Sword Art Online: recensione del primo arco narrativo di Alicization

Coinvolgente e profonda, la prima parte di Sword Art Online: Alicization ha visto Kirito intrappolato in un mondo virtuale complesso ed estremamente reale.

Sword Art Online: recensione del primo arco narrativo di Alicization
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Se tra la conclusione della prima serie televisiva di Sword Art Online e l'inizio della seconda trascorse a malapena un anno e mezzo, a dimostrazione dello smisurato successo riscontrato a livello globale dal progetto, a suo tempo il prosieguo dell'anime ha subito una parziale battuta d'arresto, poiché il successivo arco narrativo della serie di light novel di Reki Kawahara si è concluso soltanto nell'agosto del 2016, con l'uscita del decimo e ultimo volume di Alicization.

Terminata la breve parentesi temporale colmata prima da Sword Art Online: Ordinal Scale e poi da Alternative: Gun Gale Online, Aniplex e lo studio A-1 Pictures hanno finalmente dato inizio alla trasposizione animata del Project Alicization, che tuttavia, data l'eccessiva lunghezza del racconto, è stato diviso in due stagioni da 24-23 episodi a testa (o comunque 25, nel caso decidessimo di conteggiare anche le puntate riassuntive).

Trasmessi in tempi diversi, Sword Art Online: Alicization e War of Underworld formano in effetti una saga unica e inscindibile, ma dal momento che presentano degli antagonisti e co-protagonisti differenti, la produzione ha scelto di ricorrere all'espediente del cliffhanger per generare due archi narrativi ben distinti. Di conseguenza, al netto di qualche passabile compromesso, le due serie funzionano anche individualmente, ma la prima parte si è dimostrata superiore alla seconda sotto ogni aspetto, in particolare per quanto concerne la resa visiva. Senza ulteriore indugio, vi riveliamo di seguito cosa ci abbia spinto a preferire la prima metà di Sword Art Online: Alicization.

Il Progetto Alicization

L'inizio di Sword Art Online: Alicization è abbastanza disarmante, soprattutto nel caso in cui lo spettatore abbia già una certa familiarità col protagonista del franchise e ne abbia seguito le avventure precedenti.

Questo perché Kirito, nella prima metà del primo episodio, è di nuovo bambino e trascorre le sue giornate in un mondo di tipo fantasy-medievale assieme agli amici Eugeo e Alice: il primo è un marmocchio un po' fifone, mentre la seconda è una bambina autoritaria e persino dispettosa, ma che sotto sotto nasconde una personalità timida e molto premurosa. Se Eugeo e Kirito hanno ricevuto il compito di abbattere un gigantesco albero secolare, la piccola Alice studia le arti divine di alto livello e quotidianamente è costretta a richiamare all'ordine i suoi due amici, i quali non perdono nessuna occasione per bighellonare e darsi all'avventura. Nel mezzo di un picnic estivo, i tre fanciulli decidono di procurarsi un po' di ghiaccio per rallentare il deterioramento dei propri pranzi al sacco e si addentrato nella caverna della catena montuosa a nord, ossia il luogo di confine che segna l'inizio del Dark Territory: l'immensa zona dominata dalle razze delle tenebre, come goblin, orchi, ogre e giganti. Gli abitanti del mondo umano non osano nemmeno avvicinarvisi, in quanto l'accesso al suddetto territorio è severamente proibito dal cosiddetto Indice dei Tabù, un elenco di regole che controllano in modo assoluto la popolazione e che impediscono la perpetrazione del benché minimo crimine. Va inoltre specificato che, in genere, gli abitanti dell'Underworld non osano minimamente disobbedire all'indice, poiché una qualsiasi violazione conduce alla pena capitale dopo essere passati per l'inquisizione.

Recuperato il ghiaccio desiderato e smarrita la via del ritorno, Kirito e compagni finiscono per raggiungere la linea nel terreno che simboleggia il confine del mondo umano e assistono impotenti allo scontro tra un Cavaliere dell'Integrità appartenente alla Chiesa Assiomatica e un Cavaliere Oscuro del desolante Dark Territory.

Quando il secondo viene abbattuto e precipita a pochi metri dalla piccola Alice, mossa da pietà la ragazzina finisce quasi involontariamente per avvicinarvisi e supera di pochi centimetri il confine descritto poc'anzi, innescando a sua insaputa il processo di cattura da parte della Chiesa Assiomatica. All'indomani, infatti, un Cavaliere dell'Integrità si presenta al Villaggio di Rulid per arrestare Alice e condurla alla Central Cathedral, dove avrà luogo la sua punizione.

In seguito alla cattura di Alice, Kirigaya Kazuto si risveglia in lacrime nel mondo reale, ma non ricorda minimamente cosa sia successo all'interno dell'Underworld. Come avvenuto già in passato, il ragazzo sta di nuovo lavorando per conto del Tenente Colonnello Kikuoka, il quale l'ha reclutare per testare una nuova tecnologia chiamata Soul Translator.

Abbreviato STL, il sistema di FullDive sviluppato dalla compagnia RATH sulla base del Medicuboid si fonda sulla meccanica quantistica e, replicando le luci fotoniche che costituiscono l'animo umano, è in grado di riscrivere la memoria a breve termine e di creare delle anime artificiali, in questo modo è possibile costruire un mondo virtuale del tutto simile a quello reale, in cui tutti gli NPC agiscono e parlano in maniera assolutamente naturale, come se fossero dei veri esseri umani.

Di base l'Underworld è completamente diverso dalle altre realtà visitate in precedenza da Kazuto, tant'è che al suo interno il ragazzo non riesce a determinare se si trovi davvero in un ambiente virtuale o reale. La funzione principale dell'STL, in ogni caso, è la capacità di accelerare lo scorrere del tempo nel mondo virtuale di Underworld, similmente al modo in cui è possibile vivere sogni molto lunghi in una manciata di minuti appena.

È nel mezzo di un appuntamento con Asuna che l'alter-ego dello Spadaccino Nero viene aggredito da Kanamoto Atsushi, ossia il terzo colpevole ancora latitante dell'incidente Death Gun, che durante la colluttazione finisce per iniettargli la stessa neurotossina utilizzata per uccidere i giocatori di Gun Gale Online (per maggiori dettagli su Death Gun e GGO e vi suggeriamo di consultare la nostra recensione di Sword Art Online II).

Le azioni dell'ex-membro della gilda di assassini Laughing Coffin provocano all'eroe di Aincrad un grave danno cerebrale che solo l'STL potrebbe riparare ed è fondamentalmente questa la ragione per cui Kazuto, dopo l'aggressione, si ritrova ricollegato allo strumento, che per uno scherzo del destino gli permette addirittura di entrare nell'Underworld coi propri ricordi intatti. Non riuscendo a mettersi in contatto col mondo reale, il ragazzo è quindi costretto a vivere degli interi anni all'interno del gioco, mettendo inconsciamente in moto una serie di eventi che lo porteranno a battersi con tutte le sue forze per il futuro della nuova realtà virtuale in cui è stato intrappolato.

La sottile linea che separa le due realtà

Fatta eccezione per il commovente arco narrativo di Mother's Rosario, che aveva rimescolato le carte in tavola e addirittura messo da parte il protagonista assoluto del brand, Sword Art Online: Alicization si differenzia da tutte le altre saghe di SAO per la cura riposta innanzitutto nella creazione e nell'esplorazione di una realtà virtuale complessa ed evoluta, nonché regolamentata da ferree leggi.

Anziché limitarsi a raccontare anche stavolta le peripezie di Kirito, Alicization ha infatti esplorato per la prima volta la sfera socio-politica di un mondo virtuale, ponendo i riflettori sulle abitudini dei nobili (che obbediscono con riluttanza all'Indice dei Tabù e addirittura lo piegano alle proprie necessità per punire e assoggettare i plebei), sulle notevoli differenze insite tra le varie classi sociali, e affrontando addirittura temi delicati e attuali come il razzismo e la discriminazione. In Alicization, inoltre, il confine tra il mondo reale e quello virtuale diventa talmente sottile da spingere le due realtà a mescolarsi, anche perché in questo arco narrativo sono importanti in egual misura: se in genere le vicende di SAO sono principalmente ambientate all'interno di giochi in VR, l'intreccio di Alicization si sposta di continuo dal mondo reale a quello di Underworld, dando a entrambi il giusto spazio ed esaminandoli rispettivamente dal punto di vista di Asuna e Kirito.

Infatti, mentre gli episodi incentrati sullo Spadaccino Nero raccontano le fatiche sopportate per raggiungere la capitale di Underworld, il tempo trascorso presso l'Accademia Imperiale di Scherma e soprattutto la violenta ribellione contro l'Alto Prelato della Chiesa Assiomatica e i suoi valorosi Cavalieri dell'Integrità, le puntate ambientate nel mondo reale mostrano la determinazione di Asuna nel ritrovare il fidanzato "sequestrato" da Kikuoka e addirittura gettano nuova luce su alcuni elementi ricorrenti della saga.

Ad esempio, l'introduzione di un nuovo personaggio ha permesso di svelare degli essenziali retroscena sulla sempre più affascinante personalità di Kayaba Akihiko, avvicinandoci allo scoprire le vere motivazioni che a suo tempo hanno spinto il geniale scienziato giapponese a intrappolare 10.000 giocatori in un gioco di ruolo mortale.

A Sword Art Online: Alicization e al romanziere nipponico Reki Kawahara va poi riconosciuto il merito di aver inscenato una storia ricca e matura, che a intervalli regolari rallenta il proprio passo per affrontare tematiche di natura etica, come ad esempio i diritti degli individui nati e cresciuti all'interno di ambienti virtuali. Il Progetto Alicization, del resto, è un esperimento militare volto a creare delle intelligenze artificiali attraverso il modello bottom-up, ossia dotate di un cervello umano riprodotto artificialmente, in modo tale che possano un giorno prendere il posto dei soldati dispiegati in guerra e dunque limitare la perdita di vite umane.

Ma se gli abitanti di Underworld provano sentimenti tipicamente umani, come la gioia, la nostalgia o una tristezza senza fine, sono in grado di sperimentare un dolore che in un mondo virtuale non dovrebbe essere nemmeno possibile e soprattutto hanno la capacità di prendere decisioni di propria iniziativa, nonché di discernere la differenza tra giusto e sbagliato, cosa li distingue ancora dalle persone che popolano il mondo reale? Questa e altre domande altrettanto importanti troveranno una risposta nelle decisioni intraprese da Kirito, Alice e Eugeo, i quali si opporranno a più riprese alle crudeli leggi imposte dall'Amministratrice di Underworld e ne metteranno a nudo le indicibili nefandezze compiute per poter conservare il potere assoluto.

Se le passate stagioni avevano compiuto pochissimi sforzi sul piano della caratterizzazione dei personaggi, trascurando i comprimari e addirittura i co-protagonisti della vicenda, Alicization rappresenta invece un nuovo inizio. Fatta eccezione per Sortiliena e pochi altri spadaccini dell'accademia, che purtroppo hanno ricevuto pochissimo spazio, tutti gli avversari di Kirito e compagni non hanno funto da semplice carne da macello, ma al contrario hanno avuto modo di sfoggiare delle personalità sfaccettate e tutt'altro che immuni a dubbi e conflitti interiori.

Un plauso particolare va fatto alla perfida Quinella, il cui background contorto ed efficace ci ha convinti senza riserve, e allo stesso Eugeo. Dopo tante eroine dal potenziale inespresso e puntualmente sacrificate in nome del fanservice più becero e di un harem sempre più ingiustificabile - che fortunatamente in questa stagione non ha trovato alcuno spazio - Kawahara ha regalato agli spettatori un co-protagonista maschile molto umano, generoso e insicuro, che grazie ad un percorso spirituale drammatico e convincente ha potuto scalare le classifiche di gradimento e ritagliarsi un meritato posto speciale nel cuore dei fan.

Sword Art Online: Alicization non è comunque esente da difetti, in quanto il suo adattamento animato presenta dei tagli molto grandi e non sempre giustificabili, che di conseguenza hanno provocato buchi e salti temporali di un certo peso. Se l'arco narrativo di Zakkaria, con il suo appassionante torneo di scherma, è stato completamente omesso, i due anni che Kirito e Eugeo hanno trascorso presso l'Accademia Imperiale sono stati condensati in una manciata di episodi appena. Altrettanto fastidiosa è stata la presenza dell'ennesimo stupro, che dopo le tante critiche mosse dai fan ha spinto l'autore a riconsiderarne l'utilizzo nelle proprie opere future.

Se questa volta il tentato stupro poteva apparire perfettamente contestualizzato, tant'è che doveva mostrare l'inaudita crudeltà dei nobili di alto lignaggio e la corruzione di una società che permette loro di abusare indiscriminatamente dei propri privilegi di nascita, il riutilizzo di un espediente già abbondantemente sfruttato in precedenza ha sortito l'effetto contrario, irritando non poco gli spettatori.

Luci e ombre

Stagione dopo stagione, lo studio nipponico A-1 Pictures è sempre riuscito a migliorare e impreziosire la resa visiva di SAO, che con Sword Art Online: Alicization ha stabilito nuovi record. Sempre ricco di dettagli, il character design di Shingo Adachi è stato supportato a questo giro da animazioni fluide e incredibili, in particolare durante i combattimenti a fil di spada, e da un uso magistrale della CGI, che ha favorito l'abbellimento di sfondi e personaggi, senza dimenticare la superba realizzazione dell'illuminazione. A differenza di War of Underworld, che in tempi più recenti ci ha abituati ad una qualità altalenante, con frequenti picchi sia in eccesso che in difetto, dal punto di vista tecnico la prima parte di Alicization è straordinaria, anche perché lo staff ha svolto un lavoro impeccabile in termini di chiaroscuri, profondità e proporzioni dei personaggi.

Composta da potenti brani storici e da malinconiche tracce inedite, la colonna sonora realizzata dalla pluripremiata Yuki Kajiura (Fate/stay night: Heaven's Feel, Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba) sposa alla perfezione i ritmi e le atmosfere del racconto, accompagnando con musiche grintose le scene di combattimento e riservando melodie delicate alle situazioni più drammatiche e commoventi.

Per quanto concerne invece il doppiaggio, il cast originale nipponico ha svolto un lavoro clamoroso, anche perché Alicization ha accolto interpreti eccezionali come Sakamoto Maaya (Tamayo in Demon Slayer, Crona in Soul Eater) e Kayano Ai (Yomi nel franchise di Senran Kagura, Alisha Diphda in Tales of Zestiria).

Lo stesso non si può dire purtroppo per la traccia nostrana, che nonostante l'ottima traduzione in italiano ci ha convinti molto poco. Sorvolando su scelte di adattamento infelici, come l'utilizzo di "Cavaliere Integratore" al posto del più corretto e sensato "Cavaliere dell'Integrità", il doppiaggio italiano è affetto da accostamenti vocali a nostro parere non molto appropriati.

Ad esempio, Ivo De Palma, che aveva già prestato la propria voce a Kuradeel, ha doppiato stavolta Desoulbert, utilizzando un tono esageratamente arrogante e non proprio consono alla natura del personaggio. Il caso più grave è comunque quello di Alice, in quanto la voce sottile di Giulia Maniglio (per quanto apprezzabile) non si avvicina a quella di Kayano Ai, doppiatrice originale, e non rende giustizia alla personalità autoritaria della caparbia e orgogliosa guerriera. In compenso i colleghi Elisabetta Spinelli e Lorenzo Scattorin hanno impersonato alla perfezione i ruoli di Fanatio e Bercoulli, avvicinandosi parecchio alla performance dei doppiatori originali.

Se da una parte la pronuncia fedele all'originale di Eugeo e Alice ci ha sorpresi non poco, poiché temevano che i nomi degli amici di Kirito venissero "italianizzati", la corretta pronuncia di Ronye, Frenica, Fizel e Linel è stata purtroppo fraintesa. Segnaliamo infine che l'edizione home video confezionata da Dynit non presenta le censure applicate alla versione televisiva.

Sword Art Online: Alicization Sorretto da un comparto tecnico clamoroso e da una solenne colonna sonora composta dalla sempre ispirata Yuki Kajiura, Sword Art Online: Alicization è nel complesso il miglior anime finora tratto dalle opere di Reki Kawahara, la cui penna, nell’ultimo decennio, ha compiuto dei progressi sorprendenti. La storia matura e i profondi temi trattati hanno effettivamente permesso alla serie di sfruttare una buona volta il proprio potenziale inespresso, dipingendo tra le altre cose una realtà virtuale non troppo dissimile dal mondo reale e persino afflitta da gravi problematiche socio-culturali. Che siate o meno fan di SAO, la trasposizione animata di Alicization saprà quindo conquistarvi con un comparto narrativo adrenalinico, ricco di sorprese e commovente quando necessario.

8.5