Recensione Rocky Joe

Le bianche ceneri: storia di un boxer e di un uomo!

Recensione Rocky Joe
Articolo a cura di

Il pugno per il domani

Dopo più di due anni dalla sua prima apparizione in Italia, è giunto il momento per Animeye di salire sul ring dei grandi classici per sfidarne il campione incontrastato: Ashita no Joe.
Tradotto letteralmente "Joe del domani", è conosciuto dai più come Rocky Joe, per via dell'adattamento subito nel nostro paese dalla sua versione televisiva. E' dello storico manga che ci occupiamo però in sede di recensione, un debito con la Letteratura Disegnata giapponese che finalmente possiamo onorare.
Esagerazioni?
Per niente. Basti solo immaginare che in Giappone, alla morte di un personaggio del manga, furono organizzati degli autentici funerali dalla popolazione commossa. Un avvenimento senza precedenti, forse anche eccessivo, ma che senza dubbio spiega veramente quanto Joe e i suoi avversari possano colpire 'duro' al cuore di ognuno. Forse uno dei primi fumetti (fu scritto negli anni '70) che ebbe il coraggio di trattare temi "nuovi", duri e maturi per un pubblico che di certo non rimase impassibile alla forza emotiva che questo manga riesce a trasmettere.

Trama

Joe Yabuki è un adolescente disadattato che nel suo continuo vagabondare arriva in uno dei quartieri dormitorio più malfamati e poveri di Tokyo: quello nel quale si trova il Ponte delle Lacrime, un luogo che, si dice, può essere attraversato solo in un senso da chi ormai ha perso la speranza, ed è rassegnato ad una vita da miserabile. E così è per Joe, un semplice moccioso attaccabrighe (ma dal pugno distruttivo) sempre pronto a venire alle mani; questo finchè il ragazzo non incontra Danpei Tange, un ex pugile ormai distrutto dall'alcool e dalle ferite. Un incontro, non privo di difficoltà, che però porterà Joe ad esercitarsi, a capire che il suo mondo è la boxe e che da quel “pugno del domani” potrà di nuovo avere un futuro. Metaforicamente, attraversare al contrario il Ponte delle Lacrime.
Da questo incontro comincerà una nuova, difficilissima vita in cui ogni pugno farà consumare Joe e i suoi avversari, finchè, per usare le sue parole, non resteranno che "Bianche ceneri".
Prima di arrivare sui ring, però, il testardo Joe dovrà scontare sulla sua pelle gli sbagli della vita finora vissuta: rinchiuso in un riformatorio per una serie di reati, e non ancora convinto dalle teorie di Danpei, Joe conosce uno dei principali personaggi della serie, Toru Rikishi.
Fortissima è la rivalità che si instaura tra i due giovani, e tra i loro modi di intendere la vita e la boxe, una rivalità che non può che sfociare in una salda amicizia e che li porterà a consumarsi sul ring in cerca di quella vittoria insperata, in cerca di quel senso di identità che li deve distinguere l'uno dall'altro. E dopo Rikishi (che però probabilmente rimane il più importante) una lunga escalation di avversari porterà Joe a sfinirsi sempre di più su un ring che, a differenza degli altri manga per ragazzi, non lo vedrà sempre vincente, ma anche distrutto, arrivato al limite delle forze e di nuovo senza un obiettivo. Ma il sogno di Danpei e di Joe Yabuki di certo non termina qui, così fino all'arrivo di Mendoza, l'ultimo grande avversario che è completamente l'opposto di Joe, pacato, riflessivo, cinico e freddo, di fronte alla furia e all'irrazionalità che spesso hanno mosso le membra del nostro pugile. Descrivere la trama di Rocky Joe è decisamente difficile senza anticiparvi qualcosa, ma probabilmente se amate i fumetti drammatici e se conoscete un minimo la serie tv andata in onda negli scorsi anni non avrete difficoltà a capire che questa storia non è solo la storia di un boxer, ma di una persona che si stacca dalla carta per guidarci verso un domani radioso: vivere una vita all’insegna di ciò che desideriamo.

Stile

L’opera trasuda dello stile di Tetsuya Chiba e Asao Takamori, uno stile che si potrebbe definire vecchio, vetusto, perchè i nuovi giovani lettori probabilmente sono abituati alla matita e al tratto mirabolante dei Miura, Inoue, Hagiwara: ma questi è funzionale e questa storia colpisce. Riesce a trasmettere dinamismo, espressività, drammaticità e tutta una serie di emozioni che è impossibile non notare anche sfogliando una sola volta le pagine di questo fumetto. Joe, Rikishi, Carlos, Mendoza e gli altri avversari si staccheranno dalle pagine grazie anche alla capacità narrativa di un autore che non si ferma a raccontare la storia di queste persone, ma vuol proprio coinvolgere chiunque la legga: i personaggi, i loro drammi, prenderanno quasi vita propria.
L'unico appunto negativo è doveroso verso l'edizione italiana (20 numeri), piuttosto povera: Ashita no Joe meritava sicuramente di più, e ci si aspettava un trattamento migliore (anche per alcune questioni di adattamento), ma nonostante questo non ci si può permettere di non leggere almeno una volta le gesta di questo ragazzo, uno dei personaggi più carismatici dell'intera produzione giapponese.

Rocky Joe Dare un commento a questo manga è molto difficile: c'è chi vi è legato dal punto di vista affettivo, chi invece se ne è innamorato solo col tempo, ma difficilmente si potranno trovare delle opinioni negative. "Ashita no Joe" ha fatto Storia, è una vera pietra miliare del fumetto giapponese. Così un pò per elogio vorrei citare le parole di un amico a commento dell'ultimo volume: "E' bruciato tutto. Non ho parole. Ancora una volta un personaggio di carta mia ha ricordato perchè amo tanto i manga. In questi giorni di disillusione, di critiche anche feroci a un media nel quale non credo quasi più, di piattezza e banalità confezionate nei modi più disparati, eccolo. Un ragazzo mai esistito ha consumato la sua fiamma fino in fondo sotto i miei occhi. Un uomo che non esiste, mai nato. Che eppure ha vissuto e lottato innumerevoli volte da trent'anni a oggi. Che continuerà a vivere e combattere per sempre. E a bruciare. Ma non è rimasto più niente da bruciare. Solo bianche ceneri."