Recensione Spider-Man & X-Men

Mario Alberti insieme allo scrittore Christos Gage ci raccontanno una storia degli X-Men e L'Uomo Ragno lunga quarant'anni.

Recensione Spider-Man & X-Men
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C’era un tempo, non molto lontano, dove noi piccoli disegnatori italiani scrutavamo oltre i nostri mari con occhi sognanti. Il nostro sguardo volava verso una terra lontana, una terra piena di grattacieli, miti, Coca Cola e felicità. Il nome di questo gigantesco sogno era Marvel Entertainment Inc. e si trova a New York (nello specifico al 417 5th Avenue). Lì sono nati molti dei più popolari personaggi creati per un fumetto, icone eterne che rimarranno per sempre nell’immaginario collettivo. Per anni molti hanno guardato a quella gigantesca “Casa delle Idee” sospirando e pregando un giorno di poterci lavorare e illustrare, anche solo per una volta, le calzamaglie più famose del mondo! Purtroppo però la Marvel “possedeva” gia, tra le sue innumerevoli fila, alcuni dei miglior artisti di comics in circolazione (senza nulla togliere alla distinta concorrenza) e noi potevamo solo continuare a produrre fan art e niente di più.
Gli anni passarono e le mode cambiarono, i grattacieli divennero sempre più alti, i miti si sbiadirono, la Coca Cola si sgasò e la felicità lasciò il posto ai reality. Qualcosa però rimase immutato: i supereroi! Loro non passarono, rimasero inamovibili nelle edicole (qualche difficoltà finanziaria ci fu, ma alla fine si risolse tutto) e nei sogni di moltissimi disegnatori italiani! Una nuova generazione era pronta a rivendicare il proprio posto nell’Olimpo (o se volete ad Asgard) dei comics. Improvvisamente la svolta, un giovane riuscì a infrangere quella barriera indistruttibile, il nome di quell’italiano era: Claudio Castellini. Grazie a lui le porte della Marvel si spalancarono (finalmente) anche a noi! Accortasi delle grandi potenzialità dello “stivale” ora attinge a piene mani dai nostri calamai, creando quasi una vera e propria invasione del “Made in Italy”. Negli ultimi tempi infatti capita sempre più spesso di trovare dei compatrioti all’opera sui nostri albi preferiti (ultimo in ordine di tempo, il maestro Milo Manara).
Il sogno si è avverato!

Il preambolo per introdurre il volume: Spider-Man & X-Men, scritto da Christos N. Gage (Vendicatori: L’Iniziativa, World War Hulk) e Mario Alberti (Dipartimento ESP, Morgana).

I teenager più strani di tutti i tempi

Strana storia questa, quattro capitoli che ricoprono un lasso temporale molto lungo. Quasi quarant’anni (nostri) di continuità concentrata in centoquarantaquattro pagine circa. Si partirà dai favolosi anni ‘70, passando dagli oscuri ‘80, ai clonati ‘90 e finendo ai giorni nostri.
Il tutto con un unico filo conduttore narrativo. Anche se ambientato in epoche diverse ci sono sempre dei comuni denominatori: Spider-Man, X-Men, Kraven il Cacciatore e il misterioso nemico che tesse in modo certosino il suo misterioso e bizzarro piano.
Tutto ha inizio in una serata qualunque al Coffee Bean, meta abituale del gruppo: Parker, Osborn, Stacy, Thompson e Watson. Mentre tutti si divertono Peter è pensieroso e ancora scosso dall’annuncio fatto nel pomeriggio da Kraven in diretta televisiva. “L’Uomo Ragno è un mutante!” così affermava il folle cacciatore aggiungendo “Lo catturerò al più presto!”. Tra i molti spettatori pure gli allievi di Xavier (Ciclope, Bestia, Angelo, Marvel Girl e L’uomo Ghiaccio) videro l’assurdo annuncio. Tra lo stupore e l’incredulità generale gli uomini X, consci del fatto che la società dove vivono odia i mutanti, decisero di aiutare l'amichevole supereroe di quartiere.
Ma torniamo al Coffee Bean; per una pura coincidenza voluta dal destino (o da Gage) quella sera pure gli X-men, in abiti civili, sono nel locale per svagarsi un po’. D’un tratto il caos, Kraven entra in scena di prepotenza affermando che lì si trova L’Uomo Ragno. In men che non si dica gli X-men, in formazione completa, attaccano Kravinoff (Sergei Kravinoff è il nome completo di Kraven). Naturalmente Sergei non è uno sprovveduto e in suo aiuto si è portato dietro Blob: un mutante dalla forza sovrumana e dalla mole gigantesca. In tutta questa confusione, Peter ha avuto il tempo di cambiarsi d’abito e diventare lo stupefacente Uomo Ragno. La lotta impazza, senza neanche accorgersene si ritrovano a combattere in mezzo alla strada. Kraven sfodera un trucco dietro l’altro, sembra quasi preparato a fronteggiare gli uomini X. Improvvisamente la fuga, Sergei se la da a gambe levate lasciando di stucco i nostri eroi. Finita quest’assurda rissa tutti riportano delle ferite superficiali, niente di mortale; qualcosa però non torna, sicuramente c’è sotto del marcio. Perché quell’attacco e quella fuga improvvisa?
Intanto nell’ombra qualcuno confabula, qualcuno che gli X-men conoscono molto bene.

L'unione fa la forza

Di crossover, negli anni, ne abbiamo visti tanti e anche tra i più disparati e quello che ci viene raccontato in questa mini (raccolta in un volume solo) non è dei più assurdi. Molte volte Spidey si è incontrato/scontrato con gli uomini X, fino a collaborare con Wolverine nei Nuovi Vendicatori e successivamente coi Vendicatori Segreti, quindi il binomio ragno e cromosoma X non è poi così strano.
Christos N. Gage sforna un’idea strana ma vincente. Raccontarci quattro incontri, in quattro epoche differenti del Marvel Universe, uniti da una trama e da un nemico solo. Certo così facendo la trama a volte risulta un po’ frammentata e “alla buona”; arrivati alla fine del volume ci si rende conto che la storia non è poi così brillante come poteva sembrarci all’inizio del primo capitolo e i vari colpi di scena un po’ tirati e sbilenchi (forse anche un po’ assurdi). L’aggiunta di comprimari, presi di peso dall’epoca storica in cui è narrata la storia, a volte sembra fatta tanto per fare: l’esempio più lampante è quello di Carnage, usato giusto come riempitivo di capitolo.
Ci sono anche i lati positivi di tutto questo: Gage è un professionista e non si può non dargli il merito di aver creato un prodotto che più volte fa leva sul fattore nostalgia. Per gli amanti dei mutanti sarà un piacere rivedere le varie formazioni cambiate negli anni, ritrovando così componenti che ne hanno fatto la storia e la fortuna negli anni passati; anche i ragno lettori, in dose minore, avranno la loro parte, cambiano i costumi ma anche chi li indossa (chi leggeva il ragno negli anni ’90 sa a cosa ci si riferisce).
E che dire dei disegni di Mario Alberti, un artista che chi scrive non conosceva ma che ha saputo colpire positivamente. Il suo stile “italiano ma non troppo” si adatta molto bene ai personaggi e alle scene movimentate abituali dei comics.
Bastano poche vignette per capire la bravura di quest’artista e il motivo che ha spinto la Marvel a volerlo come disegnatore di questa mini. Il meglio di sé lo da disegnando gli X-men; L’Uomo Ragno convince sì e no, forse un po’ troppo muscoloso e ogni tanto risulta un po’ sproporzionato.
Quest’ultimo particolare dipende dai gusti del lettore: se si preferisce il più nerboruto Spidey stile Mike Deodato Jr. o il secco made in John Romita Jr. (tutti Jr. è un caso?). Non si può quindi non promuovere il lavoro svolto da Mario Alberti e sperare di rivederlo presto all’opera su qualche albo Marvel (si vocifera Amazing Spider-Man).
Edizione italiana come sempre qualitativamente buona, si può solo fare una piccola puntualizzazione sul prezzo: undici euro per novantasei pagine è un po’eccessivo (anche se sul sito Panini, erroneamente ne sono segnate centoquarantaquattro).
Ultima piccola curiosità, la versione originale di questa miniserie si intitola X-Men and Spider-Man, il contrario nostro. Misteri della versione italiana.

Spider-Man & X-Men Una piccola storia per due grandi artisti. La trama è quello che è, non stupisce ne impressiona particolarmente, anzi a volte sembra un po’ troppo tirata. Va bene così per chi cerca una buona lettura di svago con qualche bel riferimento al passato. I tuffi al cuore per i nostalgici sono assicurati. Chi invece cerca atmosfere più seriose o “impegnate” è meglio che rivolga il proprio denaro da altre parti. Peccato, forse, per l’eccessiva smielatezza retorica dell’Uomo Ragno nel finale, che da un po’ fastidio e fa tanto americanata.