Recensione Welcome to the N.H.K.

un manga estremamente contemporaneo, per una storia tragicamente comica

Recensione Welcome to the N.H.K.
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Il giappone è una terra fantastica. Ricca di storia, cultura e folklore, ma al contempo estremamente aperta al futuro e alle nuove tecnologie; quante volte avrete visto nei documentari la scintillante Tokyo, stipata dei suoi quasi 13 milioni di abitanti, o le bellezze culturali e artistiche dell'antica Kyoto. Le informazioni che arrivano nel vecchio continente fanno pensare ad una società perfetta o quasi, ma la realtà delle cose appare assai più oscura; la difficoltà di gestire una popolazione tanto numerosa in un'area tanto limitata (stiamo parlando di uno dei paesi con la più alta densità ab/kmq al mondo) è enorme e porta ad una competitività, specialmente nel mondo del lavoro, impensabile per molti di noi. A causa di ciò, va sempre più diffondendosi la piaga sociale degli hikikomori (letteralmente, “stare in disparte, isolarsi”), un fenomeno che porta i giovani che arrivano all'adolescenza o che si affacciano per la prima volta alla vita fuori da scuola, a rifiutare la società pubblica e rinchiudersi in casa, interrompendo ogni genere di rapporto interpersonale.
Questo è proprio ciò di cui si occupa Welcome to the N.H.K., il manga scritto da Tatsuhiko Takimoto e illustrato da Kendi Oiwa. Tuttavia, il tema di assoluta serietà viene trattato con uno stile da commedia, sdrammatizzando con una forte dose di sano humor nero.

É una cospirazione!

La storia ruota principalmente intorno a tre personaggi: Tatsuhiro Sato, Misaki Nakahara e Kaoru Yamazaki, più alcuni comprimari che si alternano di volta in volta.
Tatsuhiro Sato, ventidue anni, dopo aver abbandonato l'università è al quarto anno della sua vita da hikikomori; recluso in una stanza di pochi metri quadrati passa le giornate senza fare assolutamente nulla. In preda alla depressione, comincia inoltre a sviluppare tutta una serie di convinzioni distorte che convergono in un unico pensiero: la miserabile condizione di cui soffre è frutto di una subdola cospirazione architettata dalla NHK (la tv nazionale giapponese, il cui nome viene storpiato, in originale, da Nihon Hoso Kyokai a Nihon Hikikomori Kyokai) che, senza un motivo ben preciso, mirerebbe a produrre un esercito di disadattati sociali. Oramai in preda al delirio, crea nella sua mente anche dei fantomatici “agenti” inviati dalla NHK per attuare il piano: troviamo quindi i classici Man in Black, incaricati del fallimento in ogni attività della vittima impedendo così ogni chance di crescita; un esercito di belle ragazze si occupa di distruggere ogni aspettativa di relazione amorosa, creando attraverso la celebrità delle icone apparentemente irraggiungibili; in ultimo, le menti che tirano i fili della cospirazione, delle creature simili ai goblin con una lettera scritta sulla pancia (di solito “N”, “H” o “K”).
Ma, quando la situazione sta per raggiungere limiti insopportabili, ecco apparirgli dinanzi un angelo, nella persona di Misaki Nakahara. I due si incontrano la prima volta per puro caso sull'uscio di casa, dove l'insistente zia della ragazza gli propone la rivista di una setta religiosa: la cosa finisce lì, tuttavia tempo dopo Misaki si ripresenta con un contratto in cui afferma di poterlo “guarire” dalla condizione di hikikomori tramite alcune sedute psicanalitiche svolte nel vicino parco pubblico, nell'orario serale, così da farlo sentire il più possibile a suo agio fuori dalle mura domestiche. Intuite le intenzioni di Misaki, Sato fa di tutto per convincerla di non aver bisogno di aiuto, costruendo un castello di bugie una più grossa dell'altra fino ad arrivare all'affermazione di essere un programmatore di videogiochi e quindi normalissimo che debba stare in casa tutto il giorno. Un po' perplessa , la ragazza sembra convinta della cosa e lascia correre come nell'intento di assecondare Sato; peccato che quest'ultimo non possegga neanche un computer. Ed ecco entrare in scena il terzo protagonista del manga: Kaoru Yamazaki. Grazie a una strabiliante coincidenza i due scoprono di essere vicini di appartamento; appresa la situazione di Sato, Yamazaki propone a quest'ultimo proprio la creazione di un videogioco incaricandolo di occuparsi della sceneggiatura. Da qui in poi sarà un continuo susseguirsi di situazioni border-line che andranno a contemplare ogni elemento tipico della cultura otaku, mantenendo sempre un tono spietatamente satirico e dannatamente divertente.

Ma è davvero così?

Aldilà dell'ovvia leggerezza con cui viene trattato nel manga, il tema dell'hikikomori rappresenta un gravissimo aspetto della società giapponese. Secondo lo psicologo Tamaki Saito, che per primo coniò il termine, il fenomeno viene stimato attorno al 20% della popolazione maschile adolescente. Le cause sono molteplici: da una parte troviamo un sistema scolastico estremamente rigido, basato più sul risultato numerico che sulle effettive capacità individuali, che pone un enorme stress sulle spalle dei giovani, costretti fin da bambini ad esaudire le grandi e pressanti aspettative dei genitori; continuamente indottrinati e spinti alla competizione, i più deboli, molto spesso anche vittime di bullismo, non resistono e lo stress accumulato sfocia in comportamenti violenti contro il nucleo familiare, nei casi più estremi.
Inoltre, troviamo riscontri anche nel mercato del lavoro; anni di crisi economica e recessione hanno portato ad un sistema che preclude ai giovani ogni strada per ottenere un impiego stabile e duraturo, laddove i genitori riuscivano senza troppe difficoltà. Si è venuto a creare quindi un mondo di lavori precari e part-time che non consentono una pianificazione della vita futura accettabile, costringendo a vivere alla giornata, gettando le basi per lo sviluppo di hikikomori, freeter (termine riconducibile all'inglese freelance) e NEET (Not in Employment, Education or Training; nullafacenti in pratica).
Il background culturale di Welcome to the NHK, tuttavia, non deve trarre in inganno. Non ci troviamo di fronte un prodotto dalle atmosfere cupe, introspettive; ma piuttosto una delirante commedia dai sapori squisitamente satirici. Il tema estremamente attuale, complice lo stile di scrittura di Takehiko Takimoto, frizzante e dinamico, cattura il lettore dalla prima all'ultima pagina trascinandolo in un vortice di situazioni tragicomiche che verranno apprezzate maggiormente da chi già possiede una certa conoscenza in materia; senza dimenticare l'altro elemento fondamentale, il disegno. Le tavole del maestro Kendi Oiwa chiudono il cerchio, andando ad integrarsi perfettamente con un tratto graffiante ed efficace, enfatizzando egregiamente l'espressività dei personaggi, in special modo le esilaranti reazioni del protagonista Sato di fronte alle varie “malattie sociali” che troverà durante il cammino per guarire dalla condizione di hikikomori.

Edizione

A J-Pop dobbiamo dare il merito di aver rischiato con un titolo difficile come può essere questo Welcome to the N.H.K. donando ai lettori italiani un prodotto dalla qualità notevole. Dalle caratterische assolutamente identiche all'edizione originale giapponese, troviamo quindi l'immancabile sovracoperta brossurata, delle stupende pagine a colori lucide e una carta spessa che trattiene ottimamente l'inchiostro risultando anche molto gradevole al tatto. La qualità tuttavia si fa pagare: 6€ sono tanti ma neanche troppi, considerato il basso numero di volumi, soltanto otto.
Non esente da difetti, tuttavia, che trovano riscontro in un adattamento che non convince appieno laddove in alcuni punti risulta fin troppo semplificato. L'eliminazione dei suffissi onorifici, fondamentali per la struttura di alcune gag, rappresenta una grave mancanza: nel primo volume, ad esempio, Misaki si riferisce a Sato dandogli sempre del 'Tu' quando incomprensibilmente quest'ultimo reagisce indispettito affermando “non prenderti confidenze”. In originale, il personaggio di Misaki si rivolge a Sato con il suffisso “-kun”, utilizzato di solito coi compagni più giovani, nonostante il ragazzo sia più grande di lei anziché il corretto “-san” ed è proprio questa inversione a generare molte tra le situazioni comiche che troveremo nel corso della storia. Trattasi tuttavia di elementi soggettivi che non vanno in alcun modo ad intaccare l'indiscussa qualità di un manga coraggioso, per il panorama italiano, presentato senza censure e che certamente non deluderà.

Welcome to the N.H.K. Riassumendo, Welcome to the N.H.K. rappresenta uno spaccato di vita della cultura otaku giapponese. Paranoie, personaggi bizzarri e situazioni ambigue, unite ad una narrativa allegra e matura allo stesso tempo, fanno di questo manga un'opera assolutamente originale che riesce ad affrontare tematiche dure facendo sorridere, e pensare. Interessanti inoltre gli spunti che riesce a porre al fruitore straniero, per conoscere la vita dei coetanei giapponesi, grazie alla ricchezza di slang giovanile. Un'opera imprescindibile che non deve mancare sulle librerie di ogni appassionato che si ritenga tale.