasi su Amazon Video è un felice esperimento di ibridazione di generi diversi: noir, fantasy, thriller, impreziosita da una delle sigle più catchy di sempre. Scritta da Miyavi e KenKen (ex bassista dei Rive), "Flashback" gode già di numerosi remix e cover realizzate perlopiù da fan dell'anime e diffusi liberamente in rete. Il regista Yoshimitsu Ohashi si conferma un'autentica garanzia di qualità, con la sua buona regia coadiuvata dalle belle musiche dei MICHIRU e da una grafica dalle linee morbide ma che sa farsi "sporca" quando serve. Kokkoku: Moment by moment lascia fin dall'inizio lo spettatore con il desiderio di sapere come andrà a finire e, sebbene l'attesa dell'episodio settimanale non sia stata mai spasmodica, la trama è talmente fuori dagli schemi da rendere molto difficile immaginare gli eventi della seconda metà. Non ci resta che ringraziare gli autori di questo thriller atipico per l'intrattenimento che hanno saputo offrirci.

7.5