Recensione Tommy - La Stella dei Giants

L'ascesa del giovane lanciatore Tommy al firmamento delle stelle dei Giants.

Recensione Tommy - La Stella dei Giants
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In una classica chiacchierata tra amici sulle serie storiche a cavallo degli anni ’80 e ’90 quella di “Tommy La stella dei Giants” (Kyojin no Hoshi in originale) è una delle meno citate, eppure per rilevanza storica, in Giappone è uno dei capisaldi delle opere dedicate al mondo sportivo. Infatti la serie è datata 1968, tratta dal manga di Ikki Kajiwara, del 1966, periodo di grandi cambiamenti anche in Giappone e ripresi in parte anche in questa opera; basti pensare al ruolo della sorella del protagonista, da noi rinominata Giusy, in contrapposizione con le altre figure femminili. Ma andiamo con ordine ed iniziamo come consueto dalla trama.

Trama

Prima di procedere, comunque, sono doverosi due appunti: per semplicità e coerenza con l’opera giunta qui da noi utilizzeremo i nomi utilizzati per l’adattamento italiano; in secondo luogo questo paragrafo presenta grossi spoiler sulla trama e sul finale.
Primi anni della seconda guerra mondiale; il giovane e promettente giocatore di baseball Arthur Young entra a far parte dei Giants, tuttavia la sua avventura avrà vita breve. Infatti presto verrà chiamato dall’esercito per combattere con le forze dell’Alleanza. Ma si sa, la guerra chiede sempre un tributo, in questo caso un pesante infortunio alla spalla porterà il nostro sfortunato campione ad interrompere la sua carriera nel 1948. Costretto cosi ad una vita di stenti il nostro riverserà il proprio sogno ossessivo nel suo secondogenito: Tommy. Questi infatti è costretto ad allenamenti massacranti e disumani, come portare una robusta imbracatura di ferro, che gli copre il busto e le braccia per potenziare le spalle tutto il giorno. Come se non bastasse, Arthur rimane vedovo poco dopo la nascita di Tommy, rendendo ancora più difficile il proprio sogno. Con il passare degli anni e grazie al congiunto sacrificio da parte della sorella maggiore Giusy e del padre, Tommy riuscirà ad entrare in una scuola prestigiosa dove finalmente potrà gettare le basi per il suo desiderio di entrare nei Giants. Qui è dove incontrerà due delle figure più importanti della sua vita: il ricco e snob Alexander Mitchell, e l’amico fidato Charlie Red, futuro catcher del nostro. Finalmente, dopo estenuanti allenamenti e sofferenze indicibili Tommy riuscirà ad entrare nei blasonati Giants come lanciatore mancino, conquistando la fama grazie all'utilizzo di nuovi lanci, sempre più difficili da ribattere: la famosa serie dei super lanci. Tre è il numero di questi super lanci, ognuno con caratteristiche molto diverse l’uno dall’altro e che porteranno alla rovina sia chi cerca di batterli (alexander riporterà gravi danni alle braccia) che nel lanciatore. Emblematica la fine della prima serie dove pur di non far ribattere un suo lancio dal suo ex-catcher Chiarlie, ora pupillo del padre, Tommy distruggerà i legamenti del proprio braccio sinistro nello sforzo di effettuare un super lancio imbattibile. Con l’inizio della seconda serie troviamo un Tommy ormai adulto che ormai fallito come lanciatore sinistro, si aggira per i campi dilettantistici di periferia barattando discreti compensi con qualche fuori campo. Sarà grazie all’amico di sempre, Charlie Red, che il nostro ex stella dei Giants ritornerà al successo come battitore professionista. Carriera che purtroppo avrà vita breve; Tommy ormai allo stremo psicologicamente per puro caso scopre che lui in realtà non è nato mancino ma destrorso. Nuove porte e nuovi sogni si apriranno per il nostro rinato lanciatore destro; riuscirà finalmente ad diventare una vera “Stella dei Giants”?.

La vita ed il Baseball

Analizzare una serie apparentemente banale, ad un primo sguardo non dissimile da altre produzioni dello stesso genere, come “Tommy La stella dei Giants” non è per niente semplice; cosi iniziamo dalle basi: l’intera opera è suddivisa in due macro serie (anche se in realtà sarebbero tre, ma la terza non è mai giunta da noi e risulta anche in patria incompleta) composte rispettivamente da 181 e 52 episodi. Mentre la seconda scorre senza nessun salto temporale, la prima invece ne è piena: infatti iniziamo con Tommy poco più che infante (circa 4 anni) per concludere con un Tommy ormai alla soglia dei diciotto anni. Ma ciò che fa la vera differenza tra le due serie sono i contenuti ed il modo in cui vengono gestiti: infatti se da una parte riscontriamo una seconda serie molto classica e senza tanti “tempi morti”, dall’altra abbiamo un prodotto che mescola sapientemente il pathos delle partite e dei momenti sportivi in generale con quelli più pittoreschi e spesso incomprensibili (almeno per noi occidentali) di una società che sta rinascendo ed evolvendosi allo stesso momento. Le avventure del giovane Tommy sono ambientate qualche anno dopo la seconda guerra mondiale, in un periodo in cui il Giappone, ridotto in ginocchio alla fine del conflitto, sta cercando di risollevarsi e di attuare non solo una profonda rivoluzione industriale ma anche sociale (basta pensare che poco più di cinquanta anni prima il loro progresso era fermo più o meno al nostro medioevo), tutti elementi che sono ben presenti in questo anime. Le profonde metafore che riscontriamo in tutta l’opera, da citare assolutamente quella del leone che getta il proprio cucciolo da una rupe, vero e proprio leit motiv di tutta la serie; il ruolo della donna che sta cambiando, di cui la sorella Giusy è l’ultimo baluardo di un modo di vivere che sta sparendo (ma che ancora oggi molti uomini giapponesi sognano) e la rilevanza che il gioco del baseball sta assumendo in questa nuova società.
Tutti i personaggi principali, da Tommy ad Alexander, da Arthur a Charlie, hanno dentro di sé una profonda bivalenza di moderno/antico che spesso portano a compiere gesti inusuali e fin troppo melodrammatici per la nostra cultura: come le varie scene di pianto collettivo di cui è tinteggiata tutta la serie; ma se sappiamo comprendere il periodo storico e la mentalità, “Tommy, la stella dei Giants” è molto godibile, risultando una vera pietra miliare per l’animazione giapponese.

Edizione DVD

L’intera saga di Tommy viene edita in Italia da Yamato video con più che discreti risultati sia in ambito audio che video, considerando anche l’anzianità della serie. Il reparto video è in 4/3 con qualche leggera sbavatura data più che altro dalle non ottime condizione del master originale, ma tutto sommato pienamente godibile. Lo stesso discorso si applica anche alla parte audio dove troviamo affianco al doppiaggio storico in Italiano 1.0 anche la versione originale in Giapponese 1.0. Gli extra come accade di solito su serie molto datate si compongono delle classiche sigle in lingua originale ed in italiano ed un bocklet con i disegni preparatori. Questo primo cofanetto da noi recensito, è suddiviso in cinque dvd da 5 episodi ciascuno (eccetto il primo formato da 6 episodi) per un totale di 26 episodi, il tutto venduto in vari store online a 39,90€.

Tommy - La Stella dei Giants Finalmente giunge anche in edizione dvd una delle serie storiche dell’animazione giapponese riproposta in maniera più che soddisfacente da Yamato Video. Un’opera complessa, a tratti noiosa, ma mai banale. Dedicata a tutti i nostalgici ed a coloro che vogliono vedere come nel corso degli anni sia cambiato il modo di pensare e fare gli anime e da chi molti hanno preso ispirazione.