UFO Robot Goldrake: Recensione dell'anime tratto dal manga di Go Nagai

Un anime leggendario, capace di scolpirsi nei cuori di tutti gli appassionati attraverso i decenni: riscopriamo UFO Robot Goldrake.

UFO Robot Goldrake: Recensione dell'anime tratto dal manga di Go Nagai
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Quando Go Nagai, a cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta, creava opere come Mazinga Z, Devilman o persino prodotti in qualche modo derivativi come il mitico UFO Robot Goldrake, forse non immaginava il peso e l'eredità culturale che stava plasmando, sia nei confronti del genere di riferimento all'interno dell'industria nipponica, sia per tutta la cultura pop, che dagli universi immaginifici dei mecha e delle space opera nipponiche attinse in maniera significativa. Dietro l'adattamento anime, che rispetto al manga riesce sempre a imporsi con maggior prepotenza nell'immaginario collettivo, c'era come sempre la Toei Animation, vero e proprio gigante per l'intrattenimento di massa nel Paese del Sol Levante. L'azienda, che qualche anno più tardi avrebbe prodotti ulteriori capolavori sia di stampo mecha che (soprattutto) di genere battle shonen, affidò la regia di UFO Robot Goldrake a Masayuki Akehi, Tomoharu Katsumata e Masamune Ochiai. Trasmessa dal 1975 al 1977 in patria, ma giunta in Italia per la prima volta soltanto nel 1978, la serie è stata recentemente distribuita sul mercato home video in 3 cofanetti da collezione in formato Blu-Ray, grazie a Koch Media e Yamato Video, che ne ha rifinito notevolmente il comparto estetico.

Orgoglio mecha

Il primo episodio di UFO Robot Goldrake trae origine da un pilot che inizialmente prevedeva diverse divergenze col prodotto finale: il mediometraggio embrionale da cui partì il progetto, infatti, si chiama UFO Robot Gattaiger e gettò le basi per la produzione che, nel corso di oltre 70 episodi, divenne letteralmente una leggenda, soprattutto agli occhi di un pubblico come quello italiano.

Tutto ha inizio con niente meno che Koji Kabuto: l'indimenticabile protagonista di Mazinger Z è infatti un importante comprimario dell'opera, una sorta di collante tra il prodotto precedente di Nagai-sensei e questa nuova storia, il cui eroe principale è in realtà il prode Actarus (in originale Daisuke Umon): la vera identità del nostro, però, risponde al nome del principe Duke Fleed, i cui trascorsi vengono svelati soltanto in un secondo momento dopo che l'incipit di UFO Robot Goldrake ci pone cripticamente di fronte alle due figure (Actarus e Koji) mantenendo caratteri ambigui su chi sia effettivamente il nucleo centrale del racconto.

Quando Kabuto atterra con il tuo TFO nella fattoria di Rigel (Danbei Makiba), infatti, fa la conoscenza degli abitanti del luogo, tra i quali figurano il dottor Procton (in giapponese noto come Genzo Umon), suo figlio Actarus e i figli del vecchio Rigel: Mizar e la bella Venusia, meglio noti ai fan dell'edizione nipponica come Goro Makiba e Hikaru Makiba. Ben presto si scopre che i natali di Duke/Actarus sono ben lontani da quella patria: egli, in realtà, fuggì dal pianeta Fleed a bordo di un robot spaziale di nome Goldrake.

Il giovane cercava di scappare dalle truppe d'invasione del malvagio Re Vega, sovrano dell'omonimo corpo celeste nonché leader di un corpo di alieni conquistatori. Il destino, chiaramente, bussa alla porta dei protagonisti quando l'esercito di Re Vega, ben otto anni dopo l'invasione del pianeta Fleed nonché all'inizio della storia di UFO Robot Goldrake, decide di conquistare anche la Terra.

Per opporsi alle mire espansionistiche del suo arci-nemico, dunque, ad Actarus non resta che vestire nuovamente i panni del grande mecha e del suo iconico disco spaziale, conducendo un'aspra guerra contro le forze di Vega per aggiudicarsi la libertà della razza umana.

Tra le stelle sprinta e va

UFO Robot Goldrake è una space opera sontuosa, che al tempo stesso attinge con forza dagli esponenti pregressi di genere mecha spaziale e funge a sua volta da ispirazione per ciò che viene dopo. Come in quasi tutte le produzioni di questo tipo, i 74 episodi che compongono l'anime prodotto dalla Toei Animation proseguono sul filo conduttore di una trama di fondo che inizia dal pilota e termina con l'ultima puntata, ma l'andamento del racconto si snoda con la classica impostazione episodica.

Ciononostante, UFO Robot Goldrake costruisce pian piano un pantheon di personaggi ben caratterizzati, ciascuno in grado di adempiere sapientemente al proprio ruolo predefinito: il nucleo narrativo e concettuale, che il pubblico avrebbe ritrovato di lì a poco in prodotti come lo stesso General Daimos, ci presenta un parco di protagonisti e villain decisamente stereotipato.

Il giovane eroe senza macchia, tormentato da un passato oscuro che lo lega indissolubilmente al suo mecha e attorniato da un gruppo eterogeneo di aiutanti che, col passare del tempo, acquistano uno spessore psicologico e caratteriale di sempre maggior impatto. L'evoluzione di figure come quella di Venusia, ad esempio, è emblematica e d'impatto, nonché avveniristica dal punto di vista prettamente culturale.

Va da sé che l'intero impianto narrativo, per ovvie ragioni, presenta qualche imprescindibile cliché che non macchia la visione di un prodotto dall'aura sacrale, dalle atmosfere leggere ma che riesce ugualmente a mettere in scena una sceneggiatura credibile e avvincente. Inevitabilmente Goldrake, dopo oltre 40 anni dalla sua prima messa in onda, sente graficamente un po' il peso degli anni: il tratto di disegno, riconoscibile nei suoi crismi imposti dal tratto inconfondibile di Go Nagai, si affianca ad animazioni che, rapportate all'epoca e alla tecnologia di riferimento, restano estremamente moderne e attuali.

UFO Robot Goldrake è una perla splendente dell'animazione nipponica, orgoglio di un'azienda come la Toei, capace di aver creato prodotti tecnicamente eccelsi pur con tutti i limiti del periodo storico: anche in fase di regia, infatti, l'anime è estremamente attento e virtuoso, soprattutto in determinati passaggi o sequenze dall'incredibile impatto dinamico, che oggi troverebbero un'esecuzione perfetta soltanto con l'utilizzo della computer grafica. Una simile estetica, oggi, è avvalorata dall'ottimo lavoro di ammodernamento che può sfoggiare l'edizione home video in formato Blu-Ray: l'opera è distribuita nel nostro Paese da Koch Media ed è edita da Yamato Video. Per l'occasione, UFO Robot Godrake si mostra a noi con una risoluzione più alta che mai, pur portandosi dietro un'inevitabile visuale in 4:3 al fine di presentare al pubblico una pulizia visiva senza eguali.

Il risultato è, a nostro parere, senza dubbio di alto livello: forse non siamo sugli standard di pulizia visiva che Yamato è riuscita a dare a Le Avventure di Lupin III (un prodotto che, va ricordato, conta un cospicuo numero di episodi in meno), ma il lavoro di ammodernamento svolto sull'opera tratta dall'omonimo manga di Go Nagai non potrà che soddisfare gli estimatori dell'opera.

UFO Robot Goldrake è disponibile in tre cofanetti Blu-Ray, come accennato in precedenza. Ciascuno di essi presenta al suo interno 3 o 4 dischi racchiusi in confezioni impreziosite da illustrazioni e artwork ufficiali in alta definizione. Ognuna, poi, è attorniata da una sovracoperta cartonata e sfoggia al proprio interno l'immancabile booklet, nel quale è possibile visionare bozze, sketch preliminari e sinossi degli episodi. Le tracce sonore della serie sono in tutto tre: il doppiaggio italiano originale si affianca, ovviamente, all'edizione giapponese, ma l'editore ha pensato di includere anche il più recente ridoppiaggio, effettuato nel 2015. Ciascuna delle due differenti versioni italiane, peraltro, presenta la leggendaria sigla di apertura campione di incassi.

UFO Robot Goldrake UFO Robot Goldrake porta con sé un'eredità importante, tanto concettuale quanto stilistica. Rivivere, o recuperare, una simile perla dell'immaginario culturale nipponico è praticamente d'obbligo per tutti gli appassionati di anime che mescolano sapientemente il genere mecha con quello real robot. Farlo, perlopiù, in alta definizione grazie al recente formato Blu-Ray, non può che avvalorare il nostro consiglio.

8.5