Love of Kill Recensione: il promettente anime crime di Crunchryroll

Si è conclusa la prima stagione di Love of Kill, un anime crime dalle premesse insolite che ha saputo giocare bene le sue carte.

Love of Kill Recensione: il promettente anime crime di Crunchryroll
Articolo a cura di

Il 30 marzo Crunchyroll Premium ha distribuito l'ultimo episodio di Love of Kill, nuovo prodotto di Platinum Vision. Si tratta dell'adattamento anime di Koroshi Ai, manga scritto e illustrato da Fe nel 2015, edito da Media Factory e tuttora in corso. La versione del manga in italiano è tuttora inedita, tuttavia il pubblico può godere dell'adattamento animato in simulcast con il Giappone. Con 12 episodi scritti da Ayumu Hisao e diretti da Hideaki Oba, una prima parte dei volumi prende vita sul piccolo schermo, proponendo un primo grande assaggio dell'opera.

Il puzzle si completa

Sin dal primo episodio, Love of Kill ci era sembrato un insolito anime crime, nato da presupposti alquanto bizzarri. Ryhang-ha Song è un sicario professionista che, durante uno dei suoi incarichi, si scontra con Chateau Dankworth, una cacciatrice di taglie che lavora per l'Azienda di Supporto Ritzland.

Da questo incontro comincia quello che definiremmo "il gioco del gatto e del topo". Mentre Ryhang-ha diventa una sorta di inaspettato spasimante che vuole a tutti i costi conoscere l'identità della giovane donna, quest'ultima riceve un gravoso incarico: catturare proprio il suo ammiratore. Peccato che tra i due sia già nato un accordo che vede i due protagonisti sulle spine. Nessuno ucciderà l'altro, ma al tempo stesso entrambi potrebbero. Questa tensione tra i due personaggi principali tiene vivo l'intreccio, fin quando non si scopre la vera ragione che muove gran parte delle vicende. In una primo momento, il curioso avvicinamento e la veloce attrazione nati al primo incontro hanno fatto pensare, durante le prime settimane, che Love of Kill non avesse una radice troppo credibile. Questo prima impressione è smontata, almeno in parte, quando capiamo le dinamiche che legano effettivamente Ryhang-ha Song e Chateau. Un indizio per nulla velato è sempre stato presente nelle immagini della sigla finale: con un parallelismo, i protagonisti in tenera età sono mostrati in situazioni quasi speculari, espediente che suggerisce l'esistenza di un legame tutto da scoprire.

In una prima fase, questo grande puzzle che ruota intorno ai personaggi risulta a tratti confusionario, ma è sufficiente mettere insieme i pezzi, soprattutto quelli dati dai numerosi flashback, per comprendere meglio la storia nella sua totalità. Pur non seguendo un andamento molto lineare, Love of Kill spinge la curiosità dello spettatore fino ad un punto di svolta fondamentale. Questo fa sì che le tessere del puzzle si uniscano da sole, dando vita ad un quadro completo - e per nulla scontato - in grado di rispondere ad una serie di viscerali domande. Ogni elemento torna al suo posto e l'immagine è finalmente nitida.

In fin dei conti, anche gli stessi protagonisti si completano piano piano, formando due facce della stessa medaglia. Inizialmente un alone di mistero circonda entrambi; col passare del tempo, essi si mostrano progressivamente l'uno all'altra, e certamente anche allo spettatore. Così come nel loro bizzarro rapporto, anche a livello narrativo non c'è mai qualcuno che prevale sull'altro. Il loro passato è celato in egual misura, le loro emozioni sono nascoste e saltano fuori nello stesso momento, seppur in modo differente. Se Ryhang-ha maschera il suo passato con ironia, Chateau tende invece a chiudersi in se stessa, mostrando una scontrosità che bilancia perfettamente l'apparente giovialità del suo ammiratore. È proprio vero quindi che essi riescono a completarsi, come due pari che incastrano alla perfezione le loro diverse personalità, trovando sempre un punto in comune.

Un crime non privo di leggerezza

Sin dalle prime scene di azione e combattimento, è evidente il carattere crime che permea Love of Kill. Senza mai mostrare dettagli crudi ed espliciti, la violenza fisica e sanguinaria tipica di questo genere torna in ogni episodio, con sequenze da far trattenere il fiato.

Particolari giochi di inquadrature ed espedienti efficaci, tra cui l'uso del rallenty per incrementare la tensione, contribuiscono a rendere l'opera avvincente. I movimenti scattanti degli agili personaggi godono di un'animazione che si presta bene a questo anime d'azione, nonostante l'estrema semplicità dei disegni che, ad un primo impatto e rispetto ad altri prodotti del panorama giapponese, dà l'impressione di essere un po' approssimativo. Eppure bisogna apprezzare l'incredibile fedeltà all'opera grafica. La palette di colori varia molto da un'atmosfera all'altra; i colori luminosi di sequenze di più ampio respiro lasciano posto a tinte scure, cupe, in linea con il racconto. I ricordi dei protagonisti, ad esempio, sono facilmente riconoscibili per via di una colorazione quasi offuscata, espediente tipico di immagini appartenenti al passato. Questo rende molto più semplice il riconoscimento di avvenimenti lontani, soprattutto quando la narrazione risulta ancora un po' confusionaria, motivo per il quale è consigliata la visione a piccole dosi, pochi episodi alla volta.

Ciò che contraddistingue Love of Kill da altre opere di simile natura è la presenza, molto spesso, di intermezzi comici. Abbiamo detto che Ryhang-ha Song è spesso l'artefice di momenti ironici e scherzosi quando è con Chateau, per nascondere il suo animo decisamente più cupo che mostra quando entra in azione. La narrazione, dunque, è spesso intervallata da veri e propri siparietti che, oltre ad avere un tono leggero, differiscono anche per lo stile. I personaggi sono molto più "cartooneschi", assumono la forma di omini paffuti disegnati su uno sfondo che non è più l'ambiente che li circonda, bensì un background astratto tipico di una vignetta.

Anche il sonoro si presta perfettamente a questa commistione di generi. La musica di Kei Yoshikawa dà spesso l'impressione che si stia guardando un vero e proprio slice of life leggero e spensierato, per poi proporre brani dalla forte carica emotiva o tensiva. Prendiamo in esame la sigla d'apertura, "Midnight Dancer" di Toshiki Masuda, noto cantante, attore e doppiatore giapponese, voce di tantissimi personaggi tra cui Eijiro Kirishima in My Hero Academia o Porko Galliard in L'attacco dei giganti (recuperate la nostra recensione di Attack on Titan 4x27).

Ebbene, il suo brano riesce a trasmettere fin da subito un clima accattivante, i protagonisti appaiono piacenti, affascinanti. Una trovata tipica di film e serie d'azione quella di rendere i personaggi e l'atmosfera accattivanti. Insomma, a metà strada tra un thriller e una comedy, Love of Kill è decisamente un'opera particolare, che perde il suo carattere crime negli attimi di estrema leggerezza, ma che riesce subito a riconquistarlo non appena la trama si infittisce, e gli scontri e le missioni si fanno sempre più interessanti.

Love of Kill Love of Kill è decisamente un anime ricco di particolarità. Se in un primo momento sembrava poco convincente, di episodio in episodio esso riesce a far collimare tutti quegli elementi che, a prima vista, sembrava non avessero solide basi. Pur con momenti leggeri che rischiano di sviare l'attenzione dello spettatore, il nuovo crime di Crunchyroll è in grado di stimolare la curiosità, svelando intrecci per nulla scontati e accendendo così la voglia di una seconda stagione che possa proseguire il racconto.

7.3