Recensione The Black Museum: Springald

Nella cupa Londra del 1837 si aggira un misterioso individuo mascherato che aggredisce le giovani donne con i suoi artigli

Recensione The Black Museum: Springald
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"The Black Museum: Springald" rappresenta una delle ultime opere, e forse uno dei migliori lavori, di Kazuhiro Fujita, noto in Italia per due sue precedenti lavori; "Ushio e Tora" (di cui è presente anche una serie animata) e "Karakuri Circus". Con Springald, Fujita, si discosta completamente dal suo tipico modo di lavorare e di realizzare manga. Difatti, se tutte le precedenti opere furono partorite dal suo genio, Fujita realizzò Springald dopo aver letto ed essersi appassionato a "Le leggende dei misteri di Londra", opera di Katsuo Jinka (che collaborerà anche alla realizzazione dello stesso Springald). Da questo libro Fujita estrapola e manipola leggermente la storia di “Spring Heeled Jack”, misterioso assassino della Londra vittoriana. Altra notevole differenza con le opere precedenti è il target cui è destinato il manga, non più di giovanissimi, ma ad un pubblico più adulto. A confermare tutto ciò è la rivista su cui Springald venne pubblicato a episodi, non più su "Shonen Sunday" (rivista su cui Fujita ha pubblicato il restante delle sue opere), ma su "Mourning", rivista con target più adulto.

La leggenda di "Spring Heeled Jack"

Nella cupa Londra vittoriana del 1837 si aggira un misterioso individuo mascherato che aggredisce le donne con i suoi artigli per poi fuggire nella notte con incredibili balzi tra tetti e vicoli. Questa figura viene chiamata dagli abitanti della metropoli “Spring Heeled Jack” - Jack dai tacchi a molla. La narrazione comincia con l'ispettore Rockenfield che recatosi al Black Museum - luogo realmente esistente. Si tratta di un museo segreto in cui venivano raccolti indizi e prove di tutti i casi investigati dalla polizia, ubicato sotto Scotland Yard - per consultare delle prove su Spring Heeled Jack, viene accolto dalla giovane custode, che affascinata dalla storia di Jack, chiede a Rockenfield di raccontarle tutta la vicenda, essendo proprio colui che, al tempo, dava la caccia al misterioso assassino. E da qui parte la lunga narrazione, il lungo flashback che occuperà l'intera lunghezza del volume, dalla prima apparizione di Jack fino alla sua misteriosa scomparsa e quindi la sua mancata cattura. La narrazione si soffermerà essenzialmente su due personaggi: il sopra citato ispettore Rockenfield, ma in particolar modo sullo stravagante rampollo della nobiltà Walter De La Poer Straid, sospettato di essere "Spring Heeled Jack".
Nel volume inoltre è presente un breve episodio filler, completamente partorito dalla mente di Fujita, denominato "Mother Goose", in cui due ragazzini (figlio e nipote di due dei protagonisti della storia principale) uniranno le forze per fermare e vendicare le malefatte di un fotografo nazi-pederasta. Inizialmente vittorioso a scapito dei due bambini, il maniaco non aveva previsto l'entrata in scena di "Jumping Jack", in questa breve storia mostrato come il salvatore e non come l'assassino.

Leggenda (da leggere in) Metropolitana

"The Black Museum: Springald" è tecnicamente ed esteticamente magistrale. Fujita compie un egregio lavoro, la cura con cui sono realizzate le singole vignette è a dir poco maniacale. Le scene di combattimento sono di una dinamicità ottima, vignette che rendono bene il senso di azione (ad esempio il duello conclusivo, veramente eccellente). Allo stesso tempo Fujita fa dei veri e propri "dipinti" nelle tavole paesaggistiche - sia quelle riguardanti la Londra vittoriana, sia gli interni delle regge di quell'epoca - curate nei minimi dettagli, risultando allo stesso tempo evocative e storicamente valide.
La narrazione di Fujita in questo manga risulta molto scorrevole e tiene sempre alta sia l'attenzione che il coinvolgimento del lettore, tanto da far completare la lettura dell'intero volume in poco tempo, essendo anche una storia autoconclusiva. Ottimi sono anche i bollettini presenti alla conclusione di ogni capitolo, bollettini realizzati dal maestro Jinka, utili a dare al lettore una panoramica e molte informazioni sulla società dell'epoca, fondamentali per la completa comprensione dell'opera. Per quanto riguarda il contenuto siamo davanti ad un qualsivoglia libro "giallo" dell'occasione, ovvero: una trama avvincente e mai banale, ricca di mistero e con colpi di scena ripetuti; non si ha però ne una profondità nella realizzazione psicologica dei personaggi, ne un qualche messaggio o una qualsivoglia morale precisa della narrazione. In breve è tutto incentrato sulla pura narrazione. Non si tratta di una critica, in quanto proprio Fujita a fine manga spiega la sua passione per i Killer seriali di quell'epoca, ed auto-citandoci, ripetiamo quello scritto a inizio recensione : in Springald c'è poca farina del sacco di Fujita, in quanto si limita solamente e riproporre un fatto storico, o meglio, una leggenda metropolitana dell'epoca vittoriana, di conseguenza è futile e senza alcun senso criticare contenutisticamente questo lavoro.
Concludiamo con l'edizione del manga; come i disegni di Fujita, anche la copertina è di pregevole fattura, con sovracoperta realizzata in modo da far sembrara il manga un vero e proprio libro, con tanto di decorazioni dorate, rendendolo un pezzo da collezione, e come ogni pezzo da collezione ha anche un prezzo, 6,90€. Unico difetto dell'intera edizione è un errore di stampa, presente alla fine del terzo capitolo, consistente in un esagerato zoom della vignetta che oltre che ad inquadrare solamente una parte del viso, non permette di leggere ciò che dice uno dei personaggi in un punto focale della narrazione, un punto in meno a GP Publishing.

The Black Museum: Springald "The Black Museum: Springald" è un manga consigliato a tutti quelli che vogliono passare qualche ora di assoluta spensieratezza e piacere nel leggere una trama molto ben narrata e restare catturati dalle splendide vignette realizzate dal sensei Fujita. Unico impedimento, l'alto prezzo del volume.