WAKFU Recensione: la prima stagione dell'anime francese disponibile su Netflix

Pur senza osare, la prima stagione dell'anime francese WAKFU si fa apprezzare per la sua narrazione semplice e per un'ambientazione originale.

WAKFU Recensione: la prima stagione dell'anime francese disponibile su Netflix
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Nel 2006 la divisione Games della Ankama, compagnia specializzata nella realizzazione di prodotti d'intrattenimento con sede a Rubaix in Francia, sviluppa per Microsoft Windows, macOs e Linux un MMORPG fantasy chiamato WAKFU, seguito di un altro gioco intitolato DOFUS, ambientato nello stesso mondo immaginario ma 1000 anni prima. A seguito del successo del titolo, la divisione Animation della stessa compagnia ne realizza, nel 2008, un adattamento animato in Flash che va in onda su France3 riscontrando un discreto seguito (si parla di circa un milione di spettatori a puntata). La serie animata, intitolata anch'essa WAKFU e la cui storia si svolge 4 anni dopo quella narrata nell'omonimo gioco, giunge anche nel nostro Paese per essere trasmessa prima su Cartoon Network e in seguito su Boing. Per la regia di Anthony Roux e il character design di Xavier Houssin e Kim Etinoff, la prima stagione di WAKFU si compone di ben 26 episodi ed è attualmente disponibile su Netflix.

Una storia semplice

Yugo è un ragazzino alquanto vivace, ha dieci anni e vive in un pacifico villaggio con suo padre adottivo Alibert, ex cacciatore di taglie, e a un tofu (una specie di passerotto paffuto) di nome Az. Ovviamente Yugo ignora di essere speciale: appartiene a una razza molto antica e contiene dentro di sé una quantità immane di wakfu, una specie di energia magica che scorre dentro ogni forma di vita. Nello stesso tragico giorno perde suo padre Alibert, tramutato in arbusto in seguito a un assalto del suo villaggio da parte di malevole creaturine magiche, e scopre di essere in grado di creare "portali". Le ultime parole di Alibert per suo figlio sono state "Cerca la tua vera famiglia", ed è ciò che Yugo fa. In compagnia dell'inseparabile Az, di Ruel, anziano e simpaticissimo cacciatore di taglie amico di Alibert, e del paladino Tristepan Parsifal (guardiano di un demone Shushu di nome Rubilax, fondendosi con il quale acquista una grande forza e una ancor più grande malvagità) si addentra nella Foresta Proibita dove avverrà l'incontro con Evangelyne, detta Eva, e la principessa Amalia, due graziose (e grintose) pellegrine guerriere guidate da un'antica profezia. Il "party" dei nostri eroi, episodio dopo episodio, si troverà ad affrontare una serie di fantastici antagonisti come il crudele "robot" Nox, che intende appropriarsi di una quantità immensa di wakfu e la cui strada finisce con l'incrociare quella di Yugo e dei suoi compagni di avventura.

Promossa con riserva

L'animazione made in France magari non sarà nota ai più, anche se possiamo annoverare alcuni celebri prodotti d'oltralpe (ricordate Argai e I misteri di Providence?) per il loro anticonformismo. Chi si accostasse a questa prima stagione di Wakfu con la speranza di vedere qualcosa di innovativo resterebbe facilmente deluso. Eccezion fatta per l'ambientazione, piuttosto originale nel suo mescolare assieme elementi fantasy classici e steampunk, questa serie nasce già vecchia sotto molteplici punti di vista: il ragazzino dotato di un grande potere, la profezia, il viaggio alla scoperta delle proprie origini sono tutti topoi che affondano le proprie radici nell'epica e nella favolistica e che abbiamo visto declinati in tutte le salse possibili. Wakfu avanza a colpi di plot armor e automatismi di sceneggiatura, per cominciare a ingranare davvero solo dopo una decina di episodi introduttivi. La semplicità della scrittura, sia in termini di trama che di costruzione dei personaggi, tradisce una produzione rivolta a un target d'età piuttosto basso, diciamo fra i sette e i quattordici anni. Se né il soggetto né la sceneggiatura, a parte qualche trovata ben congegnata, non sono nulla di esaltante, bisogna tuttavia concedere che la serie ha dalla sua due pregi notevoli: un world building estremamente interessante e una componente grafica eccezionale tenendo conto delle modalità di realizzazione.

La regia è ottima, combattimenti e scene d'azione in generale sono ben realizzati e sanno essere davvero emozionanti nei momenti chiave. Le creature, i nemici e gli ambienti sono ottimamente congegnati e, soprattutto, funzionano. Una nota di demerito, tuttavia, va al purtroppo non eccelso lavoro di doppiaggio e adattamento in italiano. In conclusione, questa prima stagione della serie francese WAKFU non si fa notare per la propria originalità, ma per il buon lavoro di confezionamento che lo rende un prodotto godibile da vedere in famiglia, magari con i propri figli.

Wakfu - La Serie "Piacevolezza" è la parola d'ordine di WAKFU, serie d'animazione francese che nasce da un MMORPG di grande successo e che strizza l'occhio all'immaginario fantasy e alla serialità anime nipponica. Il design cartoonesco si fa apprezzare e certi risvolti di trama arrivano addirittura a turbare lo spettatore. Anche se la serie nasce senza alcuna pretesa d'innovazione, sviluppando una narrazione vista e rivista, non si può negare a WAKFU il pregio d'aver messo in piedi un universo immaginario di grande fascino e complessità. Ottimo anche il comparto grafico, ben realizzate le scene d'azione. Pur rischiando di deludere chi cercasse qualcosa di più innovativo, la prima stagione di WAKFU è un prodotto che si lascia guardare con piacere.

6.7