Le Voci dell'Acqua: recensione della prima graphic novel di Tiziano Sclavi

Tiziano Sclavi, creatore di Dylan Dog, torna in libreria e fumetteria con la sua prima graphic novel, un viaggio astruso nel nichilismo assoluto.

Le Voci dell'Acqua: recensione della prima graphic novel di Tiziano Sclavi
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Parlare di una graphic novel come Le Voci dell'Acqua non è una cosa semplice. Non lo è perché il suo autore, quel Tiziano Sclavi padre di Dylan Dog, possiede un ermetismo che raramente, nell'arco della sua prolifica carriera, ha teso a semplificare. Un vero autore con la A maiuscola, che utilizza la sua grammatica senza cercare minimamente di rendere più fruibile il suo pensiero ai lettori, ma che al contrario li invita a entrare nei suoi schemi nichilisti, esasperando l'introspettività senza mai rinunciare alla narrazione.

Quando si legge un'opera di Tiziano Sclavi - come accaduto ripetutamente con le storie dell'Old Boy - si legge Sclavi, cioè il suo traslato mentale in testo, e Le Voci dell'Acqua è come un flusso di coscienza sconnesso e surreale, che molto probabilmente non appagherà il pubblico più generalista ma troverà un riscontro estremamente positivo nella nicchia. Non a caso, per i disegni di quest'opera così intimista e alienante è stato scelto Werther Dell'Edera, un artista che negli anni è riuscito ad arrivare alle grandi masse senza mai dover rinunciare a una certa dose di ostracizzazione visiva tipica del suo stile, la stessa che poi si sposa alla perfezione con le elucubrazioni sclaviane di cui sopra. Cerchiamo quindi di districarci in questo labirinto intimista fatto di visioni, parole e voci volte a sondare e soppesare l'animo di ognuno di noi.

Schizofrenia

"La schizofrenia è una psicosi cronica caratterizzata dalla persistenza di sintomi di alterazione delle funzioni cognitive e percettive, del comportamento, dell'affettività e con forte disadattamento della persona, ovvero una gravità tale da limitare o compromettere le normali attività di vita. I sintomi più comuni includono allucinazioni uditive, deliri paranoidi e pensieri o discorsi disorganizzati. L'insorgenza dei sintomi si verifica in genere in età adulta."
In una città costantemente bombardata dalla pioggia battente, un uomo di mezz'età di nome Stavros, tormentato da continue voci, si muove per le strade e i personaggi che popolano questo cupo scenario. Le voci che sente, che come la pioggia non accennano a svanire, sembrano essere il sintomo di un'insorgente pazzia che non si limiterà a stravolgere la vita del nostro protagonista, ma dilagherà fino ad abbracciare l'intera città e il lettore stesso. Infatti, l'opera sembra volta a far sperimentare all'ignaro fruitore i sintomi della schizofrenia e di un più generico mal di vivere. Lo fa tramite una narrazione frammentata, non desueta, ma fatta di capitoli e frasi che (apparentemente) non hanno un vero e proprio senso logico, ma che troveranno una perfetta - e quantomai sintetica - spiegazione nel finale.

Tutto, ne Le Voci dell'Acqua, è discordante e dissonante con la concezione idealistica della vita: la normalità è derisa, distrutta e demonizzata; l'amore chirurgicamente fatto a pezzi e l'identità nascosta dietro molteplici maschere pirandelliane. La storia è avvolta da un surreale pragmatismo che sembra indirizzato a creare un fastidio intimo nel lettore, lo stesso fastidio che prova Sclavi e che più volte è trasudato nelle storie dell'Indagatore dell'Incubo. L'autore urla che la vita è fredda e ingiusta nella sua costanza, e le persone mutevoli come il tempo (che qui non muta). Come già accennato, insomma, tutto sembra rivolto a sondare l'animo umano, soppesarlo e trovarlo - inevitabilmente - in difetto.

Questione di stile

Nell'opera di Sclavi tutto l'incontenibile nichilismo tipico dell'autore (che non si preclude neanche una punta di satira politica) si fonde alla perfezione con il suo ermetismo. Il messaggio che il papà di Dylan Dog vuole mandare al lettore è infatti sagacemente nascosto tra le righe, nei non detti e nei disegni ad opera di Werther Dell'Edera, così come nella pioggia stessa che attanaglia senza tregua la città. C'è un momento, forse il più emblematico dell'intera storia, che suggella lo sposalizio tra Sclavi e Dell'Edera e che è quanto di più ermetico e poetico si potesse produrre (ed è anche l'unico momento in cui la pioggia cessa di battere sulle vite delle persone che popolano la città). Dell'Edera, un artista poliedrico e versatile come pochi, per adattarsi alle logiche del collega ha portato il suo stile al limite estremo, esasperando ogni linea e ogni spazio senza mai definire volutamente il tutto.

La pioggia, forse la vera protagonista della graphic novel, è inoltre costantemente tra noi e i disegni, rendendo la pulizia dell'opera del tutto ovattata, come se ci trovassimo a parlare sotto lo scrosciare dell'acqua battente. Ogni singolo dettaglio è dunque curato con estrema precisione, ma nulla è atto a blandire i lettori, che si troveranno tra le mani un romanzo grafico ostico, dalla difficile digeribilità ma dal rapidissimo assorbimento.

Le Voci dell'Acqua Le Voci dell'Acqua è un'opera non di facile approccio. Il nichilismo e l'ermetismo propri di Tiziano Sclavi permeano la graphic novel nella sua interezza, anche se entrambe lasciano ampio margine di manovra alla narrazione. La storia si presenta volutamente frammentata, rendendo la lettura ostica e straniante. I disegni di Werther Dell'Edera, uno dei più versatili artisti italiani, si sposano alla perfezione con gli stilemi del papà di Dylan Dog, e conferiscono un'atmosfera oscura e alienante ai testi. In definitiva, Le Voci dell'Acqua è un'opera che ostracizza fortemente il pubblico generalista, ma che troverà un ampio ventaglio di consensi nella nicchia.

7.5