Made in Abyss: Recensione della serie anime tratta dal manga di Tsukushi

Grazie al recente approdo nel catalogo di Netflix, abbiamo (ri)guardato per voi l'adattamento animato di Made in Abyss. Ecco le nostre considerazioni!

Made in Abyss: Recensione della serie anime tratta dal manga di Tsukushi
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Riuscire a creare una storia dai temi tanto profondi e maturi, ma allo stesso tempo ricca di elementi fantastici, che spesso si trasformano in veri e propri incubi ad occhi aperti, è uno dei grandi meriti per il quale il maestro Akihito Tsukushi è riuscito a stregarci tutti. Con la sua enigmatica e a tratti controversa creatura, Made in Abyss, il mangaka ha saputo portare su carta un prodotto dal potenziale e dalle qualità impressionanti, capace senza troppa fatica di diventare uno dei manga di maggior successo degli ultimi anni. Dei primi quattro volumi di quest'ultimo è stato realizzato un adattamento animato di tredici episodi, a cura dello studio Kinema Citrus, con la regia di Masayuki Kojima e la supervisione di Hideyuki Kurata, disponibile nel nostro Paese grazie a Dynit e trasmesso in simulcast su VVVVID. Complice l'approdo della serie anche su Netflix, abbiamo deciso di riguardarlo per voi, per (ri)immergerci all'interno delle incredibili atmosfere di una vicenda affascinante e cruenta, la cui facciata di storia fantastica viene bruscamente sgominata da una realtà dei fatti ben diversa. la Una prima stagione che, purtroppo, non conoscerà mai un sequel: le avventure di Riko e Reg, infatti, continuano al cinema (sono già stati prodotti due film ed è in procinto di arrivare il terzo), vista la cadenza molto dilatata della serializzazione del fumetto. Siete pronti? Il viaggio è appena iniziato!

L'abisso

La storia di Made in Abyss parte con un'identità ben precisa, già dai primissimi istanti. Protagonista indiscusso è il gigantesco e minaccioso Abisso, una misteriosa voragine comparsa quasi all'improvviso migliaia di anni prima le vicende narrate nell'opera e che, a poco a poco, ha iniziato ad attrarre inesorabilmente gli esseri umani. Col passare degli anni, le persone, sempre più sedotte dall'Abisso e dai suoi segreti, hanno finito con l'avventurarsi nei suoi meandri, dando vita ad una vera e propria istituzione: gli Esploratori, che regolarmente si cimentano alla ricerca di cimeli sempre più inestimabili.

Tale organizzazione è ben strutturata, con una ferrea gerarchia interna a cui fanno da apice indiscusso i cosiddetti Fischietti Bianchi. Questi ultimi sono gli esploratori di maggior talento e abilità, capaci di inerpicarsi nelle più audaci e pericolose missioni di recupero ed esplorazione. Proprio uno dei fischietti in questione è fondamentale nell'economia della trama, seppur non direttamente.

Protagonista della storia è la piccola Riko, la figlia di Lyza la Sterminatrice, un Fischietto Bianco, probabilmente il più talentuoso tra tutti. La donna è stata capace di spingersi verso livelli impensabili dell'Abisso, metaforicamente e fisicamente diviso in veri e propri strati a cui corrisponde un livello di pericolo, ma anche di fascino e rilevanza, sempre maggiore. Spingersi sempre più in là nell'Abisso, però, significa anche non far più ritorno.

Gli esploratori, infatti, ben presto sono costretti a prendere coscienza della terribile maledizione dell'Abisso che, in buona sostanza, rende impossibile la risalita in superficie, una volta addentratisi oltre un certo limite. Proprio Lyza non ha più fatto più ritorno, spianando così la strada alla grande avventura della figlia, che ha ereditato dalla madre lo stesso irrefrenabile istinto, immune al pericolo e senza freni. La protagonista è spinta dal solo desiderio di esplorare ogni singolo anfratto dell'Abisso, nella speranza che un giorno possa ritrovare la madre scomparsa.

Per questo motivo, dopo una fase iniziale tutto sommato introduttiva, in cui vengono a poco a poco illustrati alcuni personaggi più o meno importanti appartenenti all'orfanotrofio Belchero, una vera e propria "scuola" di giovani Fischietti (così come la nostra Riko), l'intrepida ragazzina dai capelli biondi decide di spingersi nelle profondità dell'Abisso dopo aver ricevuto un criptico messaggio che sembra provenire niente meno che da sua madre: sul fondo dell'Abisso attendo. Le peripezie da affrontare, però, si preannunciano veramente tantissime, ma per fortuna Riko non è da sola. In sua compagnia ci sarà Reg, un androide umanoide apparso sulla strada della giovane quasi per caso, che non ha memoria del suo passato. Il suo unico istinto si potrebbe definire quello di proteggere Riko, senza nemmeno saperne il motivo.

L'incredibile caratterizzazione dei personaggi

Uno dei punti più alti del manga - e, di rimando, anche dell'anime - è il character design. Non soltanto i protagonisti Riko e Reg appaiono ottimamente caratterizzati, ma anche il resto del cast ha saputo regalare personaggi difficilmente dimenticabili. Su tutti, chiaramente, spicca la figura di Nanachi, tanto per citarne una, una strana creatura che si paleserà nel corso degli episodi finali della serie, mossa dall'intenzione di aiutare i due protagonisti, finiti - inevitabilmente - in pericolo durante l'ardua discesa.

La storia di Nanachi, a dirla tutta, è una delle più commoventi e cruente che siano state mai narrate, capace di creare un vuoto nello stomaco anche nell'animo dei più insensibili. Ed è proprio con Nanachi, come con la sua compagna di viaggio Mitty, che capiamo la profondità di questo immaginario: ogni personaggio non è quasi mai ciò che sembra e racchiude in sé una storia lunga e sfaccettata. Durante i primi episodi è poi possibile imbattersi in un'altra misteriosa figura, un Fischietto Bianco tanto enigmatico quanto spaventoso, di cui, però, non vogliamo anticiparvi nulla.

Starà a voi fare la conoscenza di Ozen l'Inamovibile, a vostro rischio e pericolo, chiaramente. E proprio sul finire di stagione, Made in Abyss rivela un altro tassello fondamentale del suo ricco puzzle, quello che sembra essere a tutti gli effetti l'antagonista principale della serie: Bondrewd. In linea di massima, comunque, la direzione intrapresa da Akihito Tsukushi è ben chiara: in Made in Abyss niente è lasciato al caso, e persino gli oggetti inanimati possono nascondere un sapere sconosciuto ed immenso.

L'impatto visivo: un tripudio cromatico con pochi eguali

Basandosi su un materiale di partenza così ricco e variegato, probabilmente, portare su schermo un risultato diverso da quello - meraviglioso - ottenuto, sarebbe stato quasi impossibile. Artisticamente parlando, infatti, Made in Abyss è una vera e propria perla, una gemma rara che brilla con forza, facendosi notare senza troppa fatica, saltando subito all'occhio, l'occhio vigile di uno spettatore che non può rimanere insensibile di fronte a cotanta bellezza. Il lavoro svolto dallo studio di animazione Kinema Citrus è a dir poco encomiabile, e riesce a replicare magistralmente gli stessi splendidi scorci visivi del manga.

Non soltanto i luoghi, in particolare, ovviamente, i vari strati dell'Abisso, sono talmente ben caratterizzati da valere da soli il prezzo del biglietto, ma l'ottima vena realizzativa si estende anche ad elementi diversi, quali il bestiario, gli elementi di contorno e, dulcis in fundo, il character design.

Di primo acchito, infatti, la realizzazione dei volti e delle fattezze degli esseri umani appare molto semplice, mossa da un tratto elementare e che non mira alla perfezione stilistica. Ciò, in realtà, è vero soltanto in parte. Seppur non facendo gridare al miracolo, le tavole, splendidamente adattate nella versione anime, riescono sempre a sorprendere, dando vita ad un tratto unico e a tratti inconfondibile.

Semplicemente straordinario, infine, è tutto il comparto dell'effettistica, che accompagna dall'inizio alla fine le vicende di Riko e Reg. La colonna sonora dell'anime, curata da Kevin Perkin, è di quelle veramente importanti. Maestosa e solenne come poche, la soundtrack generale che accompagna il viaggio dei giovani esploratori è uno spettacolo sensoriale, capace di regalare attimi di pura emozione uditiva, che ben si sposano con un'atmosfera sempre a metà tra il fiabesco e lo spaventoso, il misterioso e l'affascinante, una sensazione che, in realtà, ci accompagnerà dall'inizio alla fine.

Made in Abyss (Anime) Made in Abyss è un viaggio incredibile, che mette continuamente alla prova il cuore e la mente degli spettatori. La discesa della giovane Riko è soltanto l’inizio di una traversata ricca di pericoli, ma anche di alleati improbabili e storie straordinarie, seppur fin troppe volte drammatiche oltre ogni limite. L’adattamento animato dell’opera riesce a replicare splendidamente la prima parte della storia, con una realizzazione certosina e senza sbavature, capace di dare la giusta vetrina ad un’opera imperdibile che ci sentiamo di consigliare senza remore a tutti gli appassionati del genere.

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