Sengoku Basara: recensione della prima stagione disponibile su Prime Video

Ambientato nel periodo degli stati belligeranti, Sengoku Basara è una cronaca di guerra in chiave fantastica, ma che non riesce ad appassionare.

Sengoku Basara: recensione della prima stagione disponibile su Prime Video
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Nell'era Sengoku, il Giappone era suddiviso in piccoli stati indipendenti, che guerreggiavano tra di loro per unire il paese sotto un unico vessillo: per quasi 100 anni, l'arcipelago fu dilaniato da guerre, ed è per questo che quell'epoca viene ricordata come periodo degli stati belligeranti. Nel corso degli anni si susseguirono vari leader che ambivano a conquistare il Giappone, ma solo tre spiccarono particolarmente: Nobunaga Oda, Toyotomi Hideyoshi e Ieyasu Tokugawa.

Sengoku Basara, adattamento del 2009 di Production I.G dell'omonimo videogioco CAPCOM, è ambientato proprio in quel periodo. Lo studio ha realizzato due stagioni, entrambe disponibili da dicembre su Amazon Prime Video assieme ai corrispettivi OVA, solo con doppiaggio italiano, dopo aver debuttato sul canale Youtube di Yamato Video. Noi al momento vi parleremo solo della prima tornata di episodi, che si focalizza su uno dei più temuti generali del Giappone: Nobunaga Oda.

La tigre e il drago

Nel vivo della guerra, Shingen Takeda, signore del clan Takeda, soprannominato la Tigre del Kai, invia il suo più fedele samurai, il giovane ed inesperto Sanada Yukimura, ad attaccare l'esercito di Uesugi Kenshin.

Sanada raggiunge il campo di battaglia, ma trova le truppe di Date Masamune, leader della casata Masamune di Oshu, anche lui intento ad occupare i territori di Kenshin. Lo scontro tra Sanada e Date è inevitabile: un duello avvincente tra due animi indomiti, che vede da un lato il giovane samurai brandire due yari (tipica lancia giapponese), e dall'altro il signore di Oshu usare ben sei katane a mo' di artigli, motivo per il quale gli è stato attribuito il nome di Drago con un Occhio Solo. Nonostante la sfida stia diventando sempre più infuocata, viene interrotta sul più bello dal ninja di Takeda, che avvisa Date dell'imminente arrivo delle truppe di Kenshin. Anche se lo scontro si è concluso con un pareggio, Sanada è rimasto particolarmente colpito dalla grinta e dalla tenacia del suo avversario: i due contendenti si ripromettono che un giorno si sarebbero riaffrontati. Dopo che gli uomini hanno fatto ritorno alla base, la Tigre del Kai e il Drago con un Occhio Solo sono pronti a fare la loro prossima mossa: prendere la testa del signore Yoshimoto Imagawa, per ottenere un vantaggio strategico.

In questo clima fa la sua apparizione Nobunaga Oda, il Sesto Re Demoniaco, un temibile stratega che non combatte con onore e che è disposto persino a radere al suolo la città della moglie e a sfruttare la sorella per comandare il Giappone con pugno di ferro. Inoltre, ha a disposizione armi da fuoco, all'epoca poco note nella Terra del Sol Levante. Con un'azione che nessuno aveva previsto, il temibile signore, affiancato dai suoi fedeli generali, uccide Imagawa prima dei suoi avversari.

Questa inaspettata azione costringe Takeda a ritirarsi, ma non del tutto sconfitto perché è riuscito comunque a conquistare un castello; invece, Date ha ripiegato intimorito dalla potenza e dalla malvagità di Oda, motivo di umiliazione per lui. Una coalizione tra i vari schieramenti sembra essere l'unica soluzione per fermare le mire espansionistiche del Re Demoniaco.

Tra alleanze, intrighi, complotti, e tradimenti, prende forma un racconto che prosegue alternando diversi punti di vista, in modo da mostrare le strategie militari dei vari generali per vincere la guerra. Sebbene da queste premesse Sengoku Basara si preannunci interessante, non riesce ad intrattenere a dovere, a causa di alcune scelte narrative che disorientano, almeno nei primi episodi.

Tra finzione e realtà

Il periodo Sengoku è una delle epoche più adoperate nei media, e finché costituisce solo la cornice di un racconto non necessita di essere approfondito, ma il problema emerge quando è parte integrante dell'ordito: senza una giusta infarinatura lo spettatore non ha modo di comprendere a sufficienza il contesto in cui si svolgono gli eventi.

Questo è ciò che accade in Sengoku Basara: siamo stati buttati subito nel mezzo degli scontri, senza avere alcuna preparazione, e a ben poco serve il narratore esterno che spiega per sommi capi cosa accade nel periodo degli stati belligeranti, non chiarendo bene quali siano state le motivazioni dello scoppio delle guerre. A causa dell'assenza di una base di partenza che informasse sugli eventi storici, ci siamo sentiti alquanto smarriti almeno nelle fasi introduttive, ma proseguendo con la visione abbiamo preso sempre più confidenza con gli interpreti che si alternano sulla scena e con le vicende. Tuttavia, non riuscendo a comprendere bene il contesto storico, non abbiamo potuto apprezzare pienamente la narrazione e non abbiamo provato l'effetto sorpresa che gli autori si aspettavano con la rappresentazione di reali personalità storiche rivisitate. È palese come l'intento principale fosse quello di indurre il pubblico a riconoscere i veri generali e leader che si sono contraddistinti all'epoca, così che potesse prevedere in qualche modo gli sviluppi bellici, anche se sono presenti modifiche opportunamente romanzate; in aggiunta è lodevole quanto fatto dai ragazzi di Production I.G nel creare una piacevole armonia tra elementi storici e fantastici.

Purtroppo, però, non siamo riusciti ad ammirare del tutto il lavoro svolto, perché la serie è un prodotto che ci è sembrato rivolgersi unicamente ad un pubblico giapponese o a chi è abbastanza informato sulla storia di quel periodo: infatti, riteniamo che l'anime non possa essere del tutto gradito da uno spettatore occidentale, che non riuscirebbe a cogliere alcuni eventi chiave della storia.

Probabilmente lo staff di Production I.G ha realizzato Sengoku Basara rivolgendosi anzitutto a chi ha apprezzato il videogioco originale (che non ha avuto una buona distribuzione in Occidente) e a chi è abbastanza ferrato sul periodo Sengoku, ma che cerca un piacevole intrattenimento che non si soffermi più del dovuto sulla veridicità storica. In compenso, però, dobbiamo ammettere che l'anime si dimostra una produzione che non vuole essere troppo impegnativa, e che è riuscita a farci approfondire l'era degli stati belligeranti e le varie figure storiche.

Al di là della confusione iniziale, il racconto risulta statico, privo di pathos o di colpi di scena, e con riempitivi che allungano inutilmente la durata complessiva; solo nelle fasi finali cerca di risollevarsi, ma lo fa non con poche difficoltà. Ciò è dovuto anche a personaggi che non sono riusciti a coinvolgerci e ad appassionarci.

Anche se è evidente che Sengoku Basara non voglia far leva sulla guerra e sulle sue conseguenze, ma piuttosto sui grandi uomini che l'hanno vissuta, questi soffrono di una scrittura approssimativa: sulla scena si alternano numerosi personaggi e si nota la difficoltà nel gestirli tutti in egual misura, a partire proprio dai protagonisti. Questi non sono ben sviluppati, al punto da renderci impossibile legare con loro e da farci sentire del tutto indifferenti davanti ad alcuni momenti drammatici che li riguardano. Infine, ci sono interpreti che appaiono solo nel pilot ed altri che sembrano avere una parte rilevante nell'ordito, ma che spariscono quasi subito, per poi fare ritorno unicamente nell'ultima puntata e nell'OVA (pubblicato un anno dopo la conclusione della prima stagione), che si inserisce cronologicamente prima del finale, ma che aggiunge veramente poco alla trama. Una costruzione appena accennata degli attori principali si riflette anche sulla qualità dei loro rapporti: ad esempio, il legame maestro-allievo tra Takeda e Sanda è poco valorizzato, nonostante debba essere un fattore fondamentale dello sviluppo del giovane guerriero. Rispetto agli altri interpreti, Sanada e Date sono ben costruiti: per quanto riguarda il primo, assistiamo a una sua lenta crescita per diventare un impavido samurai e un giorno anche comandante di un proprio clan, grazie agli insegnamenti del suo maestro.

Date, invece, è quello che è riuscito ad accontentarci maggiormente: all'inizio ci viene presentato come un eroe spavaldo, pronto a scendere in prima persona sul campo di battaglia e ad incentivare i suoi uomini. Eppure, quando vede per la prima volta Nobunaga Oda, prova paura ed è costretto ad indietreggiare dinanzi ad un potere soverchiante; questo lo umilia e lo inquieta, e mostra un carattere più cupo ed insicuro, ma al contempo si sente spronato a non arrendersi e a trovare un modo per sconfiggere il Sesto Re Demoniaco e a comandare sul Giappone.

Un lungo conflitto

Messa da parte una trama che potrebbe risultare complessa ed intricata per chi non conosce il lato storico, Sengoku Basara sfoggia un comparto artistico di tutt'altra fattura, ben curato e piacevole alla vista, ma poco sfruttato. A discapito di alcuni inciampi, il disegno è per lo più pulito, tanto da riuscire a distogliere l'attenzione da una CGI utilizzata per orde di nemici o per altri elementi secondari, e a dare il giusto rilievo ad un character design affascinante ed interessante, che rispecchia la natura ambivalente della produzione.

Liberamente ispirato alle reali armature dei vari condottieri, il design dei guerrieri è modificato per essere appariscente, conferendo alla serie quel tono di esagerazione che si sposa bene con il contesto fantastico.

Per questo motivo possiamo vedere nella stessa scena samurai con katane che ricordano ali di un drago e guerrieri armati di due lance o che indossano un'armatura simile ad un mecha a grandezza umana, senza risultare fuori luogo. Purtroppo, il character design ci è sembrato essere messo poco in risalto, a causa dei combattimenti.

Sengoku Basara vuole offrire scontri spettacolari e scenografici, con attacchi speciali ed aure energetiche, e che si fregiano di animazioni fluide, degni di un battle shonen, ma non danno spessore ad un disegno accurato, perché si concludono in pochi istanti: non trasmettono la giusta dose di maestosità che ci saremmo aspettati in una serie con samurai che brandiscono contemporaneamente due lance o sei katane.

Sengoku Basara Stagione 1 (Anime) Sengoku Basara non è certo accessibile a tutti, in quanto si può trovare difficoltà nel seguirlo, particolarmente nelle battute introduttive. Una volta presa confidenza, emerge comunque un racconto che non spicca e che si sviluppa effettivamente solo nelle battute conclusive, ma che riesce ad intrattenere perché mescola storia e fantasia, con personaggi realmente esistiti, ma rivisitati. Purtroppo, questi sono numerosi, e solo pochi possono vantare una costruzione soddisfacente. Da contraltare, l’impianto artistico è piacevole, con un character design variegato, ma che non riesce a mettere bene in mostra i combattimenti, che sono troppo brevi, nonostante sembrino imponenti: non sono certo gli scontri che avremmo voluto vedere in un anime a tema samurai e forze demoniache.

6.5

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