Recensione Princess Resurrection

Licantropi, vampiri e studenti resuscitati gravitano intorno ad una misteriosa ragazza tanto bella quanto spietata.

Recensione Princess Resurrection
Articolo a cura di

That is not dead which can eternal lie. And with strange aeons even death may die.
Non è morto ciò che può attendere in eterno. E col passare di strani eoni anche la morte può morire.

Non sappiamo se H.P.Lovecraft sarebbe contento di questa citazione; sicuramente, gli appassionati resteranno deliziosamente compiaciuti dai tanti riferimenti a creature "mitologiche", agli ambienti e alle atmosfere di questo autore.

Nato dalla geniale follia di Yasunori Mitsunaga, Princess Resurrection pone (almeno nella sua traduzione italiana) al centro della propria filosofia la citazione dello stesso Lovecraft al Necronomicon presente nella saga di Cthulhu; e, come quest'ultima, sembrerebbe ricalcare, in apparenza, una sequenza di racconti, narrati in maniera slegata l'uno dall'altro, seppur con un sottilissimo filo conduttore, il cui personaggio di riferimento è "Principessa", un'enigmatica figura che vive la propria esistenza in una villa su di una collina.
E se quest'ultimo riferimento non fa scattare in voi una lucina rossa, vi aiutiamo a schiarire le idee.
Se avete sentito parlare della città di Jerusalem's Lot allora siamo già a buon punto: infatti quest'ultimo è il titolo di uno dei racconti dello già stracitato Lovecraft. Appurato questo vi dirà sicuramente tanto il fatto che questa città è presente, come omaggio, in più di un racconto di Stephen King, fra cui Salem's Lot, ove per l'appunto il protagonista si ritrova a dover fare i conti proprio con una villa su di una collina. Aggiungiamoci che quest'ultima possiede fattezze stranamente compatibili con quella dove il nostro protagonista, Hiro, dovrà abitare per stare con sua sorella, che lavora come governante alle dipendenze della Principessa, e iniziamo a capire le dinamiche di riferimento che accomunano quest'opera alle tante raffigurazioni dell'horror occidentale.
Se, infine, ci mettiamo anche che la padrona di casa ha due canini appuntiti e dona il proprio sangue per creare accoliti... beh il cerchio si chiude.

Trama

Princess Resurrection è il primo vero lavoro di successo di Mitsunaga, che prima di questo era passato in sordina in Giappone con un'altra opera di nome Trafficker, non avendo smosso più di tanto il parere del pubblico giapponese nel lontano 2001. Nel 2005 pubblicherà le prime tavole di Princess Resurrection, che incontreranno finalmente il gusto comune e sfoceranno poi, 2 anni più tardi, in una trasposizione animata prodotta dalla Madhouse.

Protagonista di queste avventure al limite del punk e dell'horror/splatter (anche se quest'ultimo spesso va ben al di là di ogni limite) è Hiro Hiyorimi, un ragazzo che viene reso "servo di sangue" dalla Principessa, figlia del Re di tutti i Mostri, che lo obbligherà a seguirla ovunque e proteggerla per poter rimanere egli stesso in vita. Ucciso, infatti, dalla stessa per via di un incidente stradale, viene resuscitato poco dopo nella sala mortuaria di uno strano ospedale, che successivamente, nello stesso volumetto (e anche in altri), sarà luogo di agghiaccianti avvenimenti e di velati misteri.
La Principessa sembra essere condannata a vivere una vita molto turbolenta, dovendo ogni giorno scampare ad agguati di spietate creature, inviate da mandanti la cui identità viene per un breve periodo resa ignota. Tutto ciò accade poiché questi misteriosi individui tentano in tutti i modi di farla fuori per via di una non ben definita "corsa al trono", che vede come vincitore l'unico superstite a questo spietato bagno di sangue.
Uno stile di vita molto rocambolesco, anche se tutto sembra preoccupare l'eterea creatura tranne gli orripilanti e sempre più forti mostri che vengono mandati con lo scopo di porre fine alla sua esistenza. Così, armata della sua motosega in puro stile Venerdì 13, trancia senza pietà (e con un'abbondante scaricata di sangue degna del miglior splatter) miriadi di animali, vegetali, non morti e immortali, che attentano alla sua vita. Tutto questo, naturalmente, seguendo sempre un preciso ed elaborato piano, che nella maggior parte dei casi vede ignari i suoi poveri aiutanti che si barcamenano nel tentativo di sopravvivere, e al tempo stesso di difenderla dai violenti attacchi.
Nel corso delle vicende, infatti, oltre che ad Hiro e alla sua fedele serva meccanica Flandre, la vedremo affiancarsi a validi, anche se ambigui, collaboratori come Lisa il lupo mannaro, che inizialmente vuole vendicare l'uccisione del fratello da parte della Principessa; e Reiri, vampiro dall'allineamento incerto la cui natura è storicamente contrapposta alla razza di Lisa in un eterno conflitto, e addirittura una delle sue sorelle (anche se il rapporto fra le due non sarà cristallinamente determinato, oscillando fra la sensazione di reciproco appoggio a quella di sfruttamento).
Non c'è molto altro da dire sulla trama, a meno che non si inciampi in pesanti rivelazioni su volumi successivi, anche perché effettivamente l'autore, seppur dopo ben 7 volumi pubblicati fino ad oggi, ha detto veramente poco riguardo al filo conduttore della storia, limitandosi invece a scaricare tutto il suo estro in scene d'azione, di tensione e di giallo che ci lasciano comunque con il fiato sospeso e inclini a continuarne la lettura. Questa effettivamente è una delle caratteristiche non solo del fantastico occidentale ottocentesco, bensì anche dei primi anime di genere horror che hanno calcato lo scenario giapponese, dalla trama dal lento svolgimento e dalle ambientazioni inquietanti cariche di atmosfere misteriose. Non ci sorprende quindi riscontrarlo anche in questo titolo che comunque è pregno di azione.

E la storia ebbe... fine?

L'impatto con l'inizio della lettura è a dir poco caotico, per chi è abituato a leggere manga "lineari".
La struttura della narrazione è parecchie volte invertita: c'è per ogni episodio una specie di prologo di un paio di pagine, dove viene raccontato uno stralcio di vicenda, che non sempre è definito cronologicamente e non coincide quasi mai con l'inizio della storia. Segue diligentemente, poi, la narrazione del racconto, che finisce quasi sempre con la semplice risoluzione del "problema di turno", senza addentrarsi nè più nè meno sulle cause e sugli effetti di situazioni a volte horror, a volte giallo, a volte puramente fantastiche.
Mano a mano che gli eventi si susseguono vengono dati vari indizi sia sulla risoluzione dei misteri dei precedenti episodi, che sulla vita e sull'identità di questo affascinante personaggio, Principessa, che conduce una vita (non-morte?) segnata da una maledizione: quella di dover lottare fino alla morte contro i propri fratelli ed essere l'unica sopravvissuta a ereditare il trono.
Poco, o quasi niente, ci viene raccontato, almeno nei primi numeri, del nostro protagonista, Hiro, che più che essere il detentore delle fila della trama è quantomeno i nostri occhi, mostrandoci prepotentemente la sua percezione delle orride vicende che si susseguono l'una dietro l'altra (facendoci dimenticare invece la freddezza con la quale la Principessa affronta anche le creature più terribili) e dei suoi sforzi di difendere il suo Master.
Eh già, perché il ragazzo, dopo poche vignette dall'inizio del primo volumetto, viene investito dalla stessa Principessa che decide quindi di dargli vita "quasi" eterna donandogli il suo sangue, a patto, però, che le resti lontano non più di tre giorni, poiché la sua immortalità cesserebbe nel momento in cui svanisse l'effetto del "sangue blu".
L'atmosfera dark e gotica rende benissimo il richiamo ad un horror che è tutto occidentale, ma che non si dimentica che la mano che li sta disegnando è di stampo orientale. La quasi esagerazione (ma ben applicata) di retini ci permette di vivere "tridimensionalmente" e a pieno, in pari livello, sia i mostri che tutto lo splatter propostoci e, allo stesso tempo, di renderci conto di ciò che sta succedendo durante le battaglie senza sfociare nel caotico. Tutto ciò grazie allo stile del mangaka che di per sè risulta decismente classico, pulito e un po' fanservice, dei manga scolastici. Quest'ultima caratteristica, però, non riduce per niente la definizione dell'ambientazione horror che viene resa degnamente, per un manga dallo stile dark, grazie comunque ad un equilibrio giusto fra il seinen gore e il semplice tratto scolasticoIn conclusione ad ogni volumetto c'è un extra che racconta delle mini-storie, che l'autore definisce spinoff di Princess Resurrection, e che vedono protagonisti Kerberotte, il messaggero dell'inferno dalle sembianze di una bambina, e il suo fido cane Kuroblack, impegnati a spedire all'inferno gli angeli che hanno tradito Dio. Sono delle strisce dall'alto contenuto umoristico (e autoironico) che non hanno molto a che vedere con la storia principale e con i suoi personaggi.

Edizione

L'edizione è quella dei nuovi Star Comics, leggermente più alti rispetto al formato del tradizionale manga, e che troviamo abbastanza gradevole. La rilegatura morbidissima è piacevole e non si ha più la paura dei continui cedimenti delle pagine, cosa che ritroviamo purtroppo ancora oggi nel caso di alcuni volumi particolari. Il formato di circa 190-200 pagine ci lascia comunque un po' di amarezza nei confronti del recente aumento di prezzi da parte di alcune testate.
In compenso la qualità della pagina (quasi bianca) aiuta molto il contrasto con il carico di retini e rende piacevole la lettura e anche la rilettura delle scene d'azione. Un peccato per alcune copie che presentano (anche se in maniera quasi impercettibile) qualche leggerissima sbavatura in casi di sovraccarico di paesaggi neri (essendo un manga horror è ambientato prevalentemente in zone d'ombra e durante fasi notturne). La lettura è all'orientale e le copertine lucide senza sovracoperta sono graficamente gradevoli come del resto tutte quelle di questo formato.
Attualmente la serie è ancora in corso, anche se c'è stata una battuta d'arresto a Giugno da parte di Star Comics, probabilmente a causa del fatto che in Giappone è ancora in corso e sono soltanto al 9° tankobon in quattro anni di produzione.
Concludiamo sottolineando che un po' si sente la mancanza di inserti interni che ci evidenzino maggiormente gli elementi di background citati nella storia che, involontariamente o volontariamente, abbondano in questo titolo; del resto l'assenza di questi ultimi è consona agli standard del formato di pubblicazione.

Princess Resurrection Un manga tutto particolare, insomma, che come narrazione prende spunto non solo da Lovecraft, per il genere horror, ma anche dal più vecchio Poe, vista la quantità non irrilevante di fantastico e giallo misti e sparsi per i vari episodi. Piacevole da leggere nelle ore buche, non ha la presunzione di essere la novità definitiva, ma diverte e contiene quegli elementi che convincono il lettore a comprare il prossimo numero, senza pentimento, anche quando le curiosità si risolvono e resta soltanto quel po' di scena dark e di situazioni divertenti a mandare avanti la narrazione.