La Bella e la Bestia: recensione del manga tratto dal live action Disney

Il fumetto tratto dal live action con Emma Watson e Dan Stevens, che ci porta a conoscere nel dettaglio la psiche della Bestia.

La Bella e la Bestia: recensione del manga tratto dal live action Disney
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La Bella e la Bestia, il film targato Disney con attori in carne e ossa , è stato un grande successo commerciale: l'enorme popolarità di quello che è stato universalmente riconosciuto come il miglior live action di un classico della Disney è dovuta - in parte - alla presenza di grandi nomi all'interno del cast, su tutti quello della popolare e amata Emma Watson, ma anche grazie alla capacità di trasporre fedelmente atmosfere, estetica e musiche del noto cartone animato del 1991. A qualche mese di distanza dall'arrivo nelle sale cinematografiche del film di Bill Condon, Panini Comics - che gestisce la distribuzione editoriale dei fumetti Disney, oltre che di Planet Manga - porta in Italia il manga de La Bella e la Bestia, che per l'occasione si presenta in un formato e una struttura narrativa inediti. Andiamo alla scoperta, dunque, della trasposizione cartacea della pellicola live action secondo i dettami dello stile grafico e narrativo nipponico.

Due punti di vista

Come detto, il manga de La Bella e la Bestia targato Panini Comics si è reso protagonista di un'interessante iniziativa editoriale: l'opera, disegnata da Studio Dice e supervisionata da Mallory Reaves con il contributo artistico di Hachi Mizuno e Hisashi Nosaka, si compone di due volumi che narrano la medesima storia - quella che tutti gli appassionati hanno imparato ad amare - ma raccontata da due punti di vista completamente opposti: il primo, infatti, ci pone dal lato più classico di Belle e il secondo, invece, dal punto di vista della Bestia. I volumi raccontano una storia dunque identica, ma sono complementari, in quanto la narrazione converge quando i due protagonisti sono insieme - mostrandoci dunque più o meno le stesse tavole in entrambi i manga - ma si focalizza su uno soltanto dei due quando le rispettive storyline si dividono. La parte più interessante per i lettori, peraltro, risulta proprio quella della Bestia, poiché ci pensa già la storia classica a mostrarci il punto di vista di Belle e il volume dedicato all'eccentrica ragazza non aggiunge nulla che non sia stato già esplicato nel film animato o nel live action. Il volume più intrigante risulta, quindi, proprio quello dedicato al mostruoso principe del castello, mostrandoci nel dettaglio non soltanto il prologo delle sue origini animalesche e dell'incantesimo lanciato dalla maga su tutta la sua corte, ma anche diversi retroscena già accennati nel film live action e uno sguardo approfondito sulla sua psiche. Ogni avvenimento infatti, dal furto della rosa ad opera del padre di Belle al sacrificio della ragazza per scagionare il padre, passando per il momento in cui la Bestia si lancerà contro i lupi per salvarla, ci offre per la prima volta l'opportunità di leggere e sentire i veri sentimenti del principe, ciò che secondo gli autori deve aver provato nell'assistere a ogni azione di Belle, così spregiudicata e coraggiosa rispetto agli altri esseri umani. Meno interessante, invece, risulta essere la parte dedicata a Belle, che si pone molto di più come una mera trasposizione del film con qualche approfondimento in più circa i pensieri della protagonista.

Manga e live action

Il duplice sguardo sui due protagonisti risulta forse una scelta eccessivamente commerciale, ma la soluzione d'acquisto sui due volumi gioca a favore dei lettori, che potranno scegliere tranquillamente quali dei due manga acquistare - è chiaro, però, che se si vuole avere uno sguardo completo sull'opera fumettistica è consigliato l'acquisto di entrambi. Analizzata la singolare soluzione narrativa offerta dal manga de La Bella e la Bestia, andiamo a capire come risultano trasposte - dal punto di vista grafico e visivo - le atmosfere e le caratterizzazioni di personaggi e ambientazioni tra film Disney e fumetto. L'estetica generale, dal character design dei protagonisti alle location mostrate, è chiaramente ispirata al live action dell'opera e non al film animato originale del 1991: lo ritroviamo, soprattutto, nelle fattezze della Bestia - che rispecchiano esattamente l'aspetto che ha il mostruoso principe interpretato da Dan Stevens, più umanizzato rispetto alla sua controparte animata - o dei servitori del Castello, dai vari Lumiere e Tockins fino a tutti gli altri comprimari, la cui cura nella riproduzione grafica è senza dubbio lodevole. Allo stesso modo gli abiti e le ambientazioni della Francia del ‘700 (all'incirca) vengono riprodotte dagli autori con grande dovizia di particolari e con un tratto fortemente delicato, molto vicino ai più classici shojo dell'industria fumettistica nipponica, così come i pensieri di Belle (che nell'opera originale trovano una meravigliosa dimensione esplicativa grazie alle belle canzoni) risultano ben trasposti in formato di monologo interiore.

Resta qualche piccolo difetto in termini grafici, come l'assenza più o meno ricorrente di sfondi in diverse inquadrature, cosa che porta spesso i protagonisti a parlare o riflettere con un non particolarmente piacevole sfondo bianco alle spalle, così come il tratto che riproduce le fattezze anatomiche dei protagonisti presenta pochissimi spunti di originalità. In generale, complice anche l'ottima capacità di riprodurre fedelmente abiti e architetture dell'epoca, e la presenza di un paio di splash page (soprattutto nel volume della Bestia, utilizzate per metterne in risalto tutta la mostruosità grazie anche all'utilizzo del chiaroscuro) possiamo ritenere il comparto visivo piuttosto buono e in grado di soddisfare i lettori appassionati del franchise Disney.

La Bella e la Bestia Manga Il manga de La Bella e la Bestia potrebbe risultare una piacevole alternativa alla storia originale per tutti gli appassionati del franchise Disney: l'opera è ispirata al live action, ragion per cui i dialoghi e l'estetica saranno quelli del film di Bill Condon piuttosto che del cartone animato del 1991. La singolare operazione a opera degli autori, che vede la storia trasposta in due volumi narrativamente identici ma vissuti da punti di vista diametralmente opposti, risulta riuscita solo a metà: la storia di Belle, al netto di qualche buon monologo interiore che ben sopperisce all'ovvia assenza di canzoni, non aggiunge nulla a quanto visto nel film animato o nel live action, ma al contrario la storia della Bestia offre una prospettiva inedita e interessante sulla psiche del principe, i cui veri sentimenti e i pensieri più intimi non sono mai stati esplorati in nessuna incarnazione cinematografica della celebre fiaba francese. Il volume della Bestia, così come la buona trasposizione dell'estetica generale della pellicola di Bill Condon, risultano quindi i valori aggiunti dell'opera, al netto di una composizione grafica a tratti altalenante.

6.8