Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower, recensione del secondo film

La Guerra di un Anno è finita, ma per il Sottotenente Io Fleming e la Guardiamarina Daryl Lorenz è tempo di fare i conti con le conseguenze del conflitto.

Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower, recensione del secondo film
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Scritto e illustrato da Yasuo Ohtagaki, il manga di Mobile Suit Gundam Thunderbolt è stato serializzato sulle pagine della rivista semestrale Big Comic Superior di Shogakukan a partire dal mese di marzo 2012. Il fumetto ha ispirato due serie animate da quattro ONA ciascuna, che in un secondo momento sono state distribuite persino al cinema in versione director's cut. Se Mobile Suit Gundam Thunderbolt: December Sky ha raccolto in una sola pellicola i quattro ONA pubblicati nel 2015, Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower racchiude ed espande invece gli episodi della seconda serie, gettando le basi per continuare a esplorare l'universo immaginato da Yoshiyuki Tomino.

Distribuito in Italia da Dynit e già disponibile sia in home video che nel catalogo di Amazon Prime Video, il film ci è parso però molto meno coinvolgente del lungometraggio precedente, poiché risulta del tutto sprovvisto del suo principale punto di forza: l'accesa rivalità tra i suoi due protagonisti. Due piloti estremamente abili e sorretti da convinzioni diametralmente opposte, i cui ruoli tendevano a scambiarsi nel corso del racconto, mescolando i concetti di buono e cattivo (per tutti dettagli consultate la nostra recensione di Mobile Suit Gundam Thunderbolt: December Sky).

Una nuova missione

Anno 0080 dell'Universal Century. Il più grande conflitto nella storia dell'uomo si è concluso da otto mesi circa, ma sulla Terra cominciano già a sprizzare nuove scintille di guerra. Nonostante la sconfitta subita, il Principato di Zeon ha conservato la sua indipendenza ed è tornato ad essere una repubblica, ma per i soldati ribelli che non vogliono accettare il trattato di pace, la guerra non è affatto terminata e pertanto continuano a complottare. Sfruttando il caos scaturito durante la battaglia finale di A Baoa Qu, l'egocentrico Sottotenente Io Fleming della Federazione Terrestre è riuscito a sottrarsi alla custodia di Zeon, liberando i pochi superstiti della Confraternita di Moore. Otto mesi dopo la firma del trattato di Granada, Io è stato assegnato alla nave d'assalto Spartan e all'Atlas Gundam, un potentissimo prototipo anfibio il cui sviluppo ha richiesto ingenti capitali ed è stato perlopiù finanziato dalla stessa Confraternita.

Anche il suo rivale, ossia la Guardiamarina Daryl Lorenz, è sopravvissuto alla Guerra di un Anno, ma sin dal termine delle ostilità è stato ricollocato sulla Terra per compiere attività di spionaggio per conto di Zeon. Entrambe le fazioni coinvolte nel conflitto spaziale che ha quasi provocato l'estinzione del genere umano sono infatti alla ricerca di una pericolosa "reliquia" di cui si sono da tempo perse le tracce.

Pare infatti che l'Alleanza dei Mari del Sud, una cricca militaristica interna alla Federazione Terrestre che durante la Guerra di un Anno era incaricata del recupero dei cadaveri e dei mezzi distrutti, abbia messo le mani sui resti dello Psycho Zaku e sul Reuse Psycho Device, ossia la a tecnologia che ha permesso alla Divisione Living Dead di costruire e completare la micidiale macchina pilotata dalla Guardiamarina Daryl nel film precedente. Se da una parte le forze residue di Zeon sono decise a recuperare il mezzo, dall'altra la Federazione Terrestre ha il compito di sedare anche con la forza i disordini provocati dai ribelli, inclusa la fazione interna che si mormora si stia preparando a dichiararsi indipendente.

Le conseguenze del conflitto spaziale

Nonostante le incoraggianti premesse, Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower è purtroppo un film soporifero e inconcludente. A differenza della pellicola precedente, che tutto sommato poteva funzionare anche autonomamente, Bandit Flower è in realtà un freddo antipasto di quel che verrà e come tale si limita a preparare il terreno di gioco, posizionandovi con svogliatezza le varie pedine.

Non solo il racconto esplode soltanto negli ultimi 20 minuti (di 90 circa), intavolando un dramma frettoloso e per nulla trascinante, ma addirittura si chiude con un becero cliffhanger nel preciso istante in cui la trama rischiava di diventare un minimo interessante. Come se non bastasse, se in December Sky la faida insorta tra Io Fleming e Daryl Lorenz spingeva i due assi della Federazione e del Principato a tentare qualsiasi espediente pur di prevalere sull'altro - e come risultato teneva lo spettatore incollato allo schermo - in Bandit Flower i due piloti cui è stato affidato lo stesso incarico non hanno nemmeno uno scambio di battute. Anzi, il tempo che trascorrono all'interno dei rispettivi Mobile Suit è ridotto all'osso, impedendo loro di replicare le sorprendenti prodezze compiute durante la Guerra di un Anno.

Tra l'altro, durante la fruizione di Bandit Flower non abbiamo potuto fare a meno di notare l'inspiegabilmente cambiamento dello spavaldo Io Fleming, che la volta scorsa ci aveva colpiti coi suoi modi di fare arroganti. Del sadico pilota che asseriva di non poter vivere senza le follie della guerra, difatti, sono rimasti soltanto lo stile di lotta acrobatico e la tendenza ad adottare manovre a dir poco spericolate.

Fuori dalla sua unità, invece, il presuntuoso soldato che un tempo ricopriva sia il ruolo del buono che del cattivo, risultando difficile da odiare, appare più ragionevole, pacato e persino un po' malleabile. Un radicale capovolgimento, questo, che avrebbe potuto essere ricondotto alle conseguenze del lungo conflitto e in particolare al fato del comandante Claudia Peer, cui Io era legato sentimentalmente, ma che il film non prova affatto a spiegare.

In compenso, laddove Mobile Suit Gundam Thunderbolt: December Sky centellinava lo spazio da dedicare ai personaggi secondari, il suo sequel non manca di approfondire la caratterizzazione del Newtype Billy Hickam o della geniale dottoressa Karla Mitchum, che in seguito ai fatti avvenuti nel Settore Spaziale Thunderbolt si è ritrovata con mente e memoria regredite agli anni dell'adolescenza.

In particolare abbiamo apprezzato il lavoro svolto sulla new-entry Bianca Carlyle, la bellissima Sottotenente della Federazione Terrestre che si è distinta durante al Guerra di un Anno e che a questo giro collabora con Io Fleming per recuperare o comunque distruggere una volta per tutte lo Psycho Zaku. Raggiante, socievole e molto emotiva, Bianca è un pilota eccezionalmente abile, tant'è che persino nelle situazioni di maggior pericolo riesce a cavarsela escogitando soluzioni un po' estreme e temerarie. Un dettaglio che la accomuna allo stesso Io Fleming, col quale condivide una grande intesa musicale. Peccato solo che per poterne esplorare a dovere la caratterizzazione dovremo attendere le prossime trasposizioni animate di Mobile Suit Gundam Thunderbolt, che almeno per il momento non sembrano ancora rientrare nei piani di Sunrise.

Squadra che vince non si cambia

Sul piano artistico Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower è il degno erede di December Sky, in quanto lo staff ha replicato il superbo lavoro svolto con il lungometraggio precedente. Se Takaya Hirotoshi e Ookawara Kunio, rispettivamente character e mechanical design del progetto, ci hanno regalato personaggi e Mobile Suit sempre ricchi di particolari, sul fronte sonoro la collaborazione col musicista jazz Nakayoshi Kikuchi ha portato al concepimento di un accompagnamento magistrale e attento. È infatti impossibile rimanere indifferenti ascoltando le malinconiche note suonate al piano che accompagna tutte le scene più drammatiche del racconto.

Per quanto concerne infine traduzione, adattamento e doppiaggio, Dynit ha svolto ancora una volta un lavoro impeccabile, richiamando in azione gli ottimi interpreti vocali già coinvolti nella pellicola precedente, cui questa volta si sono uniti i talentuosi Alessandro Zurla (Whis in Dragon Ball Super) e Chiara Francese.

Mobile Suit Gundam Thunderbolt Così come il suo predecessore, Mobile Suit Gundam Thunderbolt: Bandit Flower non gode di una trama convincente, ma laddove December Sky poteva contare quantomeno sulla rivalità tra i suoi indiscussi protagonisti, che sfociava di continuo in scontri entusiasmanti e memorabili, la seconda pellicola del progetto risulta soltanto un episodio riempitivo finalizzato a preparare il terreno per il successivo atto del racconto. Un prosieguo che non sappiamo nemmeno se vedrà mai la luce, visto che Sunrise è al momento impegnata con la realizzazione di ben altri progetti sempre legati all’universo di Gundam. Augurandoci che l’adattamento animato di Thunderbolt non rimanga incompleto, consigliamo la visione di Bandit Flower soltanto a chiunque senta la necessità di scoprire cosa ne sia stato di Io Fleming e Daryl Lorenz dopo la caduta di A Baoa Qu.

6.5