The Case Study of Vanitas recensione: i vampiri di BONES su Crunchyroll

Si è da poco concluso il simulcast di The Case Study of Vanitas, il nuovo anime dello studio Bones a tema vampiri.

The Case Study of Vanitas recensione: i vampiri di BONES su Crunchyroll
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Il rischio di rovinare una figura iconica come quella del vampiro è molto alto, perché basta cambiare anche poco per disattendere le aspettative di molti, ma non è il caso di The Case Study of Vanitas, che rispetta e reinterpreta in maniera non troppo stravagante le creature della notte: sono nobili, succhiano sangue, ma non muoiono con la luce del Sole, e non è chiaro se possano essere uccisi con un paletto nel cuore. La nuova serie dello studio Bones (adattamento del manga di Jun Mochizuki, edito in Italia da Star Comics) è arrivata in streaming su Crunchyroll, e dopo aver terminato la visione della prima stagione possiamo dirvi che The Case Study of Vanitas è una piacevole ed inaspettata sorpresa.

Una leggenda di odio e vendetta

Si dice che i vampiri nascano sotto la luna rossa, ma Vanitas è nato sotto quella blu: un segno di sventura per gli altri succhiasangue, che lo hanno allontanato, costringedolo a vivere da solo.

Il vampiro della Luna Blu decise dunque di vendicarsi, creando un grimorio in grado di interferire con i veri nomi dei signori della notte per ucciderli. Dopo l'introduzione alle fondamenta su cui si sorregge l'intero racconto, veniamo catapultati in una meravigliosa versione alternativa della Parigi del XIX secolo, con lievi sfumature steampunk, in cui gli umani sono convinti che i vampiri siano stati eliminati, sebbene in realtà continuino a vivere tra di loro, rispettando l'accordo di non aggressione stipulato anni prima. La pace viene scossa quando vengono ritrovati cadaveri di umani morti per dissanguamento. I succhiasangue sono convinti che dietro tutto ci sia la maledizione del Libro di Vanitas. Viviamo gli eventi dal punto di vista del vampiro Noé Archiviste, che ha raccolto le sue esperienze in un mémoire: il protagonista è stato inviato dal suo maestro nella capitale francese per trovare il libro e scoprirne la vera natura. Al suo arrivo affronta un suo simile corrotto, ed è in questa circostanza che incontra un misterioso giovane che cura il vampiro usando un testo magico dalla copertina blu. Basta poco per scoprire che l'individuo possiede il Libro di Vanitas e che il suo nome è Vanitas, ma non è lo stesso della Luna Blu, bensì un umano suo allievo che ne ha ereditato il nome ed il grimorio.

Vanitas si proclama medico dei vampiri: vuole usare il volume incantato per curarli dalla maledizione che corrompe i veri nomi e fa perdere loro il senno. Anche se in un primo momento Noé non vorrebbe collaborare con lui, si sente costretto a farlo perché sa che è l'unica soluzione per salvare gli infetti e scoprire la verità dietro il libro.

Dopo i primi episodi introduttivi, prende forma un intreccio che si prende i giusti tempi per mostrare le vere capacità, perché si sofferma ad analizzare al microscopio l'intricato sottotesto, ma è ricco di interessanti risvolti che riusciranno a tenere alto l'interesse fino alla fine. Noé e Vanitas scoprono che dietro la maledizione si cela l'organizzazione Charlatan e l'oscura entità Naenia, che seduce ed inganna i vampiri affinché gli rivelino i loro veri nomi, per poi corromperli.

I due affrontano casi che riconducono sempre alla misteriosa organizzazione criminale. The Case Study of Vanitas riesce a catturare sin dai primi minuti la curiosità del pubblico, con un colpo di scena alla fine del pilot, più funzionale degli altri: alla fine del viaggio Noé ucciderà Vanitas.

Storie di un mondo

La prima stagione di The Case Study of Vanitas è divisa in due parti: la prima è una lunga introduzione al contesto, mentre la seconda è una dimostrazione delle vere qualità narrative della produzione, benché tardi ad arrivare.

Nella tornata iniziale, la serie non si sofferma solo a delineare i personaggi, ma anche il mondo complesso. I vari attori del cast sono sufficientemente carismatici, riuscendo ad inserirsi senza difficoltà o forzature all'interno della storia; questo riesce a compensare ad una quasi totale assenza di un'analisi del loro background che li renda ancora più interessanti (non escludiamo che possano avere ruoli più di spessore in un'eventuale seconda stagione). Quasi tutti i personaggi hanno una doppia indole: nei momenti chiave della trama sono seri, ma al contempo mostrano un lato più allegro e spensierato. Su questo fronte, The Case Study of Vanitas è uno shonen classico, con intermezzi comici che in diverse situazioni ci hanno strappato più di qualche risata, senza rovinare il pathos (ci ha ricordato l'umorismo tipico di ONE PIECE). La comicità si accosta al romanticismo che si respira nelle puntate, in cui i morsi sul collo sono sensuali (anche quelli più aggressivi), rimpiazzando i classici baci. Per quanto riguarda il mondo, c'è una particolare cura nella costruzione: le informazioni su come è organizzato vengono date con il contagocce, ma poco alla volta prende forma, diventando sempre più affascinante.

Le 12 puntate introduttive gettano le basi per la complessa lore alla base della trama, che permette di comprendere quali sono le origini dell'elemento magico (così da contestualizzare anche l'ambientazione steampunk), e più nello specifico dei vampiri e di come questi vengano visti dagli umani.

Negli episodi iniziali si scopre che è scoppiata una guerra tra le due razze, al termine della quale i signori della notte sono stati confinati nel loro mondo, una versione parallela del nostro, ed è stata instaurata una pace che garantisse la convivenza tra vampiri e umani. Allo stesso modo possiamo iniziare a comprendere cosa è la maledizione, anche se molto è ancora avvolto nel mistero: infetta i veri nomi dei vampiri e l'unico rimedio è il Libro di Vanitas.

Quello che vi abbiamo detto è solo una piccola parte di ciò che si nasconde tra le maglie di una storia semplice, e tutto è volutamente fumoso ed ermetico, con ancora molte questioni aperte: qual è l'origine della malattia? Chi è Naenia e per quale motivo vuole corrompere i vampiri? C'è un legame con Vanitas della luna blu? Eppure, le domande che si accumulano sono la giusta formula per catturare l'interesse necessario per proseguire la visione.

Una volta arrivati a circa metà stagione, i ritmi cambiano: senza mettere da parte l'approfondimento del substrato narrativo, il racconto diventa più concreto ed incalzante, con una sequela di colpi di scena che lasciano continuamente con il fiato sospeso.

La storia si sofferma ad analizzare il passato dei personaggi chiave di uno specifico arco, creando un legame con lo spettatore, così da fargli capire per quale motivo siano stati corrotti da Naenia o perché agiscono in un determinato modo. Non escludiamo che questo stile di narrazione possa essere la vera natura della produzione: se la seconda stagione continua su questa linea, The Case Study of Vanitas potrebbe fare concorrenza ad alcuni dei titoli più importanti degli ultimi anni.

Un'amicizia indissolubile

Al netto di quanto detto finora,il vero punto di forza di The Case Study of Vanitas è il rapporto tra Noé e Vanitas: due facce della stessa medaglia. Noé è un vampiro che ha trascorso la sua infanzia tra gli umani, mentre Vanitas è un umano cresciuto da un vampiro.

Il primo è una persona che si distrae facilmente e dall'animo nobile, segnato da un passato difficile: per non privarvi del piacere della scoperta, ci limitiamo a dire che è cresciuto con un vampiro che lui chiama Maestro, che lo ha aiutato a capire che cosa significhi essere un succhiasangue e a non avere alcun tipo di pregiudizio, ma la sua giovinezza è stata segnata dalla Maledizione che gli ha portato via le persone che amava.

Questo evento lo ha spinto a cercare di aiutare chiunque fosse in difficoltà. Vanitas, invece, è il personaggio più complesso finora apparso: ad un primo approccio potrebbe risultare poco serio, sorridente e spensierato, ma in realtà è una delle menti più acute di Parigi, che è sempre un passo avanti a tutti, e che con i suoi modi poco convenzionali riesce ad ottenere i risultati che desidera.

Eppure, dietro il sorriso si nasconde una profonda sofferenza: non parla quasi mai di sé e del suo passato, ma nelle fasi più avanzate si scopre quanto abbia sofferto, al punto da provare sulla propria pelle quanto gli umani possano essere più crudeli dei vampiri.

Il fulcro della serie è proprio il rapporto tra Vanitas e Noé (non neghiamo che la loro chimica ci ha ricordato quella tra Holmes e Watson): il vampiro cerca di capire il comportamento del collega, ma costantemente rimane colpito dai suoi metodi non molto consoni; allo stesso modo, il "medico" è meravigliato dal fatto che il compagno non riesca ad accettare le sue azioni, benché in più riprese gli abbia fatto capire che quello è il suo modo di agire.

Nonostante siano così diversi, Noé e Vanitas si completano a vicenda: entrambi cercano di trasmettere all'altro i propri ideali, gli insegnamenti e condividono le sofferenze.

Un comparto grafico notevole

The Case Study of Vanitas è un piacere anche sul lato artistico, grazie all'egregio lavoro svolto dal pool creativo di Bones.

I disegni sono il più delle volte molto curati, sia per la resa dei personaggi che degli ambienti, che vantano una grande quantità di oggetti scenici e di accessori, per una magnifica ed immersiva rappresentazione della Parigi ottocentesca. Il tratto si dimostra anche molto malleabile, in grado di valorizzare gli intermezzi comici, grazie ad espressioni facciali deformate e caricaturali. In alcune sequenze, invece, lo stile è alla stregua di una tavola di un fumetto, senza animazioni. Un tratto certosino mette in risalto un appariscente character design di umani e vampiri che trasuda XIX secolo da tutti i pori. Interessante il design di Naenia, che in alcune occasioni sa essere lievemente inquietante: i suoi occhi rossi, il sorriso sanguigno, e la voce distorta lo rendono un mostro degno di un film horror. Anche se l'anime non è un battle shonen, presenta comunque combattimenti, non molto lunghi o imponenti, ma con animazioni fluide.

Per apprezzare appieno il comparto artistico, però, bisogna chiudere un occhio sui momenti in cui la telecamera si allontana e si notano cali qualitativi nella resa dei personaggi, e su una CGI non troppo invadente, ma che spicca sul tratto manuale. Il tutto è ammantato da una fotografia che crea la giusta atmosfera ad ogni situazione: luminosa (forse pure troppo) negli intermezzi di quiete, cupa e ansiogena in quelli in cui a dominare sono le tonalità più orrorifiche.

The Case Study of Vanitas La prima stagione di The Case Study of Vanitas sfrutta gli episodi iniziali per delineare il mondo con tutte le sue sfumature, ed i personaggi, che sono ben caratterizzati, su cui spiccano i due protagonisti. Le restanti puntate, invece, sono un assaggio della vera anima della produzione: tra colpi di scena e misteri, il minutaggio si sofferma ad analizzare le figure legate ad un arco specifico, così da essere ancora più coinvolgente. A coronare il tutto, vi è un comparto grafico di ottima fattura, al netto di qualche oscillazione tecnica, che riesce a dare vita alla Parigi del 1800. Non escludiamo che, se The Case Study of Vanitas dovesse continuare a sorprenderci, potrebbe trovare il suo spazio tra i big del momento.

7.7