Overlord: recensione della seconda stagione della serie su Netflix

La seconda stagione di Overlord risolve buona parte dei problemi riscontrati nella prima, ma con poche migliorie.

Overlord: recensione della seconda stagione della serie su Netflix
Articolo a cura di

Quando abbiamo iniziato Overlord (qui la recensione di Overlord Stagione 1), eravamo convinti di avere davanti l'ennesimo isekai a tema videoludico, ma dopo il primo episodio abbiamo capito che era differente. Purtroppo, la meraviglia è svanita al netto di un imbattibile protagonista ben delineato, poiché la serie non ci ha entusiasmato a causa di un worldbuilding molto superficiale e di ruoli secondari poco delineati.

Il collante della prima stagione è stato proprio l'eroe principale e il suo essere fuori dal comune. Quando abbiamo iniziato a vedere la seconda, abbiamo subito notato che c'era qualcosa di diverso, che ci ha convinto su più fronti, e per certi aspetti ci ha soddisfatto più della prima. Analizziamo, quindi, cosa ci ha conquistati delle nuove avventure di Momonga.

Il signore oscuro è tornato

È passato del tempo dagli eventi della prima stagione. Momonga/Ainz ha continuato la sua attività da avventuriero ed ha inviato i suoi fedeli uomini in diverse regioni, per avere più informazioni sul mondo in cui si trova e per ottenere materiale per realizzare pergamene per gli incantesimi.

Non ha però dimenticato quello che è successo: uno dei suoi servitori, caduto vittima di un controllo mentale, si è ribellato a lui, ma è riuscito a liberarlo dal sortilegio. Questo evento ha convinto Momonga che non sia l'unico giocatore a trovarsi lì, e vuole scoprire chi ha osato oltraggiarlo in questo modo. Per rafforzare la Grande Catacomba e per non farsi trovare più impreparato, Ainz vuole creare un'armata di non-morti: seguendo il consiglio di Albedo, muove guerra contro gli uomini-lucertola, cavie ideali per il suo potente esercito.
Il primo episodio è in parte riassuntivo, aiutandoci a ricordare quanto accaduto in precedenza, e in parte introduttivo, presentando nuovi personaggi e dandoci indizi sul percorso che potrebbe intraprendere la stagione. Le fasi finali della puntata, invece, danno inizio agli eventi, mostrandoci la dichiarazione di guerra agli uomini-lucertola.

Ainz invia Cocytus, uno dei guardiani della catacomba, nel territorio da invadere per studiare gli abitanti e per prepararsi all'attacco. L'attenzione si sposta sugli uomini-lucertola, evidenziando come reagiscano alla situazione e come si organizzino per fronteggiare la minaccia. Senza rivelare troppo, possiamo dirvi che lo scontro non sarà affatto facile per i due schieramenti.

Al termine delle vicende incentrate su Cocytus, il focus si sposta sul maggiordomo Sebas, il quale ha raggiunto Re-Estize (capitale del regno Re-Estize) per raccogliere informazioni sul mondo e su chi ha osato prendere il controllo di uno dei guardiani del suo signore. Quest'arco introduce l'organizzazione segreta Otto Dita, che sembra avere il controllo sulla città e sulle casate nobiliari, attraverso traffici illeciti e sfruttamento della schiavitù.

Quello che ci è saltato subito all'occhio della seconda stagione è la strada intrapresa dagli autori: ora gli eventi non si focalizzano unicamente su Momonga, ma sui guardiani che questi ha inviato in avanscoperta. La formula narrativa è cambiata, e sembra funzionare più del previsto.

Una storia differente

Nei primi minuti del pilot ci vengono presentati due enigmatici personaggi: il drago Tsa e Rigrit, un'anziana signora che in passato era un'avventuriera. La loro conversazione sembra fare luce sul quesito più importante nato nella prima stagione: il legame tra Yggdrasil e il nuovo mondo.

Infatti, i due lasciano intendere di essere a conoscenza di Yggdrasil. Il breve dialogo ha fatto crescere il desiderio di scoprire cosa hanno in comune il videogioco ed il nuovo mondo. Purtroppo, proseguendo la visione, l'attenzione è diminuita, poiché ci siamo resi subito conto di come i riferimenti ad un probabile collegamento tra i due mondi siano circoscritti solo al segmento del primo episodio, non venendo ripresi successivamente. Abbiamo avuto la sensazione che la colonna portante della sceneggiatura venisse messa in secondo piano, fino a scomparire del tutto. Non neghiamo che ci siamo sentiti un po' delusi quando abbiamo capito che non avremmo ancora avuto una risposta ad una domanda che ci accompagna dalla prima stagione. Per stuzzicare ancora di più l'interesse, gli autori avrebbero potuto lasciare alcuni indizi sparsi negli episodi, per aiutarci a comprendere cosa stia accadendo. Sebbene la seconda stagione continui a non chiarire del tutto la situazione, riesce comunque a farsi guardare grazie ad uno storytelling rinnovato.

Se la prima parte delle vicende era solo di rodaggio, presentandoci il nuovo mondo ed approfondendo il protagonista, la seconda stagione prende una direzione differente e si concentra su alcuni comprimari.

Ancora una volta la narrazione è divisa in archi narrativi (ora solo due), ma questa volta collegati meglio tra loro, in quanto mostrano le "mini-avventure" di due dei servitori della Grande Catacomba di Nazarick. Una scelta azzardata che introduce alcune interessanti novità, tra cui il ridotto numero di apparizioni di Momonga.

Eppure, nei pochi frangenti dedicati ad Ainz, possiamo comprendere come non si senta un buon comandante, e come debba fare buon viso a cattivo gioco, essendo un sovrano indulgente ed inflessibile, per timore di perdere il rispetto dei suoi uomini. Vi sono anche accenni sulla controparte reale, che avvalorano la teoria che sia un ragazzo/uomo molto timido, ma non un hikikomori. In definitiva, però, queste informazioni arricchiscono poco la figura del signore di Nazarick.

Nelle nuove avventure, vengono introdotte figure inedite e fanno ritorno alcuni ruoli della prima stagione. Tra le new entry citiamo Renner, principessa di Re-Estize, che all'apparenza può sembrare dolce, ma in realtà nasconde un lato completamente differente. Renner è legata ad un gruppo di avventuriere noto con il nome di Blue Rose, che deve fermare il dominio della Otto Dita; tra il gruppo spicca Evileye, un'incantatrice enigmatica ed abile, che cela una natura completamente differente da quella che mostra. Al fianco della principessa vi è Climb, giovane guardia del corpo, disposto a tutto pur di proteggerla. Tra gli eroi che ritornano vi è Brain Unglaus, l'abile spadaccino che ha affrontato uno dei servitori di Momonga, venendo, però, sconfitto. Purtroppo, alcuni attori, sia tra i nuovi che tra i vecchi, sono ancora tenuti nell'ombra e non vengono sfruttati a dovere.

Nuovamente la serie si risolleva nelle fasi finali. Come la conclusione della prima stagione ha lasciato uno spiraglio per la seguente, gli ultimi attimi della seconda spianano la strada per quelli che potrebbero essere gli eventi futuri: vengono introdotte due figure che sembrano pronte a dare filo da torcere a Momonga, anche se siamo consapevoli che il lich padrone assoluto di Nazarick è inarrestabile.

Tra magie e spade

Per quanto riguarda il comparto tecnico c'è poco da dire. Questa seconda stagione apporta modifiche stilistiche appena percettibili: si nota una cura maggiore nella resa dei disegni, soprattutto nei primi piani, e grazie ad un buon gioco di luci ed ombre le scene sono molto evocative.

Il character design è ben curato, soprattutto per le rappresentazioni degli uomini-lucertola, in quanto ben dettagliato, con squame in evidenza ed una spessa pelle ricoperta da cicatrici, in modo da trasmettere meglio la sensazione di essere creature metà esseri umani e metà lucertole, quasi draconiche.

Il design di altri personaggi, invece, è più semplice, ma idoneo ai singoli ruoli, come quello di Renner, che trasmette innocenza, creando un delizioso contrasto con la sua indole nascosta. Le animazioni sono nuovamente fluide, senza rovinare i momenti più concitati; questa volta negli scontri vi è un equilibrio tra l'utilizzo della magia e gli scontri corpo a corpo.

Ancora una volta, però, viene sfoggiata una CGI che non riesce ad adattarsi bene al resto dei disegni manuali, spiccando eccessivamente, tanto che, il più delle volte, rovina la complessità delle scene.

Overlord - Stagione 2 La seconda stagione di Overlord stuzzica ancora di più lo spettatore, mettendo purtroppo da parte alcuni elementi cruciali ai fini del racconto. Nonostante ciò, Overlord 2 riesce ad essere più convincente della prima stagione: Ainz non domina più la scena, ora l’attenzione è focalizzata sui comprimari e sui ruoli di contorno, così da renderli una parte importante delle vicende e non semplici secondari. Il comparto tecnico è cambiato veramente poco, è leggermente migliorato, ma ancora una volta vi è una CGI invadente, che non si amalgama al tratto manuale. Un risultato che non rende onore alla grandezza di Momonga.

6.9