Komi Can't Communicate 2 Recensione: un anime che continua a stupire

Dopo l'enorme successo della prima stagione, Komi Can't Communicate torna su Netflix con un secondo cour da non sottovalutare.

Komi Can't Communicate 2 Recensione: un anime che continua a stupire
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In seguito all'uscita della prima stagione a ottobre 2021, lo Studio OLM torna con la seconda parte dell'anime di Komi Can't Communicate: un cour di 12 episodi in cui avremo modo di rivedere la dolce Komi alle prese con la sua nuova (quanto inaspettatamente energica) vita quotidiana da studentessa del liceo.

Infatti, dopo la diffusione del nuovo poster della serie animata Netflix di Komi Can't Communicate 2, l'anime non si è fatto attendere approdando su Netflix ad aprile 2022. La serie ha quindi fatto compagnia agli appassionati settimana per settimana fino alla sua conclusione questo luglio, con un'ultima puntata dalle dolci note malinconiche che guidano verso la fine del primo anno scolastico alla Itan High.

Un intreccio coerente

La sinossi di questa storia originale è ormai ben risaputa: Komi Shuoko è una giovane ragazza alle prese con le normali difficoltà del primo giorno di liceo. Dalla bellezza raggiante e statura slanciata, dà parecchio nell'occhio tanto da essere ammirata sia dai suoi compagni di classe che dell'intera scuola (e non solo).

La cosa che non tutti sanno, o meglio, che nessuno sa a parte i suoi familiari, è che la maestosa Komi non assume un atteggiamento distaccato per via della sua convinta posizione sociale da inarrivabile ragazza popolare, bensì perché soffre di un disturbo della comunicazione sociale. Condizione che non le permette di comunicare in modo appropriato con gli altri. Come approfondito nella nostra recensione della prima stagione di Komi Can't Communicate, i primi episodi dell'anime hanno mostrato il lento e inesorabile cambiamento della protagonista verso il prossimo, grazie alla vicinanza di amici fidati che l'hanno aiutata a uscire, almeno in parte, dal suo guscio fatto di solitudine e impedimenti.

In questo secondo adattamento, infatti, le vicende che ruotano intorno alla giovane seguono un filo logico, mentre mostrano una trama estremamente coerente e approfondita. Non a caso, l'opera originale di Tomohito Oda risulta assai consequenziale nel raccontare tutti i vari sviluppi della storia, approfondendo tra comicità, sentimentalismo e assurdità, tutti questi aspetti o indizi seminati durante i primissimi episodi della serie animata. Sebbene l'obiettivo finale di Komi risieda nella semplice volontà di trovare 100 amici, nulla viene lasciato al caso: vediamo infatti svilupparsi non soltanto il suo personaggio, perennemente proiettato verso la risoluzione della sua condizione, ma anche tutto il roster di personalità secondarie in continuo aggiornamento (o mutamento).

La coerenza non risiede quindi solo nelle premesse di trama, bensì anche della struttura stessa dell'opera che non dimentica di percorrere l'iniziale strada disegnata dall'autore. Vedremo quindi il continuo presentarsi (o rivelarsi) di personaggi nuovi. Il ritorno sempre più marcato dell'immancabile gatto nero mascotte e metafora della serie, o delle simpatiche onomatopee a comparsa che appaiono a schermo.

Assisteremo anche al lento avvicinarsi di Komi al suo obiettivo di stringere amicizie: ora il traguardo si fa sempre più concreto e papabile, evolutosi in un lento conto alla rovescia verso lo zero. Insieme ad esso, anche la sua comunicazione ha una svolta sostanziale mentre si osservano gli imponenti passi da gigante che la dolce Komi fa nei confronti dei suoi problemi di comunicazione.

Non ci sono scene più commoventi di quelle in cui possiamo udire la titubante voce della ragazza che si sforza per cercare in tutti i modi di esprimere a parole le sue emozioni più profonde. Partendo proprio dai suoi sentimenti, un altro punto fondante della storia è l'amore. Rispetto al primo cour in cui sono stati rilasciati solo pochi indizi sulla faccenda, in questi nuovi episodi viene finalmente rivelata la vera natura delle percezioni di Komi. Se prima poteva quindi apparire come semplice gratitudine nei confronti di quello che è stato il suo "salvatore", ora si rivelano per quello che sono realmente: Amore. Un amore con la A maiuscola che si insinua nel cuore di Komi fino a farle battere forte il cuore. I sentimenti che suscita in lei l'ordinario Tadano si sviluppano gradualmente in un moto di totale conformità con quelli che sono i sentimenti reali di una persona: lenti, intesi e spiazzanti.

La scelta di far innamorare i due protagonisti, sebbene possa sembrare scontata, rende estremamente autentica l'ambientazione regalando molti momenti commoventi che equilibrano l'umorismo spiccato dell'opera. Ilarità che vede Komi come fulcro essenziale di ogni cosa nonostante l'incredibile mole di nuovi personaggi presentati. Komi e Tadano sono quindi sempre più vicini contornati da momenti di introspezione, ricerca e comprensione dei propri sentimenti.

Dettagli da notare

La seconda stagione di Komi Can't Communicate ripropone la stessa qualità tecnica della prima serie. Dai disegni fedeli, ai tratti morbidi, alle animazioni fluide e ricolme di sempre più dettagli. Infatti, una delle caratteristiche visive che più catturano l'occhio è proprio l'utilizzo di effetti luminosi che risultano sempre più marcati e presenti.

Molte sono infatti le scene in cui alcuni frame vengono attraversati da candidi coni di luce. Tagliando l'immagine a metà, essi rendono la scena narrata ancora più romantica, sfumata e ricca di particolari. Questo fa riferimento soprattutto ai primi piani di Komi che risultano altamente particolareggiati e pieni di vigore. Purtroppo, nonostante il comparto tecnico abbia mantenuto un livello assai alto, proprio negli ultimi episodi si nota un temporaneo calo di qualità, soprattutto dei disegni. Partendo in particolar modo dalla terzultima puntata, inizia a notarsi un tratto molto grezzo con proporzioni anatomiche alterate e linee (all'atto pratico fin troppo semplici) quasi del tutto fuori posto. Questo improvviso stacco non intacca l'intera struttura tecnica dell'opera animata visto che simmetrie approssimative sono ristrette soprattutto al cerchio delle figure intere e statiche, anche se risaltano quanto basta tra una scena e l'altra. Fortunatamente non sembrano essere presenti durante gli ultimi 24 minuti della stagione che riprende con energia a sfoggiare scene degne di uno studio di animazione come OLM.

Per il resto gli OLM studios non tradiscono le aspettative del suo pubblico, realizzando un prodotto carico di significato che riempie di sorrisi e dolcezza chi lo guarda. A differenza di quanto si potrebbe pensare, Komi Can't Communicate 2 ha avuto il giusto mordente sull'interesse dello spettatore senza risultare mai scontato e toccando le giuste corde per non annoiare. La suddivisione in mini episodi risulta vincente per mantenere alta l'attenzione, rendendo le diverse vicende immediate e dinamiche indipendentemente dagli argomenti affrontati. Esattamente come è stata ben accolta dell'utilizzo del letterbox: l'aggiunta sporadica di bande nere ai lati dello schermo danno l'impressione di maggiore focus al frame, o alla scena a cui si sta assistendo.

Un cast sempre più folto

Con l'ultima puntata, cala il sipario su questa seconda stagione che non ha mancato di aggiungere al suo cast tanti nuovi professionisti per interpretare (egregiamente) le ultime new entry della serie. I nuovi membri del cast includono Katsuyuki Miura che recita nei panni del narcisista Shisuto Naruse, Shotaro Uzawa come Chushaku Kometani, letteralmente il personaggio più cartoonesco di questo cour. Minami Takahashi (che rivediamo anche del ruolo di Megumi Tadokoro in Shokugeki No Soma) nei panni di Ayami Sasaki che, insieme a Mikuni Kato interpretata dalla seiryuu Fumiko Uchimura, accompagnano Komi durante la gita a Kyoto.

Mentre, ultimo ma non meno importante Makoto Katai, uno degli studenti più amati ha fatto il suo esordio in Komi Can't Communicate 2 interpretato da Shin'ichiro Kamio. Inutile nominare la bravissima Koga Aoi seiryuu che ha prestato la voce a personaggi come Kaguya Shinomiya (qui la nostra recensione della terza stagione di Kaguya-sama: Love Is War) e voce di Komi Shuoko, di cui possiamo finalmente udire la voce e l'interpretazione con maggior attenzione.

Ultima menzione d'onore va alle due sigle della stagione: Ao 100 Iro (100 Blue Colors) eseguita da Miku Ito per la opening che con il suo ritmo accompagna Komi attraverso tutte le tappe percorse e Koshaberi Biyori (Fine Day for Small Talk) di FantasticYouth come sigla finale scontornata che regala estrema personalità non solo grazie al ritmo incalzante del piano, ma anche alla sua quasi vicinanza alla grafica di un videogioco in 8 bit.

Komi Can't Communicate 2 La seconda stagione di Komi Can’t Communicate non delude le aspettative del suo pubblico, portando una storia sempre interessante e mai scontata in cui vengono approfonditi con il giusto ritmo tutti quegli aspetti introduttivi già emersi nella prima stagione. Sebbene possano essere presenti alcune minime controversie nei disegni delle ultime puntate, l’opera di Tomohito Oda si rivela ancora una volta come perla rara capace di far sorridere ed emozionare lo spettatore, mentre viene catapultato sempre più in profondità nel piccolo grande molto della dolce Komi Shuoko.

8.3

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