Violet Evergarden: Recensione dell'anime Netflix tratto dalle light novel

Dopo 13 episodi si è concluso un anime ineccepibile sul fronte artistico, ma che presenta qualche perplessità narrativa. In streaming su Netflix.

Violet Evergarden: Recensione dell'anime Netflix tratto dalle light novel
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Si è recentemente conclusa su Netflix la serie animata Violet Evergarden, ispirata alle light novel scritte da Kana Akatsuki e illustrate da Akiko Takase. La storia descrive una protagonista molto diversa da quella delle fonti di ispirazione originali, con una caratterizzazione pensata per un pubblico più ampio. Nonostante questo, però, gli elementi comuni tra l'anime e le light novel sono molteplici e l'adattamento realizzato da KyoAni può essere definito un successo.

Due vite distinte

I 13 episodi che compongono l'anime della Kyoto Animation raccontano storie per lo più autoconclusive e replicano la struttura frammentaria delle light novel originali. Se quel tipo di impostazione rappresentava un punto di forza del materiale cartaceo, lo stesso non si può dire per la serie animata. L'eccessiva erraticità narrativa non ha permesso agli sceneggiatori di sviluppare a dovere il mondo e i personaggi che circondano la protagonista, lasciando troppo spesso davanti a un lavoro incompiuto e pieno di falle. Se è vero che il passaggio dal materiale cartaceo all'animazione comporta sempre dei sacrifici sul fronte della profondità, è innegabile che sotto questo punto di vista la serie avrebbe potuto offrire molto di più. Il mondo in cui si muove Violet è affascinante, con una società ispirata alla fine dell'ottocento scossa da un violento conflitto. La pace è imminente, ma in molti paesi i combattimenti non sono ancora cessati e sacche di resistenza più o meno agguerrite lottano per i propri ideali. Attraverso le inquadrature dedicate ai paesaggi e ai cittadini che vivono la vita di tutti i giorni, si apprende che la tecnologia ha seguito uno sviluppo diverso rispetto al mondo reale, offrendo così un vago taglio steampunk.

Ecco quindi che fra treni a vapore e armi antiquate, trova spazio la tormentata protagonista dotata di eleganti arti meccanici. Il punto cardine dell'opera è il tema bellico, che abbraccia il passato di Violet e ne influenza profondamente anche il presente. Dopo aver perso tutto ciò per cui aveva sempre vissuto, priva di uno scopo e di una guida, la ragazza soldato muove i primi goffi passi in un mondo a lei sconosciuto. Incapace di comprendere le emozioni, questa versione moderna di Pinocchio affronta un viaggio di crescita e maturazione, nel tentativo di diventare (in senso figurato) un essere umano a tutto tondo, capace di interagire con i propri simili senza ricorrere alla violenza. Di Violet viene spiegato ben poco. Si parla di lei come un'arma, uno strumento, ma non è chiaro come sia diventata così letale quando era ancora una bambina. La sua capacità di apprendimento è impressionante, così come la sua resistenza fisica. Al termine della serie, le origini di Violet rimangono avvolte nell'ombra e l'opera preferisce concentrarsi sulla sua rinascita come Auto Memory Doll: scrivendo le lettere per conto dei clienti dell'agenzia CH Postal Service, la ragazza entra per la prima volta in contatto con ogni genere di emozione, e cercando a portarle su carta risveglia lentamente un lato umano da tempo dimenticato.

La forza delle lacrime

Fin dalle prime battute di Violet Evergarden è chiaro che gli sceneggiatori vogliono mettere alla prova i dotti lacrimali degli spettatori. Nel tentativo di scuotere una protagonista fredda come il ghiaccio, episodio dopo episodio vengono messe in scena vere e proprie tragedie che farebbero impallidire Candy Candy e Pollyanna. Complice anche l'ambientazione bellica, la serie non si fa problemi a sferrare violenti pugni nello stomaco, costringendo anche i più insensibili a tenere il fazzoletto a portata di mano.

L'operazione "pioggia di feels", però, non è sempre impeccabile. Come accadeva già nelle light novel di riferimento, anche nell'anime di Violet Evergarden la qualità della sceneggiatura è altalenante. Alcune vicende colpiscono più di altre e la forbice tra gli episodi più riusciti e quelli più deboli può essere davvero impietosa. La delicatezza della scrittura della decima puntata fa letteralmente a pugni con le imperfezioni e le banalità di quella successiva, dando vita a un'altalena di sensazioni difficile da gestire senza provare un pizzico di amarezza. Quando la narrazione riesce a veicolare emozioni e sentimenti senza scadere nella retorica banale e senza risultare forzata, l'opera della KyoAni raggiunge vette incredibili. In generale, però, la qualità di Violet Evergarden è inferiore a quella di altri prodotti dello stesso studio, sia in termini narrativi che a livello visivo. Opere come Clannad, Hibike! Euphonium o A Silent Voice sono su tutt'altra categoria.

Un salto di qualità per Netflix

Dal punto di vista tecnico l'ultima fatica di KyoAni lascia spazio a ben poche critiche. Vedere finalmente approdare su Netflix un anime con simili qualità visive è un vero sollievo. Le animazioni, i colori e il character design di Violet Evergarden sono sempre ai massimi livelli e, anche se guardando la protagonista non si può fare a meno di pensare a Saber di Fate/stay night, il senso di deja-vu viene presto spazzato via dallo spettacolo messo in scena dagli animatori. Il livello artistico generale viene intaccato solo dai cali nella realizzazione di alcuni fondali, spesso troppo impastati e staccati di netto dai personaggi. Un giudizio entusiastico lo meritano anche il doppiaggio giapponese e la colonna sonora, che non falliscono mai nel compito di favorire l'immersione totale dello spettatore nelle atmosfere del titolo. Il doppiaggio italiano, dal canto suo, convince per il lavoro svolto con i personaggi principali, ma delude in più di un'occasione con i comprimari.

Violet Evergarden Pur con i suoi difetti, Violet Evergarden è una serie animata di grande qualità. Visti i temi trattati e i ritmi narrativi non è un prodotto adatto a tutti i palati, ma per chi non disdegna gli approcci carichi di sentimenti è un’esperienza che merita di essere vissuta tutta d’un fiato. A questo punto non resta che attendere i dettagli sul prossimo progetto animato legato alla malinconica Auto Memory Doll, il cui sviluppo è stato recentemente confermato sull’account Twitter ufficiale dell’anime.

7.5