Look Back: un oneshot intimo e commovente dall'autore di Chainsaw Man

Tatsuki Fujimoto ha fatto una deviazione pubblicando il oneshot Look Back. 140 pagine che commuovono e fanno riflettere.

Look Back: un oneshot intimo e commovente dall'autore di Chainsaw Man
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I oneshot sono uno strumento molto utilizzato dai mangaka. Nello specifico, questi vengono sfruttati dai principianti che vogliono proporre a una casa editrice il proprio lavoro, sperando di riuscire a ottenere il consenso dei redattori prima e quello del pubblico poi. Talvolta vengono poi proposti quei capitoli autoconclusivi puramente promozionali o celebrativi, che non hanno troppo da narrare ma sono utili per scopi commerciali.

Poi c'è una terza categoria di oneshot, la meno celebre, la più difficile da trattare e che in pochi presentano al grande pubblico. Solitamente sono gli autori più navigati ed esperti a proporli, quelli che non hanno bisogno di pubblicare una nuova serie all'istante e che hanno invece qualcosa di particolare da raccontare. Tatsuki Fujimoto, autore di Fire Punch e Chainsaw Man, è attualmente in pausa dopo aver terminato la prima parte della sua ultima opera. E mentre sta preparando i nuovi risvolti di trama in arrivo nel 2021, ha deciso di lanciarsi temporaneamente in qualcosa di completamente diverso.

Shueisha e il mangaka avevano infatti confermato che sarebbe stato pubblicato il oneshot Look Back su Shonen Jump+, la rivista digitale su cui Fujimoto tornerà per la seconda parte di Chainsaw Man. Un progetto di ben 143 pagine, più vicino a un intero volume che a un semplice capitolo autoconclusivo, e che ha spiazzato tutti sia prima che dopo la lettura.

Gli esordi di una mangaka

Scuole elementari, Ayumu Fujino è una disegnatrice in erba abbastanza brava da ottenere la possibilità di pubblicare yonkoma, manga comici in quattro vignette, sul giornalino scolastico. La sua vita si alterna tra questi disegni e i giochi con gli altri bambini, ma non sembra convinta nel voler diventare una mangaka. È comunque vanitosa delle sue abilità; convinta che non ci sia nessuno a scuola in grado di competere con lei, accetta di dividere lo spazio sul giornalino con una certa Kyomoto, una studentessa hikikomori.

Le qualità artistiche di Kyomoto spiazzano Fujino che, alla vista del nuovo numero del giornalino scolastico rimane basita così come i suoi compagni di classe. La ragazzina inizierà quindi a comprare libri e a disegnare a più non posso, trascurando la sua vita scolastica e sociale per quasi tutti i restanti anni di elementari. Lo sforzo le costerà il rapporto con i suoi compagni di classe, i voti a scuola e causerà anche le preoccupazioni della famiglia. Per di più, alla fine dovrà arrendersi all'evidenza: nonostante l'impegno profuso nel migliorarsi sotto il fronte della storia e dei disegni, Kyomoto continua a disegnare scenari di alto livello.

Riprenderà così a vivere la sua vita abbandonando il disegno e godendosi l'ultimo anno di scuole elementari insieme ai suoi amici. Questa assenza sarà però notata da Kyomoto e le due si incontreranno in circostanze particolari. Grazie all'arrivo di Fujino, colei che ritiene il suo idolo, Kyomoto farà i primi passi fuori di casa e inizierà a rapportarsi col mondo esterno. Dal canto suo, Fujino ha visto le sue abilità apprezzate da quella che riteneva la sua rivale e decide di tornare immediatamente a disegnare. Le due comporranno un duo che durerà fino alla fine delle superiori, quando si separeranno per intraprendere due strade diverse, con delusione di Fujino.

Purtroppo la vita è grama e, mentre Fujino produce con successo la sua serie, arrivata a 11 volumi e diventata anche un anime, Kyomoto muore a causa del massacro di un pazzo. La morte dell'amica sarà un brutto colpo per la protagonista che inizia a guardarsi indietro, a rimuginare e provare rimorso per averla portata fuori dalla sua stanza. Tuttavia, grazie a un manga di Kyomoto e ai ricordi con lei, Fujino trova la forza per tornare a pubblicare e ad andare avanti.

Un racconto personale

Tatsuki Fujimoto è salito agli onori della cronaca solo di recente. Classe 1993, ha pubblicato tanti oneshot praticamente sconosciuti al di fuori del Giappone, per poi iniziare la sua prima serie solo nel 2016. Fire Punch fu un discreto successo, ma il suo lavoro più famoso è Chainsaw Man, che da poco ha concluso il suo primo giro di pubblicazione (leggete la nostra recensione di Chainsaw Man per approfondire). Ha quindi meno di 30 anni, eppure il mangaka sembra molto più navigato ed esperto e la dimostrazione è proprio questa produzione, intrisa di tanti elementi tratti dalla sua vita personale e dalle sue esperienze.

Fujino è la protagonista principale, mentre Kyomoto è la spalla e, fondamentalmente, non esistono altri personaggi di rilievo. La prima è una ragazzina vanitosa e convinta delle proprie abilità, apparentemente fredda e saccente e che soltanto dopo una doccia fredda inizierà a impegnarsi. I suoi sforzi però sembrano vani dato che arriverà al punto di alzare bandiera bianca e abbandonare i disegni per svariati mesi. Un personaggio quindi molto vero, vivo, lontano dai classici eroi senza macchia che vivono nei fumetti. La sua spinta motivazionale è data da Kyomoto, il secondo personaggio di spicco di Look Back.

Insieme a Fujino, stabilirà un duo di mangaka che produrrà diversi oneshot e risulterà abbastanza approfondita nonostante i suoi pochi dialoghi. Infatti, grazie a poche battute ben piazzate, a espressioni che contestualizzano il suo carattere e le descrizioni della protagonista, sarà abbastanza chiaro il tipo di personaggio che è Kyomoto: una hikikomori che ha paura delle persone, chiusa e introversa, molto timida ma che riesce a trovare a sua volta una spinta motivazionale nella sensei, la persona che ha sempre ammirato.

Entrambe si sono quindi aiutate involontariamente a vicenda. Le ragazze non risultano quindi personaggi allegri, retti e giusti, bensì personaggi umani con le loro virtù e contraddizioni ma anche con tanta voglia di migliorarsi.Analizzando alcuni processi della loro vita, si nota come entrambe conservino dei grossi pezzi della personalità di Fujimoto. Non è un caso infatti se l'autore ha scomposto in due parti il proprio cognome, donandone una metà a Fujino e l'altra a Kyomoto. Con questa produzione, l'autore ha quindi iniziato a parlare di sé, della sua vita, della nascita della sua carriera da mangaka con tutte le preoccupazioni che avevano i suoi genitori e della sua scarsa vita sociale. Emblematica la frase citata dalla sorella di Fujino, dove i genitori di lei si dicono preoccupati per il futuro della figlia: sono le stesse parole che Fujimoto ha rivelato in un'intervista, parlando di come lo vedevano l'aspirante mangaka alcuni anni fa.

I due personaggi riescono a essere così vivi e reali proprio grazie a questa visione che Fujimoto ha svolto su se stesso. Ci sono poi tanti altri eventi della crescita di Fujino e Kyomoto che si rifanno alla vita del mangaka: entrambi hanno pubblicato 7 oneshot prima di proporre una propria serie alla Shueisha; le ragazze alla loro uscita insieme vanno a vedere i film, chiaro rimando alla passione di Fujimoto per le pellicole; Kyomoto decide di andare in una scuola d'arte per migliorarsi, stesso percorso fatto da Fujimoto dopo il liceo. Come non parlare poi dei chiarissimi riferimenti a Chainsaw Man e Fire Punch con l'opera fittizia Shark Kick, dal numero di volumi all'annuncio dell'anime, finendo con il nome stesso del manga che è un rimando agli altri due lavori reali di Fujimoto.

Una carica di realismo che viene però accentuato da un altro elemento cardine del capitolo. Il 18 luglio 2021, data di uscita di Look Back su Shonen Jump+, segna il secondo anniversario dall'incendio della sede della Kyoto Animation ad opera di un piromane. Una data non casuale, come non è casuale la scelta di inserire il kanji di "Kyo" nel cognome di Kyomoto. Lei, uccisa nel manga durante il massacro di un assassino che accusava gli studenti della scuola d'arte di essere dei plagiatori, è un chiaro omaggio a tutti coloro che quel giorno del 2019 non ce l'hanno fatta.

Anche qui il parallelo è evidente, con due persone che hanno compiuto un massacro in nome di un "plagio". Sarà questo evento a scatenare il fenomeno del "Look Back", il guardarsi indietro con rimorso e rabbia, di Fujino, gestito in modo criptico inizialmente ma che pian piano diventa sempre più comprensibile, lasciando una consapevolezza amara al lettore.

La scelta di portare poi la visione di una realtà alternativa, quel desiderio di "what if" che si attiva nei momenti di sconforto dove pensiamo a come sarebbe potuta andare, strugge enormemente perché è un processo vicino a chiunque abbia dovuto subire una cocente delusione o una grave perdita. In questo modo il lettore viene calato ancora di più in quel personaggio che vive tra le pagine, sopportando il momento di sconforto e lutto insieme all'ormai famosa mangaka.

Non si sa se Fujimoto abbia perso qualche conoscente o una persona cara durante l'incendio alla Kyoto Animation, ma le scene con Fujino sono abbastanza eloquenti e struggenti da esprimere tutto il dolore possibile per la tragedia con dei semplici disegni, altro punto forte di Look Back.

Show, don't tell

Inserire una scena in un manga e spiegarla con delle didascalie è semplice. Molto più difficile è raccontare il tutto solo con immagini, ma Fujimoto ci è riuscito alla grande. In tutto il capitolo il mangaka si dà da fare e, sfruttando una regia quasi cinematografica, riesce a scandire perfettamente il passare del tempo, delle stagioni e della crescita delle due protagoniste con poche tavole in sequenza, come se stessimo osservando da vicino le scene di una diapositiva frame per frame.

Regia quindi impeccabile che viene associata a un lato artistico di gran lunga migliore di quello di Chainsaw Man e Fire Punch. Il punto debole di Fujimoto è indubbiamente il non saper rendere autentici i corpi umani nelle fasi più dinamiche, ma il genere di racconto di Look Back consente al mangaka di ridurre queste scene al minimo. Risulterà quindi un disegno sempre preciso e bello da vedere che dà il suo massimo nelle espressioni facciali nei momenti cruciali.

Il suo lavoro risulta di una qualità sopraffina tale da riuscire a conferire tutte le emozioni senza dover inserire neanche una parola di spiegazione: gli occhi opachi e ammantati di dolore per la perdita sono un pugno nello stomaco, le tavole finali con la crescita di Fujino e il ritorno alla sua vita sono magistrali per gestione dello spazio e del tempo, lo sguardo della donna visto dal basso sembra voler mostrare tutto il peso e il rimorso che si porta sulle spalle. Fujimoto riesce quindi nel difficile intento di raccontare tutto senza doverlo per forza trascrivere in didascalie, lasciando che parlassero i disegni.

Qui e lì l'autore ha aggiunto qualche particolare chicca grafica. Ancora una volta, in un lavoro di Fujimoto entrano in gioco le porte. Un lungo corridoio, una visuale bloccata e la porta che segna il passaggio tra un mondo e un altro, uno senza rimpianti e un altro che lascia rinchiusi in se stessi e nelle proprie paure. Questo elemento si ripresenta più e più volte nel corso del capitolo autoconclusivo, e soltanto nel momento saliente quella porta verrà aperta.

Uno dei riferimenti più importanti inoltre è senza dubbio quello divisa tra prima e ultima pagina. Il capitolo si apre con un "Don't" e si conclude con un "in anger": unendo queste al titolo si ottiene "Don't Look Back in Anger", nota canzone del gruppo Oasis, un ulteriore incitamento dell'autore a guardare avanti e non indietro. Alla fine infatti sembra voler portare un messaggio di speranza, con quella domanda che rimane ancora una volta senza una risposta scritta, eppure ben espressa dai ricordi di Fujino e Kyomoto, con la prima che alla fine riesce a rialzarsi e andare avanti.

Look Back Un oneshot segnato, personale e toccante. Fujimoto si è diviso nelle sue protagoniste e ha raccontato la propria storia e quella di uno dei drammi giapponesi più gravi degli ultimi decenni. Nonostante siano 143 pagine, il manga prosegue velocemente ma toccando le corde giuste, colpendo in ogni suo singolo elemento, condendo il tutto con un messaggio di speranza conclusivo. Il mangaka ha dimostrato di non avere paura nel mostrarsi al pubblico e l’apprezzamento è meritato per questa piccola perla breve ma intensa.

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