Quello del rapporto padre-figlio è un tema molto caro agli autori di manga e anime. Dopotutto per un artista è naturale trasporre, in maniera più o meno velata, le esperienze di vita nelle sue creazioni: la nascita di un figlio, le gioie e le difficoltà nel crescerlo, l'evoluzione del suo rapporto con i genitori sono quindi argomenti perfetti e bellissimi da raccontare attraverso i più disparati medium (cartaceo, visivo, ...). Pensiamo a The Boy and the Beast, film d'animazione del 2015 diretto da Mamoru Hosoda (La ragazza che saltava nel tempo, Wolf Children, Mirai) nel quale il regista riversa, grazie alle vicende del protagonista Ren e del suo "padre adottivo" Kumatetsu, tutta la sua esperienza di genitore.
Un tema attuale
Ultimamente sembra esserci, nei fumetti giapponesi, la tendenza a sviluppare e approfondire questo tema con il rapporto fra due figure appartenenti a razze diverse, di solito in un contesto fantasy (condizione necessaria per poter garantire la sospensione dell'incredulità) e dove gli autori preferiscono affidare il ruolo del figlio al sesso femminile.
È il caso di The Ancient Magus Bride, manga di Kore Yamazaki in corso dal 2013, pubblicato nel nostro paese da Star Comics e trasposta in un anime trasmesso dal 2017 al 2018, dove la protagonista Chise viene "acquistata" e presa in affido da un potente mago con la testa a forma di teschio canino, Elias Ainsworth. Si tratta di un lavoro in cui il rapporto padre-figlio si tinge anche di venature romance, visto che il suddetto mago vuole fare della protagonista la sua sposa.

Un altro esempio lampante è Girl from the Other Side di Nagabe, manga serializzato dal 2015 con 9 volumi all'attivo e giunto in Italia grazie a J-Pop. In quest'opera, la più riuscita e meritevole dell'autore, abbiamo un'analisi deliziosa del legame fra una bambina candida e dolce di nome Shiva e una figura dalle sembianze mostruose, ma in realtà gentile e sensibile denominata Il Maestro, in un'ambientazione dark fantasy affascinante e che sfocia nell'horror grazie al particolare stile di disegno. Se siete interessati ad approfondire questo lavoro, vi invitiamo a leggere la nostra retrospettiva su Nagabe, un mangaka dal tocco magico.
Somali and the Forest Spirit è l'ultimo arrivato nella lista di manga (e anime) che parlano di questi bizzarri rapporti fra genitore e figlio. Andiamo a scoprire i numerosi pregi di un'opera che non inventa nulla ma che ha dimostrato di saper fare le cose per bene, protagonista di un adattamento animato da poco giunto al termine.
La strana coppia
Somali and the Forest Spirit (in originale Somali to Mori no Kami-sama) è un manga scritto e disegnato da Yako Gureishi, tuttora in corso dal 2015 e serializzato sulla rivista Web Comic Zenyon dell'editore Tokuma Shoten. Attualmente conta 6 volumi usciti ed è stato licenziato per il mercato italiano da Panini Comics, che ha pubblicato il primo volume nel mese di gennaio 2020 sotto la sua etichetta Planet Manga. L'adattamento animato, annunciato a inizio 2019, è stato prodotto dallo studio Satelight (Log Horizon, la serie Symphogear) per una durata di 12 episodi, e ha debuttato ufficialmente il 9 gennaio 2020 sulle reti televisive giapponesi. È disponibile anche nel nostro paese in streaming sulla piattaforma Crunchyroll, sottotitolato in italiano.
L'opera è ambientata in un mondo fantastico abitato da diversi tipi di creature (spiriti, goblin, streghe) e dove gli esseri umani, perseguitati, sono sempre più vicini all'estinzione. La storia parte dall'incontro fra un Golem, una creatura millenaria deputata al ruolo di guardiano della foresta, luogo che non può abbandonare, e una bambina umana di nome Somali, che sin dal primo momento inizia a riferirsi a lui come "Papà".

L'incrocio fortuito di questi due personaggi darà vita a un inaspettato rapporto padre-figlia, e spingerà il Golem ad abbandonare il suo compito di guardiano della foresta per poter ricongiungere la giovanissima e vivace Somali presso i suoi simili, proteggendola da un mondo ostile e pericoloso.
Azione e tenerezza
Come si evince subito dall'incipit della trama, Somali and the Forest Spirit non inventa nulla e anzi, è inevitabile l'accostamento alle due opere menzionate all'inizio dell'articolo. Tuttavia il manga di Yako Gureishi (e di rimando l'anime) riesce ad acquisire sin dall'inizio una sua precisa identità. L'anime sviluppa in maniera impeccabile il rapporto fra il freddo e impassibile (per sua natura) Golem e la gioiosa ed esuberante Somali, che nel suo viaggio scopre per la prima volta un mondo sì pieno di insidie, ma anche ricco di meraviglie e di brave persone. La caratterizzazione dei due protagonisti è resa ancora più efficace in questa versione animata dalla performance dei doppiatori giapponesi, due pilastri del settore.
Daisuke Ono (Jotaro Kujo in Le bizzarre avventure di JoJo) è la voce del Golem: il suo tono piatto e asettico, ma al tempo stesso capace di far trasparire le "emozioni" che la creatura senziente svilupperà nel corso della storia, si adatta benissimo al personaggio e ne esalta le qualità.

Ma la vera star dello show è Inori Minase (un ruolo celebre su tutti, Rem in Re:ZERO - Starting life in another world) nei panni di Somali: questa prova si colloca di diritto fra le migliori della sua carriera, perché la sua capacità di dare vita alle emozioni genuine di una bambina curiosa e piena di energie, con naturalezza e senza mai risultare esagerata o fastidiosa, è semplicemente straordinaria.
Un mondo affascinante
Se quindi gran parte del fascino di questa serie lo si deve all'evoluzione del rapporto di due personalità al tempo stesso così diverse ma unite, che termina in un finale forse un po' frettoloso ma dall'indubbia potenza emotiva, il resto del comparto narrativo sorregge egregiamente l'impalcatura.
I personaggi secondari sono caratterizzati bene quanto basta per svolgere bene il loro ruolo, che siano spalle comiche deputate all'alleggerimento dei toni del racconto, come la coppia di demoni Shizuno e Yabashira, o figure più complesse come l'arpia Uzoi.

Mentre la storia si suddivide in piccoli archi narrativi che alternano sapientemente azione e relax, ritmi incalzanti e leggerezza, dramma e commedia senza mai annoiare, e che oltre al rapporto padre-figlio è capace di toccare anche altri temi come il razzismo e la paura del diverso. Un consiglio: se siete persone sensibili negli episodi centrali preparate i fazzoletti, ne avrete bisogno.
Passiamo al comparto tecnico. Lo studio Satelight non ha mai brillato per la qualità visiva delle sue produzioni, e anche Somali and the Forest Spirit nel suo complesso non fa eccezione, proponendo disegni e animazioni di qualità medio-bassa che hanno tuttavia il pregio (non scontato in questi tempi) di non essere soggetti a particolari cali, e che quindi non rovinano in alcun modo la godibilità della storia. Come se non bastasse, i disegni del manga sono incredibilmente precisi e dettagliati, e contribuiscono moltissimo alla caratterizzazione del mondo in cui sono ambientate le vicende.

Se c'è un aspetto dove tuttavia la serie brilla, raggiungendo vette artistiche di assoluto rilievo, è quello degli sfondi. I fondali di Somali and the Forest Spirit lasciano a bocca aperta, e traspongono alla perfezione la maestosità delle tavole del manga su schermo, donando all'anime una cifra stilistica non indifferente.
In più punti ci siamo ritrovati a fissare le meravigliose ambientazioni che Somali e il Golem si ritroveranno a visitare, tutte ben differenziate grazie anche alle combinazioni di colori, nelle quali i disegni e le animazioni si integrano alla perfezione. Dettaglio non di poco conto, l'autore di questi fondali non è giapponese, ma europeo: si tratta dell'artista francese Vincent Nghiem, ingaggiato da Satelight come background director della serie.