Aspettando Bastard!!: 5 seinen estremamente violenti da recuperare

Con l'imminente debutto su Netflix di Bastard!!, rispolveriamo i seinen più violenti in attesa della versione animata dell'irriverente opera di Hagiwara.

Aspettando Bastard!!: 5 seinen estremamente violenti da recuperare
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Il manga seinen di Hagiwara, iniziato nel lontano 1988 e in pausa dal 2010, ha ricevuto un nuovo adattamento animato prodotto da Liden Films, in arrivo sulla piattaforma streaming di Netflix il 30 giugno. La fortunata Bastard!! è una delle serie più vendute di tutti i tempi per Shueisha, longeva serie manga pubblicata su Weekly Shonen Jump e, successivamente, su Ultra Jump, un vero esponente di spicco del genere dark fantasy, ed è da sempre terreno fertile per storie dall'alta dose di violenza e dinamiche sanguinarie.

L'anime di 24 episodi dedicato alle gesta di Dark Schneider, estroso stregone immortale, promette di riprodurre l'essenza folle ed heavy metal del manga, nel segno di una violenza estetica e concettuale che ha trovato spazio in molti seinen del genere e in altri capolavori del fumetto e dell'animazione nipponica.

Berserk

Difficile non pensare istantaneamente ad un manga che ha segnato un genere e un'epoca, divenendo modello irripetibile per il dark fantasy, e che con Bastard!! condivide elementi narrativi ed una simile storia produttiva. Il capolavoro di Kentaro Miura inizia la sua serializzazione appena un anno dopo l'avvento del manga di Hagiwara (nel 1989) e oltre a proporre ambientazioni, una lore e un contesto fantasy medievale non dissimili da quelli di Bastard!!, Berserk conosce le analoghe difficoltà di una produzione frammentata e estremamente prolissa, non ancora conclusa (è, in realtà, recente la notizia che vuole il ritorno di Berserk ad opera dei collaboratori e sotto la supervisione di Kouji Mori, l'unico ad essere a conoscenza della visione completa del mangaka e a poter offrire definitivamente una conclusione a Berserk).

Una storia pregna di violenza dura e pura, delle più crude e perturbanti, in un mondo di orrori, demoni e uomini abominevoli, dove il male, radicato e stratificato, non può che tradursi in soprusi e immoralità. Guts, guerriero errante e maledetto, non conosce che guerra e violenza, l'ha subita sulla propria pelle da quando ha memoria, l'ha messa in pratica rinunciando alla sua infanzia, ne è legato fin dal momento del suo concepimento, nel suo passato non c'è spazio per nulla fuorché crudeltà.
In Berserk la violenza è caratteristica fondante e fondamentale, sottotesto onnipresente, grammatica dell'opera.

Violence Jack

Mentre Berserk è ancora alle prime battute, nel 1990 si conclude un'opera portata avanti per 17 anni, un manga che la violenza la porta nel titolo, prodotto di un autore che ne ha sperimentato le forme in gran parte della sua produzione e ha rivoluzionato e reinventato ogni genere a cui si è dedicato. È Violence Jack, il mangaka è il padre di Devilman, Go Nagai e si tratta ancora di una vera e propria rappresentazione dell'eterogeneità della violenza, una dissertazione sulla brutalità di una terra post-apocalittica dove, di nuovo, vince chi è più violento, chi come Violence Jack, un misterioso gigante alto quasi 3 metri, eroe dal cuore grande e dai metodi poco ortodossi, riesce ad imporsi con la forza su individui diabolici.

Un terribile terremoto trasforma l'intera pianura del Kanto in un mare in fiamme, il piccolo Ryu Takuma, troppo debole per farsi strada in un territorio ostile in cui solo l'aiuto di Violence Jack, solo la forza bruta può assicurargli la sopravvivenza.
L'opera di Go Nagai, parte (insieme a Shutendoji e Devilman) della "trilogia demoniaca", è la quintessenza della violenza, la trasuda da ogni poro e ne esalta la gratuità fino a sfiorare l'eccesso ma consapevole di esserne un compendio.

Elfen Lied

Splatter e nudità costituiscono la cifra estetica di Elfen Lied, opera maggiormente conosciuta per la sua versione animata, animata dalla Arms Corporation e dallo Studio Guts, trasmessa in Giappone nel 2004. La serie di 13 episodi diretta da Mamoru Kanbe punta forte su una messa in scena ricca di spargimenti di sangue, di arti mozzati, sempre proiettata verso eventi ed immagini di forte impatto. Riduce leggermente la componente ecchi preminente nella versione cartacea ma si concentra in maniera decisa sul lato splatter del comparto visivo, non dimenticando di dedicare spazio alla psicologia dei personaggi (esplorandone traumi e sofferenze) ma cedendo a certe pretese concettuali a dir poco velleitarie considerati i toni e il loro effettivo trattamento.

La storia della Diclonius (esseri creati in laboratorio fisicamente superiori alla razza umana) Lucy non ha nulla da spartire, insomma, con la complessità e con l'uso sempre significativo e contestualizzato che opere come Berserk e Violence Jack fanno della violenza, ma un ottimo intrattenimento per gli appassionati della fantascienza in salsa splatter, una giostra di scene cruente per i più forti di stomaco.

Kiseiju

Un altro horror fantascientifico, con parassiti di origine extraterrestre, questa volta, a dispensare una cinica e razionale violenza annientatrice. Quella mostrata in Kiseiju, anime del 2014, adattamento dell'omonimo manga del 1989 scritto e disegnato da Hitoshi Iwaaki, è una violenza di natura differente, non generata da esseri malvagi e inclini alla crudeltà gratuita, ma messa in atto da individui senzienti che lottano con raziocinio per la sopravvivenza e l'evoluzione della specie, possibile soltanto attraverso la prevaricazione sui corpi-ospite: gli umani.

Un "incidente" nel processo di appropriazione del corpo da parte di un parassita, finisce per costringere Shinichi, timido liceale, a convivere con la forma di vita aliena che ha preso possesso della sua mano. La convivenza si rivela complicata a causa del conflitto di interessi tra il giovane e il parassita e conduce Shinichi a rendersi protagonista di brutali scontri e colpevole di uccisioni cruente. Nessun desiderio venale o maligno, in questo caso, a produrre un inquietante misto di splatter e gore, in un seinen sugli alieni che ha tutti i contorni del body horror. Per tutto il resto c'è la nostra recensione di Kiseiju.

Ichi the Killer

Fresco di ristampa per Planet Manga, l'opera di Hideo Yamamoto è un tripudio di tavole brutali, di sadismo e di una violenza che si declina in forme così differenziate da risultare creative. Il manga, vietato in diverse zone del Giappone proprio a causa della sua crudezza e dei suoi disegni espliciti, segue le vicende di Ichi, assassino ventiduenne dalla forza sovrumana, autore di uccisioni raccapriccianti che prova un sadico piacere proprio nel compiere massacri e assassinii disumani.

Un protagonista che da solo basterebbe a portare avanti una storia capace di scuotere il lettore, ma che è affiancato da un antagonista altrettanto sconsiderato nelle azioni, follemente feroce e masochista, e una serie di spietati criminali e malavitosi che muovono passi prepotenti in un vero teatro dell'orrore che inscena la violenza come perversione.