One-Punch Man: Recensione stagione 1 dell'anime dal manga di ONE e Yusuke Murata

La prima stagione dell'esagerato anime tratto dall'opera di ONE e Yusuke Murata è disponibile su Netflix: in attesa della seconda, ecco il verdetto.

One-Punch Man: Recensione stagione 1 dell'anime dal manga di ONE e Yusuke Murata
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La storia di One-Punch Man è un'escalation sempre più intensa verso il successo. L'opera nacque come web comic dal celebre autore giapponese ONE: soltanto in seguito, con la conoscenza del mangaka Yusuke Murata, le gesta di Saitama hanno preso vita anche in formato cartaceo, esordendo nel 2012 dapprima sulle pagine di Weekly Young Jump e poi - periodicamente - in formato di volumetto nello stesso anno, per poi arrivare in Italia grazie a Planet Manga dal 2015 in poi. Sempre nel 2015 inizia anche l'anime, tutt'ora composto di una sola stagione disponibile per lo streaming per tutti gli abbonati Netflix: la trasposizione televisiva animata ha dato la spinta finale all'opera verso un successo planetario, elevando One-Punch Man a uno dei maggiori fenomeni nipponici mainstream, acclamato e apprezzatissimo anche all'estero. Analizziamo insieme la prima stagione, disponibile per lo streaming su nell'ormai affollata sezione Anime di Netflix, in vista di una seconda che potrebbe arrivare sui nostri schermi nel 2018.

Scarica di pugni normali!

Saitama è un supereroe, ma solo per hobby. Vive un'esistenza "normale", salvando il mondo una scarica di pugni alla volta: perché il suo più grande potere risiede proprio nell'essere ultra potente. Così forte da distruggere i suoi nemici con un solo pugno: una potenza strepitosa che lo renderà in grado di sconfiggere qualunque avversario, non importa quanto sia grande l'entità della minaccia o il potere latente di chi lo fronteggia. Questo status di completa invincibilità, tuttavia, rende il protagonista sofferente: Saitama soffre per la sua incapacità di trovare un vero e proprio avversario, una sfida che riesca a stuzzicarlo e a farlo sentire davvero eroico. Sarà con la conoscenza del giovane cyborg Genos che le giornate del protagonista inizieranno a movimentarsi: il ragazzo, che vuole diventare un eroe perché cerca redenzione dai propri drammi personali, prenderà a modello Saitama e lo convincerà a frequentare con lui l'Associazione degli Eroi: quest'ultima è un'organizzazione che classifica tutti i supereroi esistenti in una scala gerarchica divisa in ranghi, i cui membri dovranno impegnarsi in sfide progressivamente più impegnative per salire di grado e aumentare il proprio prestigio personale. Si tratta di un mosaico di personaggi, ancor prima che supereroi, super pittoreschi, concettualmente e psicologicamente forse anche più interessanti del protagonista: la particolarità dell'opera sta proprio nel rendere il nostro eroe un personaggio piuttosto piatto, che scade facilmente sempre nelle stesse battute o atteggiamenti. Saranno le azioni, gli intrighi e le presentazioni dei variopinti comprimari a rendere la narrazione davvero interessante. One-Punch Man tesse le fila del suo racconto come il più classico degli shonen, presentandoci all'inizio della trama i personaggi basilari e il relativo background, per poi portarci a conoscere i già citati comprimari che si presenteranno nel corso delle 12 puntate che compongono la prima stagione. Attraverso l'Associazione degli Eroi, il nostro capirà di non essere solo al mondo nel suo ruolo, ma il suo piccolo grande "dramma" continuerà a tormentarlo: è proprio questo il fulcro di One-Punch Man, la capacità di non prendersi mai sul serio e di fare del più grande tormento del protagonista anche il principale aspetto comico di un'opera che vuole essere a tutti i costi sui generis. Esagerata e certe volte ai limiti del demenziale, la trama dell'opera si snoda attraverso una struttura narrativa basata su continui corsi e ricorsi, che ogni volta ci propone sempre lo stesso tema portante ma rivisto in situazioni diverse.

L'eroe secondo ONE e Murata

È forse questo il principale limite di One-Punch Man, l'incapacità di uscire da questo circolo vizioso di situazioni, combattimenti e gesta eroiche che si ripetono quasi con lo stampino, non fosse per l'introduzione di nuovi cattivi o personaggi che - dopo aver "rubato" le luci dei riflettori con le loro entrate in scena - assistono increduli alle mirabolanti (e velocissime, vista l'incredibile potenza) imprese di Saitama. Il cuore pulsante dell'opera è tutto qui, nella condizione quasi da emarginato del protagonista, che a causa della sua incredibile e (agli occhi di molti) inverosimile forza non riesce a trovare un proprio posto nel mondo. La trama pone quasi un profondo muro di divisione tra la storia di Saitama e quella degli altri eroi che compongono l'Associazione, e questo vale persino al di là del character design - piuttosto minimale e soprattutto caricaturale per Saitama, molto più dettagliato invece per tutti gli altri: storie che si incrociano, ma che viaggiano su binari paralleli incontrandosi solo per caso. Al netto di questo eccesso di ripetitività, almeno per quanto concerne gli archi narrativi che compongono la prima stagione, One-Punch Man è un prodotto superbo sotto molti punti di vista: che l'opera di Murata e ONE sia diventata mainstream e amatissima dal pubblico anche e soprattutto grazie all'anime con il lavoro eccelso di MADHOUSE non dovrebbe stupire, considerato che la visione parodica dei temi trattati - leggera, ma al tempo stesso profonda, di quelli che dovrebbero essere tutti i canoni principali di uno spettacolare shonen supereroistico - riesce a mantenere sempre un ritmo elevato. Il tutto è impreziosito dal lavoro a dir poco certosino effettuato dallo studio di produzione per quanto concerne stile grafico e animazioni: One-Punch Man è una vera e propria perla per gli occhi, che attinge da tutte le possibili fonti di ispirazione e le riversa in un tratto fresco, dettagliato, fatto di regia e inquadrature alle volte spettacolari e di un'ottima colonna sonora, che trova nella sua opening una qualità artistica di primissimo livello per una produzione anime.

Ci troviamo di fronte a un'opera che, dal punto di vista meramente tecnico, è sicuramente sopra la media e ha davvero pochissimi rivali; invece sul versante artistico e narrativo, almeno dalle vicende narrate nella prima stagione, oltre che del character design, One-Punch Man non grida certo al miracolo. L'epopea di Saitama, in conclusione, merita però una chance grazie soprattutto alla sua capacità di saper parodizzare all'estremo ogni canovaccio, alternando tante risate a una cospicua e roboante dose di azione.

One-Punch Man Stagione 1 Complice la breve durata - 12 episodi che compongono la prima stagione - l'alta fruibilità del prodotto per chi è abbonato a Netflix e la leggerezza con cui l'opera riesce a trattare i suoi temi portanti, non dovrebbe stupire che One-Punch Man sia diventato un fenomeno mainstream. Gridare al capolavoro è forse un'affermazione esagerata, causa anche una narrazione eccessivamente ripetitiva e che finisce con lo scadere sempre in quelli che diventano dei veri e propri cliché; tuttavia, il lavoro a dir poco splendido effettuato dagli studi di MADHOUSE nella realizzazione dell'anime merita di essere elogiato. L'arma in più di One-Punch Man sta proprio nel comparto visivo, che fa del disegno accurato e delle animazioni il vero punto forte della produzione - insieme anche al vasto parco di personaggi sempre più pittoreschi, che stridono volutamente con il character design minimale e caricaturale di un protagonista che si trova in costante conflitto tra il serio e il faceto.

7.8