Recensione Memories

In the future, present or imaginary world, MEMORIES reveal themselves ...

Recensione Memories
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Non solo il ritorno di Otomo dopo Akira

Al tempo del suo arrivo nelle sale, Memories fu indubbiamente uno degli anime più attesi dell’anno: era il ritorno di Katsuhiro Otomo alla regia, sebbene solo di uno dei tre episodi che compongono il film, dopo il successo planetario di Akira. D’altro canto, a insaputa di chi andava a vederlo, era anche uno degli ultimi campioni dell’animazione giapponese “vecchio stile”. Nell’anno della sua uscita, l’ormai memorabile 1995, giunsero infatti sugli schermi due opere sublimi e rivoluzionarie: il film di Ghost In The Shell e Neon Genesis Evangelion. Il loro immenso successo suggellò l’inizio di una nuova era di dilagante intellettualismo (non sempre opportuno) e contemporaneamente decretò la decadenza di quell’infantilismo che l’animazione non riusciva a scrollarsi di dosso e di cui Memories, con la sua capacità di parlare di temi “adulti” con toni adolescenziali, è uno dei vertici.

Tre gioiellini

La pellicola consta di tre episodi, legati tra loro solo da un sottile filo temporale che colloca il primo nel futuro, il secondo nel presente e il terzo in un mondo immaginario riconducibile, però, al 1800.

Magnetic Rose scritto da Satoshi Kon e diretto da Koji Morimoto, della durata di 42 minuti. Seguiamo le vicende di un gruppo di astronauti che ricevono un segnale di S.O.S. da una gigantesca base spaziale in rovina sperduta nello spazio infinito. Al suo interno è riprodotto un lussureggiante palazzo ottocentesco e abita una bellissima soprano dalla voce stupenda. Ma non tutto è come sembra: gli interni del palazzo sono in realtà in putrescenza e abbagliano la vista solo grazie ad ologrammi; della bellissima cantante resta, probabilmente, poco più che il ricordo che una vecchia ha della propria giovinezza. Il film, va evidenziato, è stato scritto da Satoshi Kon e ciò ne spiega l’estremo fascino: è una pellicola sulla ricordanza, una delle cose più amate dagli artisti, sui suoi piaceri e sulla sua inconsistenza e fragilità. Magnifica la colonna sonora che ci accompagna in tutto il film con “Un Bel Dì Vedremo” interpretato da Maria Callas.

Stink Bomb scritto da Katsuhiro Otomo e diretto da Tensai Okamura, della durata di 40 minuti. Un giovane chimico con l’influenza ingerisce accidentalmente la pozione preparata per creare una nuova super-arma biologica e viene trasformato in un virus umano il cui pestilenziale odore uccide chiunque all’istante. Gli inetti superiori gli ordinano di andare a Tokyo dando via ad una apocalittica corsa verso la capitale. L’aria che tira nel film ricorda molto il Dottor Stranamore di Kubrick, una feroce critica al militarismo, reso dalle armi moderne pericoloso quanto mai, condotta con i mezzi della commedia. Certo non siamo neppure vicini ai livelli del cult degli anni '60, ma il ghigno satirico è lo stesso.

Cannon Fodder scritto e diretto da Katsuhiro Otomo, della durata di 22 minuti. Racconta la giornata di un padre e di un figlio in un immaginario paese militarista e totalitario il cui motto è “bisogna sparare sempre, sparare per la patria” e di cui gli stessi abitanti ignorano i nemici contro cui sparano ininterrottamente. Gli uomini vanno o nelle fabbriche a costruir cannoni o nelle postazioni militari ad adoperarli, i bambini imparano a scuola le fredde regole della matematica per un futuro da eccellenti artiglieri. Dei tre è quello più controverso: da un lato sfoggia una particolarissima grafica grezza che non si può non apprezzare e un delizioso gusto surreale; dall’altro mette le due cose al servizio di critiche ormai inflazionate.

Edizione DvD

L’anime è proposto in Italia dalla Sony, che ne ha curato l’edizione in linea con i suoi standard. La traccia video è in un 1:85 che non dà adito a lamentele, mentre per l’audio, pur essendoci tracce 5.1 in giapponese e altre lingue europee, abbiamo in italiano solo una 2.0 DD che costringerà a ricorrere ai sottotitoli chi volesse sfruttare il proprio impianto home theater. Nella media gli extra che affiancano a vari trailers un making of ma niente di più. Buono, alla luce di ciò, il prezzo di 16,90 euro.

Memories Memories è uno dei lungometraggi d’animazione più notevoli dei primi anni ‘90, dotato di grande profondità nonostante i limiti intrinseci del film a episodi. Purtroppo però non è neppure un capolavoro immortale e la vecchiaia prima o poi farà presa anche su di lui; l’amaro momento tuttavia è ancora lontano, la sua bellezza lungi dallo sfiorire e, in Magnetic Rose, piena d’una grazia ammaliatrice tutt’oggi vigorosa.

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