Quella dei prequel è una prassi ormai ben diffusa in tutti i media, siano essi relativi al mondo televisivo e cinematografico che letterario e fumettistico. Su schermo o su carta gli appassionati sono da sempre curiosi di scoprire di più sulle origini dei propri amati personaggi, soprattutto quando questi vengono introdotti in forme già ben sviluppate.
Su schermo o su carta assistiamo così a vicende che ripercorrono gli inizi o di un determinato protagonista o il passato del mondo dove questi, nel presente, vive le sue avventure. La leggenda di Hei appartiene a questa categoria, essendo per l'appunto il prequel della serie animata The Legend of Luo Xiaohei e ripercorre la genesi dell'omonima figura principale, un gatto mutaforma che ha vissuto diverse incarnazioni, tra cui anche anche webtoon e una graphic novel, sintomo del notevole successo nella patria cinese. Il film è disponibile sia nel catalogo di Amazon Prime Video che di Netflix (recuperate il catalogo anime Netflix di novembre 2021) e ora ve lo raccontiamo per farvi sapere se merita o meno il tempo della visione.
La leggenda di Hei: tra due mondi
Hei è un piccolo gatto demone dai poteri mutaforma, in grado di trasformarsi quando desidera in un bambino. Quando la sua casa viene distrutta dall'intervento degli uomini, il protagonista incontra un team di suoi simili, guidato da Feng Xi, che lo accolgono a braccia aperte tra le loro fila.

In un'epoca dove la loro specie è stata scacciata dagli esseri umani, che hanno continuato a costruire città e distrutto le foreste dove questi avevano sempre vissuto, Feng Xi è intenzionato a condurre una vera e propria guerra contro il nemico ed Hei potrebbe rivelarsi determinante per le sorti del conflitto. Ma il piccolo viene rapito da Wuxian, un Esecutore della "gilda degli umani" che sogna una convivenza pacifica tra le due parti in causa. Coinvolto in un conflitto tra demoni che dura da tempo, Hei si troverà alle prese con un'incredibile avventura e dovrà scegliere da che parte stare: dalle sue decisioni dipenderanno le sorti del mondo intero.
Azione e ragione
Se inizialmente potrebbe apparire come una sorta di citazione più o meno involontaria di un grande classico dell'animazione giapponese come Pompoko (leggete il nostro speciale su Pom Poko e i tanuki di Isao Takahata e Hayao Miyazaki), ennesima perla dello Studio Ghibli, ben presto La leggenda di Hei mette in risalto la sua anima action e avventurosa che guarda ad altri prototipi della scena nipponica.

Ecco così che il sottotesto ecologista si ibrida ad un approccio ludico, con incalzanti scontri che avvengono sia in terra che in cielo - i vari personaggi hanno l'abilità di volare - e che riportano alla mente sequenze già viste nelle produzioni del Sol Levante. Il maggior limite di un'operazione come questa è proprio nel continuo confronto con titoli già usciti o amati, siano questi in forma seriale o cinematografica, provenienti da altri lidi.
Il rischio di essere derivativi è certo presente ma viene in parte scongiurato da un character design più originale della media, che tenta di coniugare uno stile fanciullesco ad un altro più classico: una scelta anche questa non del tutto inedita ma comunque in grado di rendere i cento minuti di visioni meno banali del solito.

La morale dietro la storia è a prova di grandi e piccini, con stoccate sia contro la guerra cieca che contro la deforestazione e l'urbanizzazione selvaggia, che in ogni angolo del mondo priva gli animali del proprio habitat naturale. E i demoni mutaforma qui rappresentati non sono altro che un'incarnazione metaforica della fauna globale, che qui ha finalmente modo di lottare ad armi pari contro il nemico rappresentato proprio dall'uomo.
Impossibile poi non affezionarsi al tenero Hei, irresistibile nella sua forma animale e ideale modello per una serie di peluche dedicata ai più piccoli, ma capace di conquistare anche uno spettatore più adulto in cerca di figure e atmosfere fanciullesche che lo riconducano alla classicità del mondo animato: in questo La leggenda di Hei svolge il suo compito con solida efficacia, rivelandosi un'operazione più interessante del previsto e animata con grande spettacolarità.