La società dei draghi del tè: recensione del fumetto di Katie O' Neill

Abbiamo recensito La società dei draghi del tè, fumetto creato da Katie O' Neill vincitore di numerosi premi tra cui due Eisner Award.

La società dei draghi del tè: recensione del fumetto di Katie O' Neill
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La società dei draghi del tè, il fumetto creato da Katie O'Neill vincitore di prestigiosi premi tra cui due Eisner Award, è stato recentemente presentato al pubblico nostrano grazie alla casa editrice SaldaPress.
La storia, indirizzata apparentemente ad un pubblico infantile (9-12 anni) è in realtà fruibile da un target molto più ampio, adulti compresi.
Andiamo quindi a scoprire insieme gli aspetti salienti di quest'opera, molto curata a livello grafico seppur in qualche momento mostri leggermente il fianco riguardo la parte narrativa.

L'arte del silenzio

La trama dell'opera vede Greta, la giovane protagonista della storia, intenta ad apprendere vari trucchi per diventare un abile fabbro sotto la guida della sua amorevole madre. Durante un giorno come tanti però, Greta incontra una strana creatura, precisamente un drago del tè, che sembra essersi perduto.
Da quel momento inizia per lei una nuova avventura capace di farle scoprire numerosi segreti di un'arte da molto tempo dimenticata. L'opera, che si rivolge ad un target young adult, riesce in modo molto semplice a trasportare il lettore all'interno di un mondo magico e delicato, in cui esistono dei draghi speciali da cui è possibile ottenere un ottimo tè dalle proprietà magiche, che permette loro di rievocare le varie esperienze che hanno vissuto con i propri custodi. Il concept generale del racconto risulta molto originale nella sua semplicità, capace di donare alla figura classica dei draghi (talvolta raffigurati in modo minaccioso) un'aura candida e innocente. Il ritmo dell'opera risulta funzionale al tipo di storia raccontata, in cui i momenti riflessivi/introspettivi compongono il fulcro narrativo dell'intero fumetto.La società dei draghi del tè punta quindi a mostrare al lettore, attraverso la forza della semplicità, un preciso spaccato della vita di Greta intenta ad apprendere un'arte sconosciuta ma che fin da subito trova molto interessante. Hesekiel ed Erik, i proprietari del negozio di tè dove la protagonista si reca spesso per imparare nuove nozioni, risultano caratterizzati molto bene, soprattutto per via del loro burrascoso passato di avventurieri che li ha portati ad affrontare un numero considerevole di imprese mirabolanti.

A non eccellere sul versante della caratterizzazione è invece proprio la protagonista, priva di un qualsiasi tipo di background e utilizzata quasi esclusivamente per far progredire in maniera standard la narrazione.
Una delle maggiori criticità dell'opera è proprio quella di basarsi esclusivamente sul concept originale senza però svilupparlo in maniera adeguata.
In fondo all'albo è infatti possibile leggere un'esaustiva guida alla preparazione del tè magico con varie annotazioni capaci di immergere molto bene il lettore nelle atmosfere della storia; il vero problema risiede però nella messa in pratica - durante tutto il corso della storia - del compendio che leggiamo alla fine, instillando nel lettore il dubbio che l'intera opera a fumetti sia un semplice surplus del concept iniziale.

Più che un'organica storia autoconclusiva, l'opera si pone più come una semplice situazione che poteva essere gestita in molto meno spazio, dato che in numerosi momenti si ha come l'impressione che il fumetto non riesca a focalizzarsi totalmente su una direzione precisa da intraprendere.
Il voler puntare su atmosfere placide e solari risulta comunque una scelta vincente, in grado in certi momenti di richiamare vagamente opere intimiste di autori come Jiro Taniguchi e Hayao Miyazaki, seppur senza raggiungere in maniera perfetta l'elevato grado di profondità emozionale dei loro lavori.

Cuccioli di drago

Un punto a favore dell'opera è sicuramente il modo in cui l'autrice ha trattato determinate tematiche, su tutte il rispetto reciproco e la lotta a ogni forma di discriminazione.
Hesekiel e Erik, ancora una volta, rappresentano al meglio questo aspetto, visto il forte legame affettivo e sentimentale che li unisce.Il momento in cui Hesekiel spiega le sue scelte di vita - non mostrando alcun risentimento per aver abbandonato la sua precedente vita da avventuriero - è probabilmente uno dei momenti più riusciti del fumetto, capace di racchiudere in poche vignette l'essenza stessa dell'albo, che punta in ogni occasione utile a ricordarci quanto possano essere profondi valori e sentimenti come l'amore, l'amicizia e l'altruismo. Peccato invece per il personaggio di Minette, una giovane creatura antropomorfa che in breve tempo diventa amica della protagonista, caratterizzata però in modo blando e superficiale.
Di grande impatto i disegni, grazie al tratto soave e delicato di Katie O'Neill, capace di rappresentare al meglio tanto i personaggi umani quanto le creature fantastiche.
Gli stessi draghi, disegnati in modo da far risaltare il loro lato più tenero e innocente, assumono in tutto e per tutto la valenza di veri e propri animali domestici bisognosi di attenzioni e cure.

La società dei draghi del tè La società dei draghi del tè, pur non essendo un capolavoro, risulta una storia ben confezionata capace di parlare non solo ai bambini ma anche a un pubblico molto più vasto. Ottimo il concept originale, seppur non sia stato in realtà sviluppato nel migliore dei modi a livello narrativo. Davvero notevoli invece i disegni, capaci di trasportare senza problemi il lettore all'interno del magico e soave mondo creato dall'autrice.

7.5