Revisions: recensione del nuovo anime sci-fi targato Netflix

Tra viaggi temporali e amici da difendere, Revisions, serie Netflix diretta da Goro Taniguchi, è uno sci-fi non molto entusiasmante.

Revisions: recensione del nuovo anime sci-fi targato Netflix
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Goro Taniguchi è un nome altisonante nel mondo dell'animazione giapponese, per aver diretto Code Geass: Lelouch of the Rebellion. Venuti a sapere che Taniguchi sarebbe figurato come regista di Revisions, ci siamo subito interessati a questa produzione Netflix. Eravamo, però, al contempo un po' scettici, poiché il regista ha curato anche ID-0, altra serie per il colosso americano, che non ci ha appassionati quanto avremmo voluto. Quando abbiamo notato la presenza dei viaggi temporali in Revisions, il nostro interesse è cresciuto esponenzialmente, speranzosi di avere davanti un'opera complessa; ma durante la visione, la magia iniziale è diminuita sempre più, fino ad essere sostituita da delusione e rammarico. Vediamo, dunque, cosa non ci ha convinti del nuovo anime di Goro Taniguchi, prodotto da Netflix.

Seguire il fato

Revisions è uno sci-fi dal buon potenziale inespresso: un'opera con una valida e solida base di partenza, che non sfrutta a dovere, a causa di una sceneggiatura che non riesce a focalizzarsi su quello che ha da offrire.

Il protagonista è Daisuke Dojima, il quale ha avuto un'infanzia molto turbolenta: ancora bambino, venne rapito da un uomo che non desiderava denaro, ma che i migliori amici di Daisuke - Asano, Keisaku, i gemelli Gai e Lu, e Marin (detta Marimari) - lo raggiungessero. Venne in loro soccorso la misteriosa Milo, la quale conosceva le loro identità. Dopo aver eliminato il rapitore, la donna dice a Daisuke che verrà il giorno in cui dovrà proteggere i suoi amici.
Quelle parole rimbombano nella mente dell'eroe come un'eco perpetuo, fino a influenzarlo completamente. Cresce con l'obiettivo di dover difendere i cari da ogni minaccia e in qualsiasi occasione: questo lo spinge a trasferirsi dallo zio nel quartiere di Shibuya, per essere più vicino al gruppo, e ad avere un carattere paranoico ed iperprotettivo. Per mantenere la parola data a Milo, il ragazzo ha messo da parte la propria vita. Diversamente gli altri hanno hanno continuato per la propria strada, dimenticando il dramma del passato. Ovviamente, nonostante il legame indissolubile, l'atteggiamento del protagonista ha portato a degli screzi nel gruppo: Gai vorrebbe che tornasse tutto allo normalità, prima di quel fatidico incidente; invece, gli altri sono riusciti ad accettare - anche se con difficoltà - la condizione di Daisuke. Nonostante il rapporto sembri essere sull'orlo della fine, l'eroe continua imperterrito con la sua "missione": il pericolo è in agguato dietro l'angolo, e non può certo farsi trovare impreparato.
Una sera Daisuke riceve un messaggio, che lo avvisa che restare a Shibuya è pericoloso: il ragazzo sente che è il momento di mettersi alla prova.

Anche i compagni ricevono lo stesso messaggio, e questo incrina ulteriormente la relazione: il gruppo è convinto che l'amico abbia superato ogni limite. Improvvisamente lo skyline di Tokyo si dissolve, e parte dei palazzi è distrutta. I protagonisti cercano di capire cosa stia accadendo, quando vengono attaccati da una creatura dalle dimensioni titaniche, che rapisce ed uccide i cittadini. Arriva Milo, che non riconosce i ragazzi, ma sa che Daisuke è il prescelto per pilotare lo String Puppet: un robot che è una via di mezzo tra un mecha ed un esoscheletro, con cui eliminare il mostro.
Al termine dello scontro, la donna rivela di far parte dell'organizzazione ARVS, che ha il compito di eliminare i Revisions, i mostri che hanno attaccato, e che Shibuya è stata trasportata nell'anno 2388, in una Terra distrutta da una pandemia. I ragazzi avranno il compito di eliminare i Revisions con gli String Puppet, e questo farà crescere la convinzione di Daisuke di essersi allenato per difendere gli abitanti del quartiere. La lotta non sarà affatto semplice, soprattutto quando i giovani piloti scoprono cosa sono in realtà i nemici a cui danno la caccia.
Nonostante queste valide premesse, ci siamo ritrovati davanti una produzione mal sviluppata sul piano narrativo, che se avesse osato molto di più avrebbe potuto anche sorprendere e lasciare con il fiato sospeso.

Il futuro, oggi

Sicuramente uno dei fattori più interessanti di Revisions è il viaggio nel tempo. Sin dai minuti introduttivi si percepisce la presenza di questa tematica, rendendo l'opera apprezzabile, quel poco che basta ad invogliare a scoprire cosa è in grado di mettere in scena. Forse, però, lascia poco all'immaginazione dello spettatore:

sin dal pilot vengono disseminate una serie di prove che inizialmente potrebbero apparire criptiche, e che instillerebbero qualche dubbio sull'effettiva presenza dei viaggi temporali; ma andando avanti con le vicende, quel sottile velo di mistero si dissipa presto, ancor prima che sia la serie a farlo, a causa di indizi che rendono tutto troppo scontato. L'ideale sarebbe stato giocare di più sull'incertezza creatasi, giungendo gradualmente alla rivelazione dei salti temporali. Sebbene ad un primo approccio il "tempo" sembri essere uno dei perni della trama, fornendo spiegazioni a tratti enigmatiche e difficili da seguire (anche se non troppo), abbiamo avuto la sensazione che fosse quasi di contorno. Ammettiamo che non appena abbiamo notato la presenza del "tempo", ci siamo aspettati che venisse sfruttato a dovere, già pronti ad affrontarlo e ad ammirarlo in tutta la sua complessità, tra paradossi, linee temporali alternative, loop, e quanto altro, e di sentirci gradevolmente confusi, e che poco alla volta divenisse tutto più chiaro. Tuttavia, il risultato finale è stato molto deludente: il fulcro ci è sembrato essere stato trattato superficialmente, mostrando le sue vere potenzialità solo nelle battute decisive.

Vi è infatti un plot twist legato ai salti temporali, che innalza leggermente la qualità, chiudendo alcune domande, ma non ha sortito l'effetto desiderato: è prevedibile e troppo sbrigativo, quasi a voler concludere tutto nell'ultima puntata. Questo è uno dei punti a sfavore di Revisions: una trama molto statica, che in alcune circostanze non riesce a trasmettere le giuste sensazioni, anche se dà una spiegazione soddisfacente di cosa è accaduto alla Terra.

Il legame all'interno del gruppo non è ben sviluppato, e benché si percepisca che sia molto unito, grazie ad intermezzi in cui l'azione rallenta mostrando cosa accade nei momenti di quiete, non vi è occasione di approfondire meglio i singoli membri: la sceneggiatura si sofferma soprattutto su Daisuke e sul suo carattere, che diventa troppo sicuro di sé, al punto da essere odioso, e vuole dominare la scena; fortunatamente, verso il finale vi è una sorta di redenzione, che lo rende un protagonista meno presuntuoso.

I riflettori puntati solo su Daisuke mettono in secondo piano tutti gli altri co-protagonisti, costruiti con minore attenzione, tanto che difficilmente siamo riusciti a sentirci coinvolti nelle situazioni che li riguardano. Allo stesso modo, non viene dato rilievo ai sopravvissuti e alla loro condizione: per dare a Revisions un tono di umanità, sarebbe stato ideale vedere in che modo i superstiti affrontano la crisi, mettendo in scena alcune difficoltà sostenute dai cittadini.

Purtroppo quello offertoci non riesce a trasmettere l'effettivo disagio che gli abitanti di Shibuya sono costretti a vivere, e il tutto è ridotto ad una manciata di battute, insufficienti per potersi rendere conto di cosa stanno vivendo e provando. In definitiva, la costruzione dei protagonisti e l'approccio della popolazione alla crisi che stanno affrontando non vengono bene centralizzati. L'unico punto a favore del canovaccio di Revisions risiede nella fievole speranza di assistere ad un improvviso cambiamento legato ai viaggi temporali, ma si rimane delusi quando ci si rende conto di non essere stati soddisfatti. Se il colpo di scena delle ultime fasi è molto prevedibile, a causa di una narrazione che lascia poco all'immaginazione, gli altri sparsi nel corso delle puntate sono poco funzionali, e non riescono a coinvolgere lo spettatore. La causa principale è da ritrovarsi ancora una volta in un canovaccio non ben curato: cerca di colpire, volendo far provare compassione per i Revisions, ma non si sofferma a sufficienza su di loro, riducendoli a meri antagonisti intenti solo a distruggere; in questo modo risulta più difficile comprendere le reazioni dei ragazzi e dei comprimari dopo aver scoperto la verità sui Revisions.

Sul lato narrativo il lavoro di Goro Tanaguchi non riesce a convincere, ma riesce a farlo su quello tecnico, anche se con qualche incertezza. Revisions è realizzato sia in CGI, che in uno stile più classico, meno frequente.

Sebbene, in alcune circostanze la computer grafica mostri animazioni legnose, persino nei momenti più concitati, nel complesso si mantiene solida; le figure sono ben rifinite, tondeggianti, e soprattutto nei primi piani lo stile digitale passa quasi inosservato. Il tratto manuale, invece, viene utilizzato solo in sporadiche riprese, come scene ambientate nel passato o negli intermezzi più affollati; questo stile è curato e certosino, con poche imperfezioni, tanto che non abbiamo potuto fare a meno di chiederci perché l'intera produzione non sia stata realizzata con questa tecnica. Diversamente, il character design è molto semplice, senza particolare estro, soprattutto quello dei Revisions che sono identici tra di loro, se non uno solo, che è volutamente diverso per motivi narrativi; tutto sommato, però, i mostri sono ben realizzati, in quanto è possibile percepire la loro doppia natura di macchina e di creature organiche. Il design più riuscito è quello dei "mecha", anche se simili tra di loro: non possono essere definiti dei veri e propri "robottoni" nipponici, in quanto sono più associabili ad un esoscheletro, ma si nota una minuziosa attenzione nei particolari, che mette in risalto la natura robotica, data da movenze lente, dovute alla pesantezza della struttura. Infine, quando i ragazzi pilotano gli String Puppet indossano le Tute Neurali, che ci hanno ricordato, sia per funzionamento che per aspetto, le Plugsuit di Evangelion.

Revisions Revisions è una serie con un potenziale che non viene sfruttato a dovere, deludendo soprattutto sul versante narrativo. L’attenzione dell’opera è rivolta su Daisuke e sul suo desiderio di essere il migliore, mettendo in secondo piano tutti gli altri comprimari; allo stesso modo non si percepiscono le difficoltà affrontate dai cittadini, dopo aver appreso cosa gli è accaduto. Il comparto tecnico, invece, è apprezzabile, con una CGI ben resa, anche se rigida, che a volte cede il passo ad un tratto classico certosino.

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