Recensione Vagabond

Dall'autore di Slam Dunk un'opera meravigliosa e profonda...

Recensione Vagabond
Articolo a cura di

VAGABOND di Takehiko Inoue

E' con grande piacere che mi accingo a recensire un manga tanto prestigioso come VAGABOND.
Seconda opera a lungo respiro di Takehiko Inoue, e proprio di questo autore,in questa parte dell'articolo mi accingo a darvi alcune informazioni. Nato a Kyushyu nel gennaio '67, Inoue approda nel difficile mondo del fumetto seguendo un percorso noto a molti altri prima di lui...dall'entrata di servizio, dopo faticosa ma non poi tanto lunga gavetta. Vince un concorso fumettistico della Shueisha (curiosità...è una storia di basket con protagonista un ragazzo di nome Rukawa), e sul finire dei mitici anni '80, diventa assistente di un qualcuno che proprio di quegli anni è icona: Tsukasa Hojo (l'autore di Cat's EYEs, City Hunter e Family Compo; su City Hunter tra gli end credits troviamo anche il suo nome). Da ultimo degli assistenti a vice capo degli stessi, proprio come un altro grande autore degli anni '90, quel Kazushi Hagiwara che da capo assistente di Izumi Matsumoto (Orange Road, Sesame street), avrebbe poco dopo sfondato con il suo Bastard!! Tra il '90 e il '91, a soli 23 anni, dopo qualche storia breve, termina quella che è probabilmente la sua più grande opera: SLAM DUNK. E qui ariva la prima sorpresa. Mentre Hagiwara ad inizio cariera denota pesanti eredità stilistico - narrative del duo Izumi-Matsumoto, il giovane Inoue ha già un suo stile...magari un po' abbozzato,ma originale. L'apprendistato gli avrà anche insegnato un metodo,ma l'unica vera eredità lampante è la capacità di tradurre emozioni in fumetto, frutto di uno "sguardo sul mondo" acuto e sensibile come pochi. La seconda sorpresa è il successo. Molti dei 31 volumi originali vantano tirature da guinnes...2 milioni di copie a numero! (planetmanga per l'Italia) Nel '93 inizia la trasposizione animata in tutti i formati: serie tv, o.a.v., film (editi in Italia da Yamato), vari libri d'illustrazione (uno, molto bello, edito in Italia da Marvelmanga), videogiochi per tutte le console 16-32 bit, alcuni mai importati in europa grazie alla conversione pal (la "migliore", forse, sullo sfortunato Saturn), più la solita valanga di merchandising e sponsorizzazioni-pubblicità. Discorso a parte, invece, per la STREPITOSA evoluzione del tratto. Finito Slam Dunk, dal '97 al '98 l'autore si prende prima un periodo di riposo, poi si tuffa in diversi progetti a breve termine o "sperimentali", con ritmi comunque assai blandi. Un esempio lampante: lo sportivo - fantascientifico a colori Buzzer Beater, pubblicato solo su internet e conclusosi in 4 lussuosi volumi. O come qualcuna di quelle storie brevi sopra citate, non solo molto belle ma soprattutto stilisticamente evolute (Piercing - manga artist n#1 ed.planetmanga...una gemma!). Nel '97 il "divorzio" clamoroso dalla Shueisha con tanto di battaglia legale per riacquistare in toto i diritti su Slam Dunk, battaglia che vede Inoue vincitore, e la Shueisha con un'altra "grande stella" alle spalle e un futuro non più tanto roseo. Nel settembre '98 Inizia Vagabond, con cui peraltro vince il premio Cultural Affairs Media Arts Festival 2000 sezione manga, tentando di spiegare al mondo cosa significa essere "incoparabilmente forte" con un manga ambizioso quanto audace.

La Storia

Messo momentaneamente da parte lo sport, Inoue si cimenta questa volta con un nuovo genere: il fumetto storico giapponese, "trasportando" sulle pagine di Vagabond il libro "Musashi" di Eiji Yoshikawa (rizzoli ed.).
Vagabond ci racconta vita, gesta e crescita interiore, di uno dei più famosi samurai giapponesi, Musashi Miyamoto, che durante la sua "carriera" arrivò a sfidare e vincere 1000 avversari!
Infatti Takezo Shinmen, questo il nome del nostro eroe, fu il più grande Ronin (samurai "vagabondo", senza padrone) del Giappone feudale del 1600.
Tutto ha inizio l'alba del giorno dopo la sconfitta di Sekigahara, prima e unica battaglia a cui i giovanissimi Takezo e Matahachi, suo amico d'infazia, abbiano mai preso parte. Sono vivi: essere sopravissuti significa essere forti, senza dubbio più ancora di chi invece è riverso al suolo, ma l'aver assistito coi loro occhi alle atrocità di una vera battaglia fà si che Matahachi capisca, causa anche la compagnia della bellissima Oko, che probabilmente non è quella la vita che desidera e questo lo porta ad abbandonare Takezo, che farà invece ritorno al villaggio Miyamoto. Qui il ragazzo dovrà fare i conti con la disperazione e la diffidenza della madre di Matahachi, convinta che suo figlio sia stato in realtà tradito dall'amico, ma un uomo lo aiuterà a rinascere e a fare i conti col suo vero io: il bonzo Takuan. Sarà proprio il monaco ad aiutarlo a fuggire dal villaggio e a ribattezzare il protagonista in Musashi Miyamoto (Musashi del villaggio Miyamoto).
Dopo questo episodio inizia la "vagabonda" ricerca interiore di un solo obbiettivo da raggiungere, senza ripensamento alcuno nè tentazioni; dopo quel giorno nasce Musashi...dopo una sconfitta arriva la leggenda.
Ma qual è il sentimento che smuove e fa ardere l'animo del nostro protagonista, costringendolo a una vita di peregrinazioni e di continue ricerche?
Il desiderio di essere "INCOMPARABILMENTE FORTE", in ricordo del padre Munisai Shinmen, grande esperto di katana, ricordo che il nostro eroe sembra voler a volte completamente annientare assieme alle sue paure e ai suoi dubbi.
Se inizialmente, potremo essere portati a pensare che il viaggio di Takezo si risolva solo in un desiderio di rivalsa nei confronti del fantasma del genitore, scopriremo subito quanto questa ricerca sia profonda e molteplice: il giovane samurai imparerà a sue spese quanto sia non solo complicato considerarsi forte ma a volte addirittura insensato.
Come avrete intuito comunque, non è solo di Musashi che faremo la conoscenza sulle pagine di questo fumetto.
Vi sono anche:
Matahachi Honiden: l'amico d'infanzia di Takezo, che con lui condivise l'esperienza della battaglia di Sekigahara, ma che alla voglia di riscossa e vita fatta di sangue e omicidi di Takezo preferì, inizialmente, perdersi in una fuga dalla vita e da se stesso.
Otsu: amica di infanzia dei due e promessa sposa di Matahachi. Sarà lei, l'unica in grado di smuovere Musashi?
Jyotaro: un vivace bambino "discepolo" di Musashi, il primo forse ad essere stato travolto dal suo spirito.
E questi sono solo alcuni dei personaggi, di quel variopinto universo, perfettamente orchestrato da Inoue, che si chiama Vagabond, fatto di maestri nell'arte della katana dalla fama impareggiabile, ambizioni sfrenate, duelli sanguinosi, intrighi e vita contadina.

"Musashi" di Eiji Yoshikawa

Musashi, scritto da Eiji Yoshikawa (1892-1962), uno dei più prolifici e più amati fra gli scrittori del Giappone, è un lungo romanzo che apparve per la prima volta a puntate fra il 1935 e il 1939, sull'Asahi Shimbun, il più diffuso e prestigioso giornale nipponico.
Il protagonista di questo romanzo, è il giovanissimo Musashi, che come tanti altri ragazzi della sua età, aspira a diventare samurai, deciderà così di dedicarsi allo studio delle arti marziali, un'attività che lo assorbirà totalmente, modificando la sua esistenza. Non prenderà lezioni soltanto dai più valenti spadaccini del tempo, ma persino dalle rupi, dagli alberi e dai fiumi. Trasformato in una vera e propria forza della natura, diventerà insuperabile nell'arte della spada, "stupendo strumento di arte e di morte"; ma raggiungerà anche una profonda umanità.
Yoshikawa, ha arricchito la sua narrazione di molti dettagli di fantasia. Vi sono tante coincidenze fatali e imprese ardimentose. Ma l'autore si attiene scrupolosamente ai fatti della storia; non solo Musashi, ma altri personaggi di primo piano, sono realmente esistiti. Per esempio Takuan, maestro e mentore del giovane protagonista, fu un famoso monaco zen, calligrafo, pittore, poeta e maestro di tè del suo tempo.
Musashi è molto diverso da quei romanzi a sfondo psicologico, spesso molto nevrotici, che costituiscono il filone principale della letteratura giapponese tradotta in Occidente.; La concezione romantica del nobile spadaccino è uno stereotipo del passato feudale, che rivive in centinaia di romanzi e film di samurai. L'importanza che si dà all'autocontrollo e alla forza interiore, allenata da autodisciplina zen, è una precipua caratteristica della personalità giapponese al giorno d'oggi. Lo stesso dicasi dell'amore per la natura e di un senso di unione con essa.
Musashi però non è solo un grande romanzo di avventure, esso ci offre uno squarcio di storia giapponese, mostrandoci la probabile immagine storicoculturale idealizzata che ha, di sé, il giapponese contemporaneo.

Vagabond Mi sento di consigliare a TUTTI questo meraviglioso manga, ritengo Vagabond uno dei migliori fumetti (non solo manga) di sempre: storia, capacità espressive e, come detto, la completa maturazione dell'autore, gli attribuiscono una raffinatezza che raramente mi è capitato di leggere. Credo perciò che solo coloro che proprio non riescono a sopportare l'ambientazione storica Giapponese possano finire per non apprezzarlo, ma in ogni caso anche a costoro suggerisco di dare all'opera in questione una chance. A pensarci bene l'unico vero problema dopo aver letto Vagabond, è che rischia davvero di elevare troppo i vostri standard qualitativi, ridimensionando le vostre preferenze e riducendo i vostri acquisti mensili. Per il resto dovete sapere solo che: 1- Vagabond, in Italia, è una pubblicazione bimensile. 2- Dopo una celere pubblicazione Giapponese attualmente la serie esce più lentamente 3- Che nel bel paese siamo arrivati al numero 31 e ora siamo al pari con il giappone 4- Purtroppo i primi 12 numeri sono esauriti e si trovano solo alle mostre o in fumetterie ben fornite. 5- Che nel 2004 è uscita una ristampa delux con sovracoperta 6- Provoca assuefazione!!!!