My Hero Academia 5 recensione: chiamiamola "My Villain Academia"

Si è recentemente conclusa la quinta stagione di My Hero Academia, caratterizzata da un arco narrativo che i fan stavano aspettando: "My Villain Academia"

My Hero Academia 5 recensione: chiamiamola 'My Villain Academia'
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Il cielo si è fatto più alto e blu sopra il Liceo Yuei, è così profondo che si vede meglio anche il buio dell'universo dei Villain. Con la conclusione della quinta stagione di My Hero Academia, abbiamo potuto scoprire ulteriormente nuove e diverse sfumature dei giovani eroi dell'Accademia, in particolare il One for All di Izuku Midoriya e gli episodi sulla "My Villain Academia", uno dei momenti che i fan della saga tratta dall'omonimo manga di Kohei Horikoshi aspettavano con più impazienza.

Peccato che la tensione "accesa" (ogni riferimento all'arco narrativo di Endeavor non è puramente casuale) si vada purtroppo a spegnere nel corso della stagione, proprio quando dai nostri giovani eroi assistiamo al passaggio del testimone e ci addentriamo nelle storie dei nostri giovani villain. Ma una domanda sorge spontanea alla fine dei 25 episodi della quinta stagione disponibile su Crunchyroll: cosa rende un villain tale?

Non soltanto "Heroes"

Una tra le tante cose che ci ha sempre appassionato di My Hero Academia era la distinzione netta tra "Hero" e "Villain".

I cattivi erano cattivi e gli eroi erano eroi. I ruoli erano delineati nella loro più concreta e (soltanto apparentemente) semplice essenza, gli antagonisti erano mossi da sentimenti di rimorso, vendetta e rabbia, al contrario i protagonisti "buoni" erano caratterizzati da altruismo, gentilezza, empatia e compassione. Una trama forse semplice ma che infondeva sicurezza, serenità. In una parola: pace. Proprio quella folgorante promessa che All Might ha sempre mantenuto dalla prima stagione. Ma sappiamo bene che tutti i sorrisi, i barlumi di luce e di One For All frammentati in 20% e 100% sono soltanto momenti tra i tanti che caratterizzano il vasto mondo di My Hero Academia. In questa storia c'è spazio anche per le ombre.

Buio contro Oscurità

I primi episodi della quinta stagione affrontano ancora una volta la "normalità" per gli studenti di una scuola di supereroi: l'allenamento (e soprattutto gli scontri) tra la Classe 1-A e la Classe 1-B hanno offerto l'occasione giusta per far scendere in campo Shinso e il suo nuovo equipaggiamento, frutto degli insegnamenti del professor Aizawa.

Dovremmo subito intuire che piega prenderà in avanti la narrazione, da come prosegue la battaglia tra Fumikage Tokoyami e Shihai Kuroiro: buio contro oscurità. C'è poco spazio alla luce anche più avanti: nonostante le scintille esplosive di Katsuki Bakugo, (l'ennesimo) scontro tra lui e Midoriya non aiutano a comprendere meglio il nuovo potere da poco rivelatosi del successore di All Might. Il nostro giovane eroe scopre un nuovo lato del suo potere, un lato fatto di sogni avvolti nell'ombra. Nel tentativo di fare chiarezza su questa declinazione di One For All che Midoriya chiama "Black Whip", Shoto Todoroki propone a Izuku e Bakugo di impratichirsi presso l'agenzia di Endeavor.

All For Dark

Questo arco narrativo infonde la giusta dose di calore umano che ci si aspetta in un eroe, anche in un super che, nonostante abbia il quirk di fuoco più forte di tutti, avevamo sempre ritenuto "spento". Invece il nuovo Number One affronta una battaglia che nemmeno All Might ha mai affrontato: il conflitto tra genitori e figli, quella sostanziale differenza tra essere amati o rispettati.

Ma non c'è tempo per i sentimentalismi: la cinepresa sposta il suo obiettivo e dalla trama dei supereroi passiamo a quella dei supercattivi. Da questo momento la Unione dei Villain deve dimostrare il suo ruolo all'interno dell'ampio scomparto di antagonisti che caratterizza My Hero Academia, ed è proprio nelle battute finali, nello scontro tra Re-Destro e Tomura Shigaraki che si delineano le sorti del Fronte di Liberazione del Paranormale (da non confondere con la sconfitta Armata di Liberazione dei Superpoteri). A questo punto, alla fine, si ripercorre gli inizi di un Super Villain, liberando, letteralmente, il suo passato e in realtà anche il suo futuro.

Lo Studio BONES, con la regia di Kenji Nagasaki, ha saputo tenere testa alla sfida di disegnare e animare i sentimenti di questa stagione particolare. Una prova non da poco, visto che ci stiamo sempre più addentrando nelle profondità oscure che muovono i personaggi della serie, eppure, proprio come ne abbiamo parlato nella recensione della stagione 4 di My Hero Academia 5, l'animazione ci ha regalato sin dalle prime puntate alti livelli di regia e di qualità tecnica, soprattutto nella pulizia dei tratti che in un titolo particolarmente movimentato come My Hero Academia sappiamo bene sono necessari. Ma quanto è mancata una doverosa cura nei dettagli di trama prima di arrivare alle battute finali della quinta stagione? Molti momenti sono stati allungati, spezzando la tensione e, al contrario, si sarebbe potuto osare tagliando dialoghi dal sapore di cliché, che, in un anime, portano inevitabilmente ad un appiattimento.

Le origini di un Super Villain

Si sarebbe potuta evitare una quiete prima della tempesta? È una domanda che rimane senza una risposta, ma l'unica certezza è che ciò che ne consegue, ovvero gli episodi che affrontano il passaggio da Tenko Shimura a Shigaraki, segnino un grande passaggio qualitativo nei toni del racconto.

L'anime è riuscito a rappresentare il passato angosciante dell'antagonista e a ricostruire i momenti che ben spiegano perché desideri liberare il mondo dal "Paranormale". Sebbene alcuni fan che hanno letto il manga lamentino una mancata dose di coraggio da parte dello studio BONES nell'accentuare le scene violente, elemento segnante nel passato dell'antagonista, abbiamo apprezzato al contrario la scelta di mostrare i momenti salienti, ovvero come e perché Shigaraki ha perso la sua famiglia. Perché proprio come per All Might è bastato poco per scegliere Midoriya, per Enji Todoroki è bastata una frase del figlio per accettare il cambiamento, anche certi piccoli dettagli nel trauma di Shigaraki chiarificano il concetto fondamentale alla base di una storia di successo di un super villain: un cattivo non nasce dal niente. Nasce dal sangue.

My Hero Academia Stagione 5 Grande l'attesa e l'aspettativa per un momento fondamentale nell'arco narrativo di My Hero Academia. Sebbene le animazioni curate da Studio BONES si siano dimostrate più all'altezza rispetto alla precedente stagione, stavolta a smorzare l'entusiasmo è l'intermezzo: il passato di Shigaraki si contrappone al futuro del nuovo Number One, al difficile rapporto che si può creare tra padri e figli in un mondo di super eroi. Ma la premessa e il passaggio allentano la tensione e si ha l'impressione che il (super) finale si concluda troppo presto. 25 episodi sembrano pochi quando hai a che fare con così tante storie.

7.5