Recensione La Rivoluzione Di Utena

Sotto l'occhio scrutatore di animeye uno degli anime più enigmatici degli anni '90

Recensione La Rivoluzione Di Utena
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La Rivoluzione Di Utena

In una singola puntata de La Rivoluzione Di Utena si possono rintracciare più significati che nella maggior parte degli anime che vengono sfornati ogni anno. Ma sulla sua onestà non pochi dubbi vanno nutriti: ciò che è esterno all’anime non depone infatti a suo favore.
Innanzitutto La Rivoluzione di Utena fa parte di un progetto multimediale, ovvero, in parole spicciole: un solo brand, ma tanti media su cui allungare le proprie mani e molteplici otaku al cui portafoglio attingere (nel nostro caso sono stati realizzati questa serie anime di 39 episodi, un film, due manga, un videogioco e un musical teatrale). Aggiungete che il gruppo di autori riunitosi per questo progetto ha un curriculum eufemisticamente modesto. E per spiegare l’ingannevole(?) profondità e complessità, a primo acchito in discordo con le intenzioni di ampi guadagni, basta ricordare l’anno di produzione: 1997, due anni dopo Evangelion. Tutti gli indizi contro, inclusi una grafica davvero accattivante e mille combattimenti all’arma bianca che sanno di fan service, ma l’opera stessa è il migliore testimone contro ogni accusa di preconfezionato: ci ha incantato e commosso, e non è poco! Nella nostra recensione allora dimenticheremo tutte quelle circostanze che ce lo dipingono come un produttore di soldi, gli concediamo la nostra fiducia; ma se voi vorrete usare diffidenza nei suoi confronti non vi biasimeremo di certo.

Trama

Utena Tenjo è una nuova studentessa dell‘Accademia Othori, con uno ricordo speciale, lieto e triste, chiuso in cuore: nella disperazione di una bambina che ha appena perso i genitori, ormai sola al mondo e nauseata dalla caducità della vita, le apparve un principe che le mostrò l’eterno, le ridiede speranza e regalò un anello come pegno d’amore. La bambina che era, tanta stima nutrì pel suo principe che decise di diventare principe lei stessa, eccoci allora la nostra Utena affascinante teen-ager che veste e si comporta da maschiaccio. Anche l‘accademia però cela un suo mistero, forse collegato al principe di Utena: i membri del Concilio Studentesco, contraddistinti dal possesso di un anello come quello di Utena, si sfidano a duello per conquistare la Sposa Della Rosa, ovvero Anthy Himemiya, che pare possa donare l’eternità e la capacità di rivoluzionare il mondo al suo sposo. Utena, per uno strano caso (destino?), si troverà a scontrarsi con un dei membri del Concilio, il quale porterà la loro disputa nell’Arena dei duelli, prendendo Utena per un duellante che aspiri alla Sposa Della Rosa.
Utena vince e viene così in “possesso” di Anthy, per la quale incomincia a nutrire una sincera amicizia da cui un rifiuto per i duelli della Rosa che assegnano Anthy al vincitore come fosse un trofeo. I membri del Concilio però, ma anche Anthy stessa, continuano a rispettare le loro strane regole e così per Utena l’unico modo di non rendere nuovamente Anthy un trofeo è battere ogni duellante che aspiri a conquistarla.

Struttura

Fiaba : In una lontana età dell’oro c’era un nobile principe che rendeva felici tutte le ragazze, facendo d’ognuna una principessa. Scomparso il principe, ogni ragazza è in cerca del suo.
Appendice : Una sola ragazza al mondo non poteva essere felice ed era la sorella del principe. Essa amava immensamente il fratello, ma non sarebbe mai potuta diventare la sua principessa, impedita com’era dai legami di sangue. Diventò allora una strega e sottrasse al mondo il principe, rinchiudendolo in un castello dove tenerlo tutto per sé. Per l’orrendo crimine venne odiata da tutta l’umanità, che perse il suo principe latore di felicità, e neppure riuscì a diventare una principessa, essendo degradata la sua relazione col principe dal peccato dell’incesto.


Una delle finezze de La Rivoluzione Di Utena sta nel dare enorme spessore tragico a figure classiche, ormai addirittura logore pel troppo uso. Essenziale per la comprensione dell’anime è infatti sussumere ogni personaggio ad uno dei personaggi categoriali della fiaba, ovviamente escludendo Utena che presenta più sfumature. Ma questa sussunzione non deve essere operata rigidamente: si deve tener conto che ciascun personaggio o è in una categoria o aspira ad essere in quella categoria. E in questo essere o aspirare ad essere sono contenuti, rispettivamente, i ruoli di amato e amante . Inoltre alcuni personaggi, a seconda di colui col quale si rapportano, assumono un ruolo o un altro (v. Toga che è principe in rapporto alla sorella Nanami e alle altre ragazze, ma “solo” aspirante principe in rapporto ad Utena; oppure la stessa Nanami che è strega in relazione a Toga [medesimo ruolo di Kozue con suo fratello Miki] ma viene presentata come principessa nelle puntate incentrate su Mitsuru, commovente figura di aspirante principe che si contenta di essere “cavalier servente” solo per star accanto alla sua tirannica amata).
Il magico gioco con gli stereotipi non si limita però solo alle tre principali figure di sopra: La Rivoluzione Di Utena dona nuova vita e spessore autoriale anche ai classici modelli del cartone giapponese. Ogni personaggio secondario è infatti scolpito su una figura tipica dell’anime di genere scolastico, ma acquista stupefacente profondità allorquando è brutalmente tolta la patina della superficialità e lo si scopre in tutta la sua sofferenza (un processo analogo a quello effettuato con Asuka in Evangelion, sebbene sia lungi da noi il volere equiparare gli abissi [autobiografici] raggiunti da Anno a quanto fatto in Utena).

La Rivoluzione

Una domanda sorge a visione terminata: cos’è la rivoluzione che dà il titolo all’anime, di cui si parla fin dall’inizio e che fin dall’inizio è desiderata? Partiamo col vedere quali caratteristiche debbono avere coloro che vogliono la rivoluzione, i.e. i duellisti. Tutti i duellisti hanno in comune un tristo ricordo d’infanzia: per precisione la perdita di una condizione di beatitudine; tale perdita può essere dovuta a un tragico evento esterno o anche a sole considerazioni interne fatto sta che provoca una disillusione nei confronti dell’esistenza, demolendone i più bei valori (amicizia e amore).
La nostalgia di tale condizione provoca estrema sofferenza e acuisce il disincanto (Juri non crede più nei miracoli, Saionji ha perso la fede nell’amicizia, il sentimento più importante della sua infanzia...), il desiderio di ripristinare il tutto, di rendere invulnerabile ai colpi del tempo tali idealità (la brama di eternità è la brama di non esser disillusi dall’esistenza nel tempo) è il desiderio della Rivoluzione. Chi nutre tale sentimento di rivalsa e non solo nostalgia (cfr. il principe Cipolla nella saga della rosa nera) può diventare un duellista.
Rivoluzionare il mondo vuol quindi dire riappropriarsi totalmente dell’idealità infantile, riacquistare la fede nei miracoli e nei sentimenti più puri: squarciati gli ideali nel passaggio da infanzia ad adolescenza, rivoluzionare il tutto segnando il passaggio da adolescenza al mondo adulto col recupero di ciò che s’era perso.
Questa interpretazione è peraltro confortata dal finale in cui vediamo come la Rivoluzione tenti di entrare nell’Accademia e si realizzi completamente in Utena: Saionji e Toga vanno insieme in bicicletta, eseguendo una ritualità che è reminiscenza dell’infanzia e dell’amicizia ora opaca; Utena ricorda completamente il suo incontro col principe, adempie alle promesse fatte e recupera l’idealità dell’infanzia (che però in lei non s‘era mai estinta, ma solo appannata: non per nulla è lei la ragazza rivoluzionaria!).
Ora un’ultima nota, per chi non avesse ancora capito appieno la metaforicità dell‘anime. In che modo la Rivoluzione dell’anime è metafora di una vera Rivoluzione che ciascuno può effettuare nella propria vita? Rivoluzionare la propria vita vuol dire tornare a credere, a dispetto della crudeltà del mondo, nell‘idealità delle fiabe, in cui il principe salva le principesse, la fertile passione dell’amore non è trovare una fanciulla benestante e il bene supremo dell’amicizia non è aiutarsi a vicenda negli imbarazzi economici.

Atmosfera e Teatrino delle Ombre

Mentre nel film di Utena gli autori si lasciano andare ad un manierismo alquanto fastidioso nella sua pretenziosità, scimmiottando motivi della pittura metafisica e di Escher, nella serie usano il comparto visivo molto più sobriamente, realizzando si un ambiente grandioso e da favola ma che mai s’impone allo spettatore. Di eguale buon gusto la colonna sonora che, depredando la musica classica europea, offre splendide melodie e porta a compimento la creazione, cominciata con le animazioni, di un ambiente velatamente sensuale e lascivo, in cui è forte il richiamo della carne (si noti la bellezza eterea dei personaggi) ma ancor di più le sofferenze degli animi. In tal contesto i vari desideri e rapporti incestuosi perdono ogni volgarità, mentre si ammantano di un fine erotismo che nel dipingere le attrazioni dei corpi non è dimentico delle implicazioni psichiche. Non si deve scordare comunque che tale clima di tagliente sensualità è talvolta alleggerito da scene umoristiche.

In quest’ultimo paragrafo a completamento della recensione rimarcheremo anche la grande importanza che hanno gli intermezzi, presenti in ogni puntata, del teatrino delle ombre. In essi, a patto che se ne riesca a decifrare la difficile parabola, è sempre illustrato un concetto molto importante per la comprensione della serie. Come esempio prenderemo l’ultima puntata in cui le ombre del teatrino si domandano cosa fare da grande, rimanendo nell’incertezza, mentre nel frattempo nell’Accademia la vita continua come prima e ci si avvia a organizzare nuovi duelli della rosa. Tutto una penetrante metafora per indicare che l’Accademia, definita da Akio il posto in cui non si diviene adulti (cfr. 22° ep, 19:20), altro non è che una metafora dello stadio adolescenziale da cui si esce solo con una definitiva resa dei conti con l'infanzia.

Edizione DvD

Questa recensione è stata scritta in un momento molto particolare per la pubblicazione in Italia dell’anime: Yamato sta infatti rinnovando il suo catalogo convertendo le vecchie raccolte di DVD delle grandi serie in più pratici ed economici cofanetti. La Rivoluzione di Utena è stata coinvolta nell’operazione, ma ciò, tutto sommato, non cambia molto la qualità dell’edizione. Tutt'al più, chi compra l’anime ora potrà scegliere se averlo distribuito in 10 DVD con singola confezione o in due cofanetti da 5 dischi ciascuno. Il prezzo, dato che i DVD singoli vengono ora 4,99 euro ciascuno e i box 49,99 l’uno è il medesimo.
Passiamo ora ad analizzare tracce video e audio. Per la prima non c’è niente da segnalare, nessun difetto evidente che ne disturbi la visione: si nota solo un leggero rumore video decisamente irrilevante. Per la seconda andiamo altrettanto bene parlando della scelta dei doppiatori, le cui voci ci sono sembrate azzeccatissime, mentre tocchiamo il punto debole allorquando ci concentriamo sull’adattamento, più volte tacciato di leggere infedeltà.
Visto il prezzo, ci si può accontentare anche degli extra che consistono, oltre ai soliti trailer, in qualche informazione cartacea diversamente distribuita a seconda dell’edizione, e nell’importante sottotitolazione dei cori presenti nei duelli.

La Rivoluzione Di Utena Da come abbiamo impostato la recensione già si capisce che tipo di anime sia La Rivoluzione Di Utena: non è una serie per chi sbatte i piedi se gli si è rivelato il finale e ora non ha più nulla per cui tenere il fiato sospeso, è invece per chi vuole dagli anime un senso su cui riflettere, un contenuto che edifichi, un emozione che commuova e non si dimentichi con gli anni. A questi ultimi la consigliamo vivamente, dato che, tolti i capolavori di Anno, non c’è niente con cui non possa confrontarsi ad armi pari.