Magia Record: Recensione dello spin-off di Madoka Magica

Magia Record, spin-off del celebre franchise Madoka Magica, giunge come anime sui nostri schermi. Andiamo a scoprire i suoi pregi e i suoi difetti.

Magia Record: Recensione dello spin-off di Madoka Magica
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Se dovessimo fare una lista degli anime più importanti dello scorso decennio, veri e propri pilastri del settore capaci di influenzare inevitabilmente tutte le produzioni successive, Puella Magi Madoka Magica ci finirebbe di sicuro. Trasmesso da gennaio ad aprile 2011 sulla TV giapponese, e acquisito nel nostro paese da Dynit che lo ha pubblicato anche in home video doppiato in italiano, l'anime ha rivoluzionato il genere maho shojo (detto anche majokko), fino a quel momento piuttosto conservatore, proponendo un approccio più cupo e crudele caratterizzato da una trama complessa e multistrato e da un comparto visivo straordinario, surreale e psichedelico.

Un'eredità importante

Puella Magi Madoka Magica nasce dall'incontro di quattro protagonisti indiscussi del moderno panorama anime, qui raccolti nello pseudonimo "Magica Quartet": il regista Akiyuki Shinbo, lo sceneggiatore Gen Urobuchi, il character designer Ume Aoki e lo studio d'animazione Shaft, conosciuto principalmente per il suo lavoro sulla celebre serie Monogatari tratta dai romanzi di Nisioisin.

L'unione di questi incredibili talenti, a cui dobbiamo aggiungere le splendide musiche della compositrice Yuki Kajiura, ha prodotto un vero capolavoro, un unicum da molti considerato irripetibile e che invece dopo soli due anni, nel 2013, è stato superato dal film Puella Magi Madoka Magica - Parte 3 - La storia della ribellione. Un'opera controversa, che ha diviso (e divide tuttora) la stessa fanbase ma di qualità assoluta, che porta a conclusione le vicende di Madoka e compagne iniziate nella serie animata.

Arriviamo ai giorni nostri. Dopo la sua prima pubblicazione sotto forma di videogioco per il mercato mobile, Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story (d'ora in avanti Magia Record per comodità) arriva sui nostri schermi come adattamento animato, dando ai fan la possibilità di immergersi nuovamente nelle atmosfere di un franchise unico e affascinante. Sarà stato all'altezza delle aspettative? Andiamo a scoprirlo.

Stessa atmosfera, facce nuove

Magia Record nasce come videogioco di ruolo a turni per il mercato mobile, sviluppato da f4samurai per sistemi operativi Android e iOS e pubblicato il 22 agosto 2017 in Giappone da Aniplex, ancora inedito nel mercato europeo. L'adattamento animato a opera dello studio Shaft, annunciato nel mese di settembre 2018 e originariamente previsto per il 2019, è andato in onda dal 4 gennaio al 28 marzo 2020 sulla rete televisiva giapponese per la regia di Gekidan Inu Curry (pseudonimo di due artisti ex-Gainax che hanno lavorato anche alla serie originale) e Yukihiro Miyamoto. Lungo 13 episodi, Magia Record è stato rinnovato per una seconda stagione, ed è stato licenziato nel nostro paese da Dynit che lo ha rilasciato in simulcast sottotitolato in italiano sulla piattaforma VVVVID.

Magia Record, ambientato nello stesso universo di Madoka Magica, racconta le vicende della liceale Iroha Tamaki, divenuta una ragazza magica impegnata a combattere le Streghe dopo aver espresso un desiderio che nemmeno lei stessa si ricorda.

Mentre indaga su questo mistero, che sembra collegato alla scomparsa della sua sorella minore, Iroha giunge nella città di Kamihama, un luogo dove le Streghe sono molto più potenti del normale e dove è giunta voce che esiste un modo per salvare le ragazze magiche dal loro ineluttabile destino. Nel corso delle sue ricerche, la protagonista conoscerà molte amiche e alleate come la misteriosa e (all'apparenza) fredda Yachiyo Nanami.

Un pallido riflesso

In questa nuova iterazione animata del brand Madoka Magica è purtroppo assente gran parte dello staff che ha reso speciale il capostipite. Manca Akiyuki Shinbo alla regia, qui accreditato solo alla supervisione delle animazioni, manca l'incredibile talento di Yuki Kajiura alla colonna sonora (qui sostituita da Takumi Ozawa), ma soprattutto manca l'impronta inconfondibile di Gen Urobuchi nella storia, forse colui che più di tutti ha contribuito alla rivoluzione del genere maho shojo ormai 9 anni fa. Del gruppo Magica Quartet è rimasto solo lo studio Shaft, mentre lo sviluppo della serie è stato curato (sia come regia che come sceneggiatura) dal duo Gekidan Inu Curry. Un cambiamento nello staff non di poco conto, e che purtroppo ha inciso sul risultato finale.

Magia Record si rivela, a conti fatti, un anime deludente. Incapace di trovare una precisa identità nel corso dei suoi 13 episodi e vittima della pesante eredità sulle sue spalle, l'opera è solo un pallido riflesso della magia e della grandezza delle passate iterazioni. Ma anche senza lo scomodo (e per certi versi ingiusto, vista la sua natura di spin-off) paragone con la serie originale e relativo film sequel, Magia Record lascia l'amaro in bocca per colpa di una storia inizialmente promettente (il primo episodio è ottimo e invoglia a proseguire) ma gestita male e priva di mordente. Una narrazione che ha il gravissimo difetto di ingranare troppo tardi e di interrompersi sul più bello, rimandando tutti gli sviluppi e il giudizio definitivo alla seconda stagione già annunciata.

Non aiutano i personaggi. Mentre la prima serie si concentrava su poche protagoniste, tutte caratterizzate in maniera impeccabile, qui abbiamo un'abbondanza di figure per la maggior parte stereotipate che faticano a spiccare e a lasciare il segno sullo spettatore.

La protagonista Iroha Tamaki, nonostante il character design grazioso e l'ottima prova della doppiatrice Momo Asakura, è probabilmente una delle più inette che si siano viste nel genere, sempre in balia degli eventi della storia e priva di personalità. Le cose vanno meglio per Yachiyo Nanami, che possiamo considerare a tutti gli effetti la seconda eroina di Magia Record, che però a conti fatti risulta solo una pallida imitazione della ben più memorabile Homura Akemi della prima serie.

La magia di Shaft

L'unico aspetto dove Magia Record non delude è, come era lecito aspettarsi, quello visivo. Confermandosi uno degli studi d'animazione giapponese più creativi e dall'impronta stilistica immediatamente riconoscibile, una vera e propria fucina di talenti del settore, Shaft ci regala ancora una volta un comparto artistico splendido.

Una meraviglia visiva caratterizzata da disegni e animazioni di qualità elevata, momenti onirici, surreali e da incubo nei combattimenti contro le streghe (come da tradizione del franchise) ispirate all'animazione dell'Europa dell'Est, nonché un paio di spettacolari sequenze di trasformazione delle ragazze nei loro costumi magici che omaggiano capisaldi del genere come Sailor Moon. Un lavoro notevole che trova il suo apice nell'ultimo, spettacolare episodio.

Anche qui però non è tutto oro quello che luccica. Se è vero che visivamente Magia Record raggiunge vette artistiche di un certo peso, è altrettanto vero purtroppo che, a differenza della serie originale (e annesso film), tutto questo splendore risulta in definitiva solo un vuoto esercizio di stile, non essendo supportato da un contenuto all'altezza.

Questa serie è probabilmente un ottimo esempio del celebre detto "l'abito non fa il monaco", perché più che l'apparenza conta la sostanza, qui purtroppo deficitaria. Anche quando si sarebbe potuto colmare, in minima parte, questo divario nelle battute finali, l'anime preferisce ricorrere a un inutile fanservice che fallisce il suo obbiettivo. Aspetto sul quale non diciamo altro onde non rovinarvi la visione.

Magia Record: Puella Magi Madoka Magica Side Story Magia Record è un anime purtroppo non all’altezza dell’ingombrante nome che porta, e che non può competere a livello di qualità con le precedenti, memorabili iterazioni del franchise, delle quali si rivela solo un pallido riflesso incapace di riproporre la stessa magia e lo stesso fascino che hanno decretato il successo e l’importanza del capostipite. Ma anche senza fare scomodi (e, ammettiamolo, ingiusti) paragoni, Magia Record è una serie a malapena sufficiente che ha il grave difetto di svegliarsi troppo tardi, interrompendosi sul più bello e rimandando il giudizio definitivo alla seconda stagione già annunciata. Consigliato solo ai fan più irriducibili del brand.

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