Il mese degli dei recensione: l'emozionante anime Netflix

Prodotto in crodwfunding, Il mese degli dei racconta l'incredibile avventura vissuta dalla giovanissima Kanna, reduce dalla scomparsa della madre.

Il mese degli dei recensione: l'emozionante anime Netflix
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Soltanto qualche giorno fa la serie La leggenda di Vox Machina (ecco qui le nostre prime impressioni su La leggenda di Vox Machina ha debuttato nel catalogo di Amazon Prime Video, e ora un altro progetto nato grazie al finanziamento in crowdfunding è apparso nel panorama dello streaming, in quest'occasione in esclusiva su Netflix. Stiamo parlando de Il mese degli dei, film d'animazione prodotto da Liden Films, studio al quale dobbiamo tra gli altri la serie di Berserk e un recente successo come Tokyo Revengers.

Child of Kamiari month - questo il titolo originale - ha debuttato nei cinema nazionali lo scorso ottobre, prima di essere distribuito globalmente in questi primi giorni di febbraio direttamente sulla piattaforma di streaming. Un mese non casuale quello dell'uscita in patria, giacché in Giappone il decimo mese dell'anno viene chiamato nel calendario antico come Kannazuki, ossia il mese senza dei. E oltre al fatto che la protagonista si chiami proprio Kanna, anche la trama è incentrata per l'appunto, come suggerisce per l'appunto l'adattamento italiano, sulle figure divine che interagiscono con il mondo degli umani.

Il mese degli dei: una missione da compiere

Come abbiamo detto la giovane protagonista si chiama Kanna, una studentessa delle elementari che ha una grande passione per la corsa fin da quando era piccola. Una passione trasmessale dall'amata madre Yayoi, scomparsa per una malattia qualche tempo prima: proprio per questo ora la ragazzina è scoraggiata e non riversa più lo stesso impegno nell'atletica, ritenendo di non essere all'altezza della compianta figura materna. Si strugge nel proprio dolore, non avendo ancora metabolizzato il lutto, e invece di condividere le proprie emozioni con le sue amiche, nasconde tutto nel profondo del proprio animo.

Un giorno, dopo aver partecipato ad una maratona scolastica per le vie della città e aver avuto una crisi di nervi, Kanna fugge in preda al panico e giunge nei pressi di un tempio. Qui indossa l'amuleto che era di Yayoi ed assiste all'apparizione di alcuni personaggi estranei al mondo degli umani, come il coniglietto Shiro e il ragazzo demone Yato e scopre che la madre era discendente di una stirpe divina, la cui abilità era proprio nella corsa. Kanna finirà così coinvolta in un'incredibile avventura, con un viaggio che la condurrà al cospetto degli dei nella terra di Izumo, con la speranza di poter rivedere ancora una volta la genitrice.

Correre per vivere

Quello compiuto dalla giovanissima protagonista è un classico percorso di formazione, durante il quale comprenderà al meglio se stessa e verrà a patti coi propri demoni, sia in senso metaforico che letterale. Kanna si troverà ad affrontare diverse sfide in compagnia dei suoi eterogenei compagni di viaggio, con il pericolo sempre in agguato e diverse situazioni che metteranno a dura prova una psiche già provata: tutti step necessari perché infine si compia il suo destino e riconquisti finalmente la consapevolezza e la voglia di vivere.

Se alcuni passaggi risultano effettivamente efficaci, su tutti la "corsa" risolutiva nella parte finale con tanto di evocativo pezzo j-pop d'accompagnamento - a cantarlo è l'attrice e cantautrice Miwa - per buona parte del film si respira una sorta di stasi, quasi che non sempre il racconto abbia ben chiaro su dove focalizzarsi e proceda per una sorta di inerzia che ricalca, nel bene e nel male, tutti i passaggi obbligatori per questo coming-of-age dal taglio fantastico.

Dopo il flashback iniziale, nel quale scopriamo la comune passione di madre e figlia, l'attenzione si sposta nel presente e dopo il prologo l'azione ha luogo in questa sorta di realtà "altra", con tanto di tempo che si ferma nel mondo degli umani. Il mese degli dei è sicuramente una storia sulla perdita e nel tratteggio dei rapporti denota una buona sensibilità di scrittura, con sfumature psicologiche per nulla scontate nella creazione de personaggio di Kanna, che a dispetto della giovane età si trova già ad affrontare un dolore così grande.

Se dal punto di vista emotivo l'operazione si rivela quindi convincente, come detto è nella parte più fantastica che mette in mostra qualche passo falso: non tutto risulta infatti credibile - pur contestualizzato - e avvincente, con una gestione delle dinamiche action a tratti discutibile anche per ciò che riguarda la stessa fluidità d'animazione. Il character design, per quanto non brilli per originalità, si rivela ad ogni modo gradevole, così come la gestione cromatica di personaggi e sfondi, con alcune sequenze visivamente suggestive, che confezionano un prodotto dignitoso e, a dispetto di alcuni limiti, più che apprezzabile.

Il mese degli dei Un'avventura catartica quella vissuta dalla giovane protagonista che, dopo aver perso la madre, è pronta a ritrovare se stessa in un incredibile viaggio che la condurrà al cospetto degli dei. La corsa, passione che la lega all'amata persona scomparsa, è elemento determinante del racconto e al centro delle principali scene madri, con una componente fantastica che a volte sembra troppo timorosa di osare ancora di più, troncando parzialmente l'afflato spettacolare della visione. Il mese degli dei ha comunque il merito di raccontare con sensibilità l'elaborazione di un lutto, qui incarnata da una ragazzina che con coraggio e determinazione è pronta a far pace con i propri demoni.

6.5