Voglio mangiare il tuo pancreas: La recensione del manga edito da Dynit

Dynit porta in Italia il manga ispirato al romanzo di Yoru Sumino, in attesa del lungometraggio animato che arriverà nelle nostre sale il prossimo gennaio.

Voglio mangiare il tuo pancreas: La recensione del manga edito da Dynit
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C'è un che di miracoloso nella delicatezza nipponica di inscenare la morte: senza quasi mai sfociare nella stucchevolezza, o piegarsi alle logiche del becero pietismo, molti autori giapponesi riescono a pennellare l'atroce disperazione con tocchi di commovente poesia che, per quanto reiteri spesso i medesimi stilemi simbolici e narrativi, scava il più delle volte un solco profondo nel cuore di chi si lascia travolgere dal racconto. Focalizzandosi su temi piuttosto dolorosi come la convivenza con una malattia degenerativa e l'accettazione del proprio infausto destino, lo scrittore Yoru Sumino ha partorito nel 2014 un romanzo che ha ottenuto in patria un successo incredibile: in virtù di un simile clamore, Voglio mangiare il tuo pancreas, una storia dal titolo tanto peculiare quanto amabilmente simbolico, è riuscito a generare sia un manga omonimo, sia un film in live action del 2017, sia ancora un lungometraggio d'animazione che arriverà nelle nostre sale il prossimo gennaio, grazie all'attenta distribuzione di Dynit.
L'azienda, inoltre, ha avuto la brillante intuizione di tradurre per il mercato italiano anche la trasposizione a fumetti del romanzo originale, disegnata da Idumi Kirihara ed edita in due volumi, giunti a novembre nelle nostre librerie. Mentre attendiamo di poter "assaggiare" la versione animata della struggente storia di Sumino, abbiamo sfogliato le pagine del manga, scoprendo che il pancreas della protagonista Sakura ha il dolce sapore della tristezza, con un amaro retrogusto di speranza.

Malattia mortale, e poi...

In alcune culture si è soliti credere che, per curare una malattia ad un organo vitale, basti cibarsi delle corrispettive interiora di un animale, così da risanare le proprie sofferenze: ed è per questo che - scherzosamente - la giovanissima Sakura Yamauchi vorrebbe tanto mangiare il pancreas di un suo compagno di classe, timido, riservato, apparentemente insensibile ed anche un po' scontroso. La ragazza, infatti, è gravemente malata e, secondo le stime dei medici, le resta a malapena un anno di vita. Quando il protagonista maschile della storia, il cui nome non viene rivelato, scopre per caso il segreto della fanciulla, i due iniziano a frequentarsi e ad instaurare un rapporto che, esulando dalla semplicistica relazione amorosa, sfocia nel reciproco bisogno di supporto esistenziale. Sakura ed il suo "buon amico", d'altronde, sono agli antipodi: lei solare, vitale, allegra e circondata da ammiratori; lui solitario, cupo, ed asociale, incapace di legare con altri individui. Eppure, è proprio per questo suo carattere che Sakura lo ha scelto come sostegno durante i suoi ultimi giorni: nello sguardo di questo sconosciuto non c'è - almeno sulle prime - un briciolo di pietà, né di empatia, o struggimento. In compagnia del ragazzo, lei può finalmente fingere di avere una vita normale nel poco tempo che le resta, senza doversi barcamenare tra i fiumi di lacrime degli amici, i quali - se sapessero la verità - la guarderebbero inevitabilmente con occhi diversi.

Sin dalle premesse si intuisce che Voglio mangiare il tuo pancreas è il racconto di una morte annunciata ed al contempo la storia di una resurrezione emotiva, dove entrambi gli attori sul palcoscenico intraprendono un percorso di auto miglioramento, fino a diventare indispensabili l'uno per l'altra. Se sulle prime sembra che la trama abbia moltissime caratteristiche in comune con Bugie d'Aprile, il manga di Arakawa serializzato nel 2011, ben presto ci si rende conto di come Voglio mangiare il tuo pancreas viaggi su binari in parte differenti. Scavando più a fondo, quella di Sakura e del suo compagno è una vicenda di dolore e consapevolezza, dove occorre fare i conti con l'ineluttabilità del destino, con il crollo delle proprie aspettative e con la resa incondizionata alle emozioni.

La protagonista, dinanzi alla malattia, reagisce con una forza spiazzante, cerca di godere al massimo del poco tempo che le resta, compiendo anche scelte ed azioni che, normalmente, avrebbe finito per soffocare sotto i vincoli della morigeratezza. Ed il suo buon amico, di fronte al suo sorriso, impara poco alla volta cosa significa non essere soli. Il manga di Voglio mangiare il tuo pancreas non raggiunge mai alte vette di originalità contenutistica, né scava particolarmente a fondo nella psicologia dei protagonisti, eppure - nella sua lampante prevedibilità - metterà a dura prova più di qualche condotto lacrimale. Il piccolo (ma indovinato) colpo di scena che precede la conclusione non stravolge di certo il messaggio della narrazione, tuttavia riesce comunque ad aggiungere al racconto un beffardo sottostrato di riflessione che ne acuisce parzialmente la potenza comunicativa.

Il sorriso dei fiori di ciliegio

Le maggiori qualità della versione "illustrata" di Voglio mangiare il tuo pancreas derivano principalmente dalle intuizioni dell'opera originale. Kirihara, in questo senso, si limita a sintetizzare con efficacia di routine la penna di Sumino, provando a tradurre per immagini l'intensità della trama e le emozioni dei due protagonisti. La mangaka realizza così una trasposizione breve ma asciutta, fugace ma diretta, che non si abbandona a lungaggini e dilatazioni ed arriva subito al punto chiave della vicenda: il legame che accomuna Sakura al suo "buon amico".

A non convincere del tutto, semmai, oltre ad una sceneggiatura non sempre adeguatamente rifinita, è la resa un po' approssimativa della matita di Kirihara, il cui tratto non risulta incisivo come dovrebbe, soprattutto nella manifestazione degli sconvolgimenti psicologici dei personaggi. Ci sono certo momenti di grande intensità, nei quali però la cura per il dettaglio di alcuni primi piani si scontra poco dopo con tavole che non brillano né per messa in scena né per character design. Quando si impegna per restituire ai lettori la bellezza del sorriso di Sakura (il cui nome significa "fiori di ciliegio"), però, l'autrice si dimostra capace di catturare in un singolo ritratto tutta la voglia di vivere di una protagonista che difficilmente dimenticheremo.

Voglio mangiare il tuo pancreas (manga) Fuggevole ed effimero come i ciliegi che fioriscono in primavera, il manga di Voglio mangiare il tuo pancreas si sorregge sulle spalle di una storia forte e crudele, che non lesina anche in un pizzico di rassicurante serenità. Benché sia di facile presa emotiva, priva di grossi guizzi artistici ed espressivi, la rappresentazione illustrata del romanzo riesce nell'intento che si era prefissata: colpire e commuovere, rendendoci spettatori dell'atroce lotta di una fanciulla, costretta a convivere con una malattia mortale, bersagliata dagli scherzi di un destino già scritto, dinanzi alle cui scoccate non può far altro che rispondere con un sorriso un po' dolente, eppure ancora tanto luminoso.

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