Lupin III: Il tesoro di Harimao, la Recensione del 7° special TV dell'anime

Una summa stilistica e narrativa sul ladro gentiluomo: tra antichi tesori e sensuale romanticismo, tra humour dissacrante e drammaturgia.

Lupin III: Il tesoro di Harimao, la Recensione del 7° special TV dell'anime
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Di questi tempi il sabato è un appuntamento fisso e imprescindibile per i fan di Lupin III. Da mesi, infatti, Italia 1 dedica uno slot del proprio palinsesto del sabato, in seconda serata, a uno special o a un film/OVA di animazione del franchise ispirato al manga cult di Monkey Punch. Il ladro gentiluomo è senza dubbio uno dei personaggi più popolari non solo del panorama dell'entertainment nipponico, ma probabilmente della cultura pop globale: un successo straripante che gli garantisce una fanbase piuttosto affezionata, nonostante negli anni le sue declinazioni filmiche si siano proposte al pubblico con risultati altalenanti. Questa sera (sabato 26 maggio), a partire dalle ore 23:00, il canale Mediaset propone il 7° special TV della serie intitolato Lupin III: Il tesoro di Harimao.

Tesori, nazisti e James Bond

Intitolato, in lingua giapponese, Rupan Sansei - Harimao no zaiho o oe!, il 7° special TV della serie animata ha avuto un percorso di traduzione piuttosto travagliato: la corretta trasposizione del titolo sarebbe Lupin III: All'inseguimento del tesoro di Harimao, ma quando fu trasmesso nel nostro Paese (la prima TV avvenne su Italia 1 il 31 ottobre del 1999) l'adattamento italiano si propose al pubblico con il titolo "Chi trova Lupin trova un tesoro" - che risulta, peraltro, la nomenclatura attualmente ancora adottata da Mediaset. Solo in seguito alla prima TV italiana del 1999, invece, il titolo dello special fu tradotto più opportunamente con Lupin III: Il tesoro di Harimao. La prima trasmissione in terra nipponica, in ogni caso, avvenne il 4 agosto 1995 - lo stesso giorno di debutto, peraltro, del film Lupin III: Le profezie di Nostradamus nelle sale cinematografiche giapponesi.
La pellicola inizia con il ladro gentiluomo impegnato nel solito, grande furto che dà solitamente il via alla sua nuova avventura: Lupin, Jigen, Goemon e Fujiko sono alla ricerca del tesoro di Harimao, un leggendario bandito vissuto durante la Seconda Guerra Mondiale e che - stando alla "leggenda" - si dice abbia nascosto in un luogo ignoto un leggendario tesoro di un valore che ammonterebbe a 800 miliardi di dollari. C'è solo un uomo che conosce l'ubicazione di una reliquia così preziosa, che potrà essere scovata soltanto possedendo tre statuette della forma di un orso, di un'aquila e di una scimmia: Sir Archer, un anziano e abile agente segreto in pensione che ha lavorato per il MI6, il noto servizio di intelligence britannico conosciuto anche con il nome ufficiale di Secret Intelligence Service (SIS).

Secondo l'immaginario imbastito dalla pellicola diretta da Osamu Dezaki, inoltre, Archer avrebbe ispirato il personaggio di James Bond - il celebre agente segreto del grande schermo conosciuto con il nome in codice di 007. Insieme a Sir Archer, Lupin e i suoi fanno la conoscenza di Diana, una giovane e avvenente professoressa universitaria di Lettere che lavora nel Regno Unito: i due familiari, inizialmente, si scontrano con la banda guidata dal ladro gentiluomo, ma in seguito all'avvento di una pericolosa organizzazione neo-nazista decidono di far fronte comune per trovare il leggendario tesoro di Harimao.
La banda criminale è guidata da Hellmafordite, un pericoloso e spietato leader neo-nazista decisamente sui generis che ama vestirsi da donna, truccarsi e camuffare la propria voce tramite un apposito modulatore al fine di apparire il più ambiguo possibile. La ricerca per il tesoro culminerà in un antico sottomarino, nel quale si consumerà la battaglia finale tra Lupin, i suoi compagni e gli Archer contro i malvagi avversari.

A tutto Lupin

Le storie di Lupin si sono sempre caratterizzate per il loro trovarsi costantemente in bilico su un filo tra serio e faceto, tra avventure scanzonate e atmosfere da thriller poliziesco che si riflettono quasi sempre in un'ottima direzione artistica e tecnica. È proprio il caso di Lupin III: Il tesoro di Harimao, una pellicola in cui si alternano sapientemente i momenti più drammatici con altri dai toni decisamente più comici, anche più del solito, che giocano sulla natura da donnaiolo di Lupin nei confronti della bella Diana ma anche di un inaspettato Sir Archer con la nostra sexy e storica Fujiko Mine.

I temi trattati nel film, portati avanti anche da un villain piuttosto carismatico e da un'organizzazione criminale dagli intenti tutt'altro che pacifisti, riescono a rendere la narrazione di impatto e scorrevole, caratterizzata da un costante e dissacrante humour di fondo. Il racconto si concentra prevalentemente sui personaggi inediti della pellicola, Sir Archer e Diana, e sul loro rapporto con Lupin, mentre finisce con il mettere in secondo piano gli altri, storici comprimari della serie animata.

Per fortuna questa volta, rispetto al passato, il risultato è un film pienamente godibile e artisticamente valido: il character design, ormai soggetto a evoluzioni e cambiamenti continui nel corso degli ultimi quarant'anni, risulta ben realizzato e riesce a rendere giustizia tanto alle fattezze originali dei protagonisti che a quelle dei nuovi comprimari. Lodevole anche il comparto delle animazioni, che si districa tra sequenze di incredibile fluidità e alcune inquadrature statiche, stilisticamente e cromaticamente parlando, pensate e realizzate per rappresentare alcune delle scene più d'impatto dello special TV.

Lupin III: All'inseguimento del tesoro di Harimao Se avesse donato a tutti i personaggi una caratterizzazione profonda com'è stato per quelli inediti (tra comprimari e villain), probabilmente Il Tesoro di Harimao avrebbe meritato un giudizio superiore. Resta che il 7° special TV della serie è uno dei più interessanti inclusi nella vasta filmografia del franchise, bilanciato com'è tra uno humour dissacrante ma ragionato e una buona dose di drammaturgia. A tutto ciò si unisce la solita, ottima direzione tecnica e artistica che rende la produzione un lungo episodio da guardare a tutti i costi per i fan della serie.

7.8